
Dunque
anche per il “destino” urbanistico di questa area posta tra la ferrovia e la
via Aurelia si pone la consequenziale necessità che alla guida del Comune di Castelnuovo ci sia un “amico” di Sarzana e non
una persona autonoma che abbia “le mani libere”, evitando che metta
cioè al primo posto gli interessi di Castelnuovo e dei castelnovesi e non
quelli di Sarzana. Insomma, il Comune di Sarzana ha bisogno per sue esigenze (finanziarie
e urbanistiche) che Castelnuovo sia in
rapporto di vassallaggio, cioè obbedisca e non intralci più di troppo.
Passiamo
ad esaminare le due aree. Nel programma di Uniti per Castelnuovo del 2009
(quello per intendersi con cui sono stati eletti sia Favini alla carica di
Sindaco che Montebello alla carica di capogruppo consigliare) troviamo scritto
che: “La zona Tavolara sottoferrovia, la
corrispondente zona sopraferrovia fino all’Aurelia (cd. Ex-Sbarbaro), tutta
l’area della ex-cava Filippi che viene a lambire Molicciara e il centro
commerciale La Miniera; si tratta di una vasta area sulla quale sono
previste grandi trasformazioni urbanistiche. Allora la necessità di coordinare la viabilità che né deriva, diventa
un’esigenza fondamentale, sia per il carico di utenze che le nuove attività
insediate porteranno, sia anche perché un’area così vasta da servire con
viabilità e opere infrastrutturali, diventa forse l’unica e straordinaria
occasione di trovare una soluzione alle problematiche
di viabilità del nostro territorio”.
Come
si vede non sono spiegati gli interventi nello specifico ma solo la necessità
di prevedere una viabilità adeguata. Allora ripartiamo da ciò che ci si può
fare sopra e poi verifichiamo le conseguenti opere di urbanizzazione compresa
la viabilità.
Sarzana
prevede nell’area di San Lazzaro, gestita da una società a controllo comunale la
«Sarzana Sviluppo» e che vede
coinvolte Cna e Unieco, tredici
capannoni da 25mila metri quadrati coperti destinati ad artigianato, commercio
e direzionali, oltre a 30mila metri quadrati di piazzali su un totale di 85mila.
Se si somma questo intervento in località San Lazzaro con quello di Tavolara
nel solo Comune di Sarzana sparirà “il verde” su un totale di 93mila metri
quadrati, quanto 14 campi di calcio da serie A circa. Comunque entrambe queste
due aree produttive insistenti sul Comune di Sarzana sono totalmente ferme, in quanto non ci sono al momento offerte
di acquisto da parte di alcun operatore.
Castelnuovo
ha previsto nel PUC in vigore dal 2001 il distretto della Via Aurelia, suddiviso
in 5 sub distretti, ognuno dei quali ha valore di unità minima di intervento.
Per l’attività artigianali, commerciali, servizi e residenza (una unità con superficie
di mq. 120 per edificio). Si tratta di una superficie complessiva di 92.240 mq.
dove possono essere edificati capannoni per 43.390 mq (circa 143 mc. di
volumetrie). Anche per questi distretti castelnovesi non si riscontrano
richieste di costruzioni, in quanto non ci sono offerte di acquisto da parte di
alcun operatore.

Come
si può facilmente intuire si tratta di interventi che (se attuati) inciderebbero pesantemente sia sull’ambiente
(polveri, rumori, smog), nonché sull’ecosistema
(nuova edificazione e sparizione di altre aree verdi o agricole), ma
soprattutto sulla viabilità già attualmente caotica della via Aurelia, che
neanche il collegamento con il viale XXV Aprile risolverebbe.
Dunque,
si era partiti negli anni Ottanti per risolvere il problema dei rumori e dell’inquinamento
delle segherie e rischiamo di ritrovarci
con nuovi problemi ambientali di inquinamento e di rumori!!!
Ma
soprattutto questi interventi non sono conseguenti ad analisi di mercato su
quali sono le attività produttive necessarie e che hanno un futuro nel medio e
lungo periodo. Questi interventi non hanno neanche il “respiro” corto della
pura speculazione del proprietario dei terreni che aspira a ricavare dalla
propria proprietà terriera un maggior valore o utile, poiché attualmente non è stata ancora fatta alcuna
opera esecutiva.
Eppure
la legge urbanistica impone una analisi, una verifica delle necessità e delle
prospettive, cioè una programmazione del territorio. Nel caso ora esaminato … non vi è nulla!!! E allora da dove provengono questi impulsi edificatori
così pesanti in termini di peggioramento dell’ecosistema di queste aree di
confine tra i due comuni di Castelnuovo e di Ortonovo???
Ognuno
dia la propria risposta … ma … l’occasione delle elezioni del 25/5/2014 può
essere sfruttata per imporre un principio: quello del blocco al consumo del
territorio se non è strettamente necessario per il raggiungimento di
determinati e importanti obiettivi di utilità pubblica.
Ma
soprattutto c’è la necessità di rimettere
al centro il nostro territorio che ha unicità paesaggistica, ha storia e
identità che può essere raccontata agli altri e attrarre così attenzione e
interesse.
Partire
da ciò che effettivamente abbiamo (ambiente, paesaggio, territorio, tradizioni,
cultura, prodotti tipici, enogastronomia); si tratta di prenderne coscienza e
di valorizzarlo tutto nel suo insieme, inserendolo in un progetto di marketing
territoriale e su questo costruire opportunità anche di lavoro e di sviluppo
“sostenibile”.
Uno
dei nostri slogan recita “dopo i sogni
sulla grande Luni, torniamo alla realtà castelnovese” che potrebbe apparire
come un accontentarsi, un rinchiudersi nel nostro piccolo comune … in realtà è
esattamente l’opposto, poiché non era intelligente partire dai sogni di
grandezza connessi alla fusione, dato che si partiva dal nulla.
Ora
abbiamo una opportunità che non va sprecata … è una sfida che va vinta per i
nostri nipoti.
“Quando meno ce
lo aspettiamo, la vita ci pone davanti a una sfida, per provare il nostro
coraggio e la nostra volontà di cambiare. In quel momento non serve fingere che
non stia accadendo nulla, o scusarci dicendo che non siamo ancora pronti. La
sfida non attende. La vita non guarda indietro. Una settimana è più che
sufficiente per decidere se vogliamo accettare o no il nostro destino”. (Paulo Coelho)
Euro Mazzi
Nessun commento:
Posta un commento