Nella prima parte abbiamo esaminato le
superficiali analisi e motivazioni poste alla base del progetto che interessa
la località “Man di Ferro”, sviluppato nel 2009 e definito come “un intervento di riassetto dell’area
urbana”. Abbiamo anche visto cosa prevedeva il PUC nel 2001: una area verde
attrezzata e alcune costruzione nella parte adiacente al confine con il Comune
di Ortonovo.
Nella seconda parte abbiamo esaminato il
progetto del 2009, nato in modo estemporaneo a seguito di un bando regionale,
che risultava in contrasto con il PUC e riguardava aree in gran parte private, il cui elemento centrale era rappresentato da: 1) l’urbanizzazione di una area agricola con edificazione a favore di privati e conseguente realizzazione di adeguata e funzionale viabilità, parcheggi, percorsi pedonali e ciclabili; 2) la creazione di un nuovo grande edificio pubblico polivalente di 800 mq. al costo di € 2.560.000. In conclusione questo progetto era collegato all’esaltazione degli interessi privati a scapito e a carico di quelli pubblici.
che risultava in contrasto con il PUC e riguardava aree in gran parte private, il cui elemento centrale era rappresentato da: 1) l’urbanizzazione di una area agricola con edificazione a favore di privati e conseguente realizzazione di adeguata e funzionale viabilità, parcheggi, percorsi pedonali e ciclabili; 2) la creazione di un nuovo grande edificio pubblico polivalente di 800 mq. al costo di € 2.560.000. In conclusione questo progetto era collegato all’esaltazione degli interessi privati a scapito e a carico di quelli pubblici.
Il
successivo diniego della Regione (DGR del 5/2/2010) non ha però messo fine a
questo progetto, poiché poi è stato di fatto ripreso all’interno della proposta
di fusione dei due Comuni di Castelnuovo e di Ortonovo nel 2013.
Cosa
e come centrava questo progetto con la fusione? Vi sono varie ragioni:
1)
La centralità dell’area: “Man
di Ferro” è
un’area baricentrica rispetto sia ai due Comuni che alla discesa verso Luni e
verso il progetto Marinella; ecco perché si affermava che “L’area Luni - Man di Ferro ha grandi
potenzialità”.
2)
Il nodo viario. Non solo c’è
l’Aurelia quale elemento di collegamento nella direttrice Sarzana-Carrara e di
accesso alle zone interne, sia verso monte che verso valle, ma li vicino c’è il
sottopasso ferroviario e la strada di collegamento con il viale XXV Aprile che
costeggia l’area archeologica di Luni, la quale “completa un quadro che ridisegna completamente tutta l’area urbana”.
Questa strada, del resto, era già prevista nel PTC quale strada centrale di
penetrazione da monte verso mare, cioè il vecchio progetto dell’assessore
castelnovese Fregosi (fine anni ottanta) della “strada Monti-mare”
3)
La nuova
edificazione. Abbiamo
già esaminato la reale portata di questa nuova edificazione nella prima parte,
ma qui ne evidenziamo solo l’importanza nel determinare in contropartita la
cessione di aree al Comune. Del resto nella stessa relazione al progetto del
2009 si evidenziava che “Il vuoto urbano
rappresentato dalla area di Man di Ferro, può diventare elemento di
collegamento dell’edificato dei due Comuni, fulcro di nuove attività
pubbliche ad integrazione del tessuto edilizio in fase di consolidamento e
cerniera per il miglioramento della viabilità”.
4)
La Stazione di
Luni.
Il recupero degli edifici dismessi della stazione costituiva un punto di
collegamento con la viabilità della zona anche per iniziative turistiche.
Questi quattro elementi sono tutti
presenti nel volumetto “Luni un sogno che può diventare realtà”,
in particolare a pag. 5 e 6 nel capitolo assai significativo “Luni significa essere più forti” che
terminava con questa frase: “Il Comune di
Luni, per la sua importanza potrà dire la sua opinione sul progetto ed in generale
sulle scelte strategiche della Val di Magra”. Nella proposta di fusione era
insito proprio il progetto di Man di Ferro e la valorizzazione della strada
“monti-mare” quale momento di collegamento tra i due Comuni e l’area di
Marinella.
A questo punto, rimaneva solo la
questione del Comune: con la fusione stranamente nessuno aveva detto dove
sarebbe stato ubicato il Comune, ma l’edificio polivalente della Man di Ferro previsto
da progetto ora esaminato di fatto ne diveniva l’indiziato principale. Il nuovo
Comune sarebbe sorto proprio in questa area, mentre Palazzo Cornelio era
destinato ad attività “turistico culturale” come disse il Sindaco Favini all’assemblea del 10/7/13 e
come scrisse nella lettera del 11/12/2013.
Dunque, con la proposta di fusione “il cerchio
si chiude”. Da una parte, il progetto di viabilità proposto dal PTC (che
prevedeva due strade di penetrazione dalla via Aurelia al viale XXV Aprile, la
realizzazione della strada di Tavolara a servizio delle aree produttive a
confine tra Sarzana e Castelnuovo; le tre rotonde di Via Aglione, della Cava
Filippi e della Man di Ferro, il sottopasso di Ortonovo) diventava fondamentale
per agevolare una nuova urbanizzazione delle aree sottoferrovia verso Marinella;
dall’altra, appunto la nuova edificazione: lato Sarzana con capannoni per
attività produttive, mentre dal lato Ortonovo una nuova edificazione destinata
a residenza e attività pubbliche … Insomma, viabilità e nuova edificazione, cioè
la nuova “Castelnuovo 3” che avrebbe
potuto affermare “una nuova identità”
!!!
Ma la fusione era importante anche per
un’altra ragione: permetteva l’esonero per tre anni dal patto di stabilità,
oltre a qualche contributo straordinario … entrambi necessari per sostenere gli
enormi impegni finanziari (circa 12-13 milioni) per fare fronte alla realizzazione
di opere di urbanizzazione, viabilità ed edifici pubblici.
Inserita in questo contesto, si può ora
comprendere parecchi aspetti della proposta di fusione: a) per quale motivo
sono state usate espressioni come “più grande”, “più forti”, “contare di più”,
“più importanti”, ecc,: b) perché vi è
stata un così elevato impegno propagandistico in favore della fusione con un coinvolgimento
diretto e massiccio dell’apparato Amministrativo Provinciale e Regionale,
nonché di partito (PD, Rifondazione, Sel, PSI), i quali non volevano farsi
scappare l’occasione di uno sviluppo di opere pubbliche favorite appunto dalla
possibilità di non rispettare per tre anni il patto di stabilità … oltre
naturalmente dalla possibilità di cementificare altre aree agricole (… ma
abbandonate però!!!).
Ma
la proposta di fusione tra
Castelnuovo e Ortonovo lanciato dal Sindaco Favini nel 2013 e bocciato dal
referendum del 9/2/14 guarda caso presentava gli stessi difetti sia della
edificazione di Tavolara che di Man di Ferro: la totale assenza di analisi, di studi
e di progettazione.
C’era
un sogno derivante dal dormire e non dalla speranza di costruire un avvenire
migliore!!! Anche perché questo avvenire era fatto da “Solo case su case catrame e cemento …”
“Quando
avranno inquinato l'ultimo fiume, abbattuto l'ultimo albero, preso l'ultimo
bisonte, pescato l'ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter
mangiare il denaro accumulato nelle loro banche”. (Toro Seduto)
... alla prossima Euro Mazzi
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