castelnuovo magra

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martedì 15 aprile 2014

LA NUOVA ZONA INDUSTRIALE DI TAVOLARA: TRA FALLIMENTO URBANISTICO, CRISI FINANZIARIA E RISCHIO DI VASSALLAGGIO PER CASTELNUOVO

Negli anni Settanta si erano installate alcune segherie di marmo nel territorio comunale in ambito agricolo e residenziale, in fregio alla via Aurelia e in località Tavolara, all’interno di una zona caratterizzata dalla presenza di consistenti insediamenti residenziali; da qui si svilupparono gravi problemi ambientali: per fumi, polveri, rumori, marmettola, riversamento di acque di lavorazione. La popolazione ha, conseguentemente, più volte dovuto segnalare questi spiacevoli disagi.
Si è posta, quindi, negli anni Ottanta la questione del loro spostamento. Il vecchio PRG (adottato il 30/7/78 e approvato il 30/10/81) non prevedeva nulla e conseguentemente nel 1985 il PRG fu posto in revisione anche per prevedere lo spostamento delle segherie dall’area lungo la via Aurelia e zona Centotetti a quella di Tavolara.

Le successive vicende sono, però, la rappresentazione tragicomica della “incapacità al potere”: nel 1994 questo incarico di revisione del PRG affidato nel 1985 veniva revoca e veniva buttato via tutto il lavoro fatto e pagato assai caro; nel 1994 veniva affidata la revisione del PRG all’arch. Pontuale; poi nel 1998 tale incarico cessava e veniva conferito nuovo incarico sempre all’arch. Pontuale ma per redigere un PUC; questo PIC in data 12/8/98, dopo un’estenuante Consiglio Comunale durato una ventina di ore ….  veniva approvato nella sua forma preliminare; successivamente il PUC entrava in vigore in data 20/9/2001 e nelle sue norme prevede i Distretti di Trasformazione.  
Ora il PUC è scaduto dal 2011 e sono già passati quasi 3 anni senza che sia stato rinnovato, ma soprattutto discusso. L’occasione delle elezioni del 25/5/2014 impone una riflessione in merito.
Prima riflessione. Ci sono voluti quasi 30 anni per non fare nulla e ora dopo 30 anni sappiamo che in queste aree si può costruire ma non sappiamo a cosa serve costruire.
Seconda riflessione. Ma la cosa assurda è che tutta questa gestione dal 1978 ad oggi (caratterizzata da costanti ritardi) è costata quasi 1,5 milioni di euro per produrre un solo PUC!!!
Terza riflessione. La vecchia motivazione dello spostamento delle segherie (quella che aveva originato la revisione del PUC del 1985) di fatto è oramai divenuta inutile, poiché quasi tutte le aziende del settore lapideo hanno chiuso per liquidazione o fallimento. Restano solo i capannoni abbandonati in totale degrado.
In proposito, le previsioni del PUC del 2001 prevedono la creazione di una “nuova zona industriale di Via Tavolara a confine con il Comune di Sarzana di circa mq. 108.000 di St (superficie territoriale) destinata alla rilocalizzazione delle attività industriali poste lungo la via Aurelia” dove è possibile costruire non meno di circa 17.000,00 mq. di edificazione industriale, oltre ad alloggi per il custode di 120 mq per edificio.
Di fronte a tale zona industriale sita nel Comune di Castelnuovo è stata prevista dal Comune di Sarzana una zona artigianale (una parte dell’area era stata già utilizzata a discarica, teatro di una storica battaglia per chiuderla), che resterà verde in mezzo a vari capannoni che potrebbero sorgere.
In mezzo alle due aree dei due comuni dovrebbe essere realizzata una nuova viabilità che collegherà queste due aree a sud con il viale XXV Aprile e a nord con la via Aurelia, con allargamento del sottopasso ferroviario e realizzazione di 2 rotonde sull’Aurelia. Al momento non è stato fatto nulla!!!
