La popolazione residente a
Castelnuovo al 31/12/2013 ammontava a 8.453 unità, rispetto al 2001 (7.924
residenti) la crescita è stata di 529 unità; rispetto al 1991 (7.912 residenti)
la crescita è stata di 541 abitanti.
Il primo elemento di riflessione
riguarda il flusso migratorio: dal gennaio
2002 al dicembre 2013 vi è stato un flusso migratorio elevato con un saldo pari a +975 unità,
quale differenza tra i 4.014 immigrati e i 3.039 emigrati.
Questo notevole
flusso di immigrazione proviene in gran parte dai comuni limitrofi di Carrara e
di Massa. Sono dati molto importanti che denotano un movimento in entrata e in
uscita assai consistente; il fenomeno dell’immigrazione (4.014 unità) se
rapportato ai 7.924 abitanti presenti al 2001 rappresentano ben il 50,66% della
popolazione, ma non meno consistente è stato il flusso in uscita (3.039
emigrati) pari al 38,35% dei residenti.
Insomma, in 12 anni è cambiata la
composizione dei residenti: molti castelnovesi sono andati via (emigrati) e altri sono venuti ad abitare a Castelnuovo
(immigrati); vi è stato cioè un movimento migratorio assai consistente che ha
fatto crescere la popolazione residente di ben 529 unità. Questo incremento derivante
dal movimento migratario (+975 unità) è, però, stato contenuto dai negativo andamento
naturale di ben 446 unità, frutto di 734 nascite e 1.180 morti.
Il secondo elemento di riflessione
riguarda una delle cause di questo particolare andamento demografico, cioè il
PUC. Infatti, il PUC è entrato in vigore in data 20/9/2001 e da questa data ha
iniziato ad incidere sulla realtà castelnovese e i risultati sono quelli sopra
descritti. Per conferma basta verificare che nel periodo precedente la
popolazione è cresciuta di sole 45 unità, passando cioè da 7.912 residenti nel
1991 a 7.955 residenti nel 2001. Il paradosso è che in questi anni sono state
rilasciate molte concessioni edilizie e molte case sono state costruite, molte
di queste risultano invendute e disabitate; ma allora come mai molti
castelnovesi sono stati costretti ad emigrare? Molti castelnovesi hanno
comprato casa nei comuni limitrofi specie in quello di Sarzana e Santo Stefano
(e quindi sono emigrati) perché le nuove abitazioni costruite a Castelnuovo
hanno una tipologia di villetta
bi-tri-quadrifamiliare che comporta costi abbastanza elevati (dunque, una
tipologia alla portata di ben poche “tasche”!). Al contrario nei comuni limitrofi
di Sarzana e Santo Stefano esiste ed è diffusa la tipologia dell’appartamento
con costi notevolmente inferiori (dunque alla portata di un numero maggiore di
“tasche”).
Come mai si è verificata una
immigrazione dai comuni di Carrara e Massa? La tipologia di villetta
bi-tri-quadrifamiliare non era presente nei loro comuni e aver offerto tale
possibilità sul nostro territorio ha rappresentato (di fatto) una risposta a
esigenze esterne (carrarine e massesi), ma non certamente ai giovani e alle
nuove coppie locali che sono state costrette ad emigrare.
Il risultato è che aumenta l’invecchiamento
della popolazione castelnovese e i giovani emigrano anche perché non ci sono
più occasioni di lavoro nel nostro territorio.
In sostanza il PUC è stato fatto unicamente
per soddisfare non le reali esigenze dei
castelnovesi, ma soltanto quelle dei residenti di altri Comuni, consumando
però il territorio castelnovese con costruzioni che hanno rappresentato un ottimo affare solo per chi ha interessi nel
settore edile (professionisti, società di intermediazione immobiliare e
società di costruzione edile).
Terzo elemento di riflessione.
Con questi elevati flussi migratori si sta rischiando di stravolgere la
stabilità sociale del territorio, cioè i legami che si instaurano tra residente e il
proprio territorio, ma anche la stessa “identità”
castelnovese, facendo conseguentemente crescere i problemi di sicurezza, di
solidarietà e di buon vicinato. Sotto questo profilo, purtroppo, il problema
della sicurezza oggi è diventato reale anche in un comune periferico come è
Castelnuovo.
L’analisi dell’andamento
demografico testimonia un fallimento: quello del PUC fatto nel 2001 senza una
vera logica di programmazione, poiché privo di analisi corrette. Infatti, l’analisi
demografica allora fatta era volutamente artefatta. Il Puc prevedeva una
necessità di 200 nuovi alloggi necessari per coprire le esigenze delle nuove famiglie
(quelle uni-personali, cioè formate da una sola persona, e quelle
derivanti dallo sviluppo economico che doveva scaturire dall’insediamento di nuove
attività produttive) che avrebbero portato la popolazione a oltre 10.000
abitanti. Tutte previsioni sballate, puntualmente dal sottoscritto all’epoca
denunciate come non veritiere; e così è stato! Avevo visto giusto!
Oggi è possibile verificare oggettivamente attraverso una semplice analisi
statistica a livello demografico: il PUC ha fallito, chi ha governato
Castelnuovo in questi anni non ha saputo prefigurare un futuro per le nuove
generazioni, ha fatto solo gli interessi della
lobby dell’edilizia. E il rischio è che si costruirà ancora di più e senza
alcun beneficio alcuno.
Urgono persone competenti e capaci alla guida di questo
comune.
Euro Mazzi
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