La
Direttiva Europea n. 2008/98/CE ha disegnato una strategia chiara per la
gestione dei rifiuti, che pone la
prevenzione, ossia la riduzione della quantità di rifiuti prodotti, come
priorità; seguita dal riutilizzo e dal
recupero di materia; pone poi il recupero
energetico come ultimo strumento di utilizzo, mentre si dovrebbe ricorrere
solo in via residuale allo smaltimento
in discarica. Questa direttiva non è stata ancora pienamente realizzata dai
vari Paesi europei, dove neanche la raccolta differenziata che è il presupposto
del riciclo dei rifiuti è stata ancora pienamente attuata: nel 2010 Austria e
Germania stavano sopra il 60% di raccolta differenziata, mentre l'Italia arrivava
con fatica al 35%.
Esaminiamo
in sintesi l’organizzazione della gestione dei rifiuti in Germania, che
presenta molte caratteristiche positive da tenere in considerazione. In Germania si tiene conto di tre regole:
la prima è quella di evitare le immondizie; la seconda è quella di separare i
rifiuti; la terza è paga di più chi produce più rifiuti.
L’ufficio
statistiche ha calcolato che nel 2011 erano stati prodotti 37,2 milioni di
tonnellate di rifiuti domestici (454 Kg per persona, 4 Kg in più di quelli del
2010), ma la Germania è in testa alle altre nazioni europee in termini di riciclo, con una percentuale di circa il
70%.
In
Germania è il produttore che finanzia lo
smaltimento degli oggetti divenuti rifiuti, in quanto il
costo per tale operazione è già compreso nel prezzo di
acquisto; gran parte del processo di smaltimento
e/o riciclaggio è dunque gestito direttamente dalle industrie e non dai Comuni.
Per il cittadino, lo smaltimento è per la maggior parte gratuito (in quanto il
costo è già compreso nel prezzo di acquisto), oppure il riuso e la
valorizzazione dei materiali contenuti è sufficiente a coprirlo (pagato quindi
dal guadagno di chi “lavora” il rifiuto riciclato). Al cittadino rimangono i costi per lo smaltimento del secco e si paga a
volume per dimensioni e numero di bidoni o cassonetti richiesti.
In
Germania la raccolta differenziata dei rifiuti domestici incomincia verso la
metà degli anni ’70, ma dal 1990 si è intensificata regolando il riciclaggio e la
valorizzazione delle materie prime contenute. Parallelamente al fiorire del business del riciclaggio, lo smaltimento in discariche è notevolmente diminuito. Dal 1 Giugno
2005 è proibito poi lo smaltimento in discarica dei rifiuti non trattati,
mentre il secco viene eliminato in inceneritori e trasformato in energia
elettrica o calore (circa 17 milioni di tonnellate nel 2006). La legislazione
vigente, però, impone la priorità al riutilizzo e alla rivalorizzazione dei
rifiuti e solo dopo, per il rimanente, la trasformazione in energia.
La
suddivisione dei rifiuti in varie categorie è simile a quella italiana. A
Monaco, per esempio, esiste il sistema dei tre contenitori che vengono
richiesti in Comune e svuotati settimanalmente o ogni 15 giorni: bidone blu (per
carta e cartone; bidone marrone (prodotti biodegradabili, scarti alimentari che
diventeranno compost); bidoni neri o
grigi (rifiuti non riciclabili)
Oltre
alle pattumiere in casa ci sono i punti di raccolta nei quartieri per
depositare i seguenti rifiuti: i contenitori gialli (prodotti di plastica e di
alluminio, scatolame ecc.); i contenitori per il vetro (divisi per colore
marrone, verde, bianco). Esiste poi un camioncino che raccoglie i rifiuti
tossici passando direttamente nei quartieri. Ci sono poi le piattaforme
ecologiche dove si possono portare i rifiuti speciali, ingombranti, medicine,
materiale elettrico, pile, verde, lubrificanti, legno, ferrovecchio, macerie,
vestiti ecc. Per lo smaltimento di alcuni prodotti si paga a parte.
Dove
è praticato il sistema duale,
l’unità famigliare o il condominio dispone di un bidone o cassonetto di colore
giallo dove introdurre contenitori e imballaggi col marchio Grüner Punkt. È compito di chi raccoglie i rifiuti occuparsi direttamente dello
smaltimento o trattamento, oppure inviarli a chi lo farà per lui.
A
Monaco di Baviera le tasse sullo smaltimento del secco (si sono abbassate
parecchio rispetto agli anni precedenti) vanno da 287 €/anno per uno svuotamento
settimanale del bidone da 120 litri (150 € se quindicinale) fino a 1,696 €/anno
per cassonetto da 1.100 litri (920 € se quindicinale). Negli ultimi anni si è
introdotto in tanti comuni tedeschi il concetto del: chi produce tanti rifiuti e non ricicla, paga di più e perciò le
pattumiere possono essere pesate. Con questa politica si cerca di
responsabilizzare ulteriormente i cittadini premiando l’impegno anche a livello
economico.
La cauzione per
il multiuso di bottiglie e contenitori (Pfandflaschen). Il
consumatore paga una cauzione all’acquisto di bottiglie di vetro o di plastica
PET multiuso (le bottiglie di plastica dell’acqua minerale sono multiuso ma non
le lattine di alluminio). La cauzione verrà restituita alla riconsegna del
vuoto presso lo stesso punto dove è avvenuto l’acquisto (supermercato/negozio
dove esiste un apposito apparecchio in cui inserire le bottiglie e ritirare una
specie di scontrino da presentare alla cassa). Bottiglie vuote di vetro
non restituite vanno a finire nel bidone del vetro, contenitori di plastica nel
secco e in questo caso si perderà la cauzione (da 8 fino a 15 cent.).
Al
contrario delle bottiglie e contenitori usati una-sola-volta che devono essere
lavorati (esempio la plastica ridotta a granuli e poi fusa nuovamente), quelli multiuso vengono semplicemente lavati
chimicamente e poi riusati (esempio: una bottiglia di vetro fino a 50 volte;
una bottiglia di plastica fino a 25); non ne guadagna solo il clima ma anche i
posti di lavoro che vengono conservati.
Nel
1991, la Germania ha adottato l’Ordinanza sulla prevenzione dei rifiuti di
imballaggio, la quale impone a
tutti i produttori di raccogliere e, quindi, riciclare o riutilizzare le
confezioni dopo che sono state smaltite dai consumatori; le aziende
diventano responsabili per i loro imballaggi fino al termine del loro ciclo di
vita, incoraggiati così a confezionare merci con meno materiali, in modo da
minimizzare i costi di riciclo e smaltimento. L’ordinanza si concentra sul
miglioramento di tre categorie di imballaggi: imballaggi per il trasporto (casse e scatole di spedizione); imballaggio secondario (cassette non
essenziali); l’imballaggio primario
(involucri che vengono a contatto con il prodotto, come i tubetti del
dentifricio).
I produttori
pagano una quota per diventare membro del Duales System Deutschland GmbH (DSD) ed essere
quindi autorizzati a stampare il marchio Der
Grüne Punkt (Punto Verde) su tutti i loro imballaggi, garantendone la
qualità. Le tasse vengono decise in base al materiale, il peso e il numero di
elementi che lo compongono. Il DSD
prende in considerazione anche quanto costerà raccogliere, ordinare, trattare e
riciclare i diversi materiali.
Dal
1/1/09, con la quinta riforma della suindicata Ordinanza i produttori e i distributori di prodotti contenuti in
imballi e confezioni di vendita o destinati agli utenti finali hanno l’obbligo di ritirare tali
confezioni, una volta usate, allo scopo di riutilizzarle o riciclarle (per
cui non sarà più obbligatorio apporre il Punto Verde sulle confezioni). Per
adempiere a tale normativa le aziende devono associarsi ad un sistema duale di
raccolta predisposto a livello nazionale al recupero degli imballaggi. Le nuove
disposizioni prevedono che non sarà più possibile per le aziende effettuare
l’autorecupero delle confezioni di vendita da loro poste in commercio. Ogni singolo prodotto dovrà partecipare al
sistema di smaltimento di un Duales
System tedesco per non incorrere in sanzioni e i produttori devono
periodicamente versare direttamente al Sistema Duale il contributo dovuto.
Gli imballi
vengono recuperati a casa del consumatore (sacco/contenitore giallo) o
raccolti tramite le campane per la raccolta differenziata. Successivamente
vengono selezionati ed entrano nel ciclo di recupero. L’80% di tutte le confezioni devono, secondo la legge tedesca, essere
recuperate attraverso questo ciclo. In questo modo vengono risparmiate le
limitate risorse naturali. I materiali riciclati possono essere riutilizzati come
le materie originarie (vetro- bottiglie, carta- scatole, ecc.), oppure possono
sostituire materie prime in altri cicli produttivi.
Una
volta raccolti i rifiuti, la maggior parte è trasferita direttamente ad un impianto di smistamento, dove le
parti riciclabili vengono separate da quelle non riciclabili. I materiali
che, principalmente, vanno agli impianti di smistamento sono carta e cartone,
imballaggi, prodotti tessili e calzature, rifiuti ingombranti, rifiuti
pericolosi, rottami metallici, elettronici e batterie.
Da un impianto
di cernita, il materiale viaggia in direzioni