Quarta riflessione. Tutti questi progetti al momento sono fermi, poiché non c’è alcuna richiesta da parte di operatori locali o esterni. Questo elemento conferma che questi progetti sono nati senza una analisi a monte sulle necessità effettive di nuove aree produttive (artigianali, commerciali, servizi), ma sono nate per uno scopo che non ha più ragione di essere (le segherie quasi non ci sono più!!!), ma non si sapeva allora e non si sa oggi quali saranno le attività produttive del prossimo futuro. In assenza di una analisi, gli strumenti di programmazione del territorio (il PUC, il PTC, ecc.) non fanno altro che riportare le esigenze dei singoli proprietari che aspirano solo a conseguire profitti da terreni oramai incolti e abbandonati.
Quinta riflessione. I due comuni devono attrezzare l’area di fognature, viabilità, allacci all’energia elettrica e al metano, ecc. cioè devono rendere l’area idonea dal punto di vista urbanistico. Le opere di urbanizzazione si aggirano tra gli 8 e i 10 milioni di euro, parte in carico al Comune di Sarzana e parte a quello di Castelnuovo, oltre alla Salt!!! Cioè le pagheremo noi cittadini!!! Una somma enorme che dovrebbe essere spesa per rendere appetibili le due aree e permettere ai privati di costruire, anche se non si sa a chi interessano questi capannoni e non si sa quali attività vi verranno svolte. Un vero disastro urbanistico. Un ulteriore consumo di territorio agricolo senza al momento uno scopo, una utilità sociale e/o economica!!!
Sesta riflessione. In questa disastrata situazione urbanistica si innestano le iniziative finanziarie del Comune di Sarzana. Riassumiamo la storia. Il 17 ottobre 2007 è costituita la società Sarzana Valorizzazione Patrimonio s.r.l. a socio unico, il Comune (capitale sociale € 20.000). Il 29 ottobre 2007 la Società acquista dal Comune il Vecchio Mercato e il piazzale di piazza Terzi per 4.984.000 euro e 42.000 mq di terreni agricoli di Tavolara per 1.594.000 di euro (valori di perizia), destinati di lì a un anno a diventare edificabili con una Variante al PRG. Totale 6.578.000 euro. Per acquistare l’ex mercato e il terreno la s.r.l. comunale ottiene da Carispe un’apertura di fido di 6.500.000. La banca è garantita da una lettera di “patronage” dello stesso Comune (cioè se la società non paga, subentra il Comune). La società Valorizzazione Patrimonio SRL non riesce a vendere gli immobili e resta inattiva. Il debito con la banca lievita per gli interessi ai quali si aggiungono le spese di gestione. Nel 2012 il Comune riacquista i terreni per saldare parte dei debiti della propria società pare utilizzando gli oneri di urbanizzazione del Piano Botta. Resta una residua esposizione garantita dal Comune con una fideiussione di un milione e 400 mila euro pretesa dalla banca Carispe (Crédit Agricole) per garantire l’esposizione della società comunale Sarzana Patrimonio e Servizi. Questa coincisa cronistoria serve per far comprendere come il Comune di Sarzana abbia una necessità immediata di poter vendere i terreni e avviare i lavori. Ma soprattutto ha bisogno della collaborazione del Comune di Castelnuovo e, quindi, ha bisogno che il futuro Sindaco sia un “amico” di Sarzana.
Settima riflessione. La fusione tra Castelnuovo e Ortonovo era stata proposta anche per risolvere i problemi finanziari di Ortonovo e trovare una collocazione all’uscente sindaco Favini non più ricandidabile. La vittoria del NO ha fatto saltare questo progetto, ma ha anche rimesso in discussione la situazione di Sarzana, la quale ha bisogno di un “amico” che ricopra la carica di Sindaco di Castelnuovo. In sostanza, al PD oramai non interessano più le necessità dei castelnovesi, ma soltanto gli equilibri finanziari dei Comuni, senza farsi mancare lo soddisfacimento delle prospettive di carriera personali dei sindaci uscenti e di quelli candidati.
"Quando avranno inquinato l’ultimo fiume, catturato l’ultimo bisonte, abbattuto l’ultimo albero, pescato l’ultimo pesce, solo allora si accorgeranno di non poter mangiare tutto il denaro accumulato nelle loro banche.” (Toro Seduto)
Euro Mazzi

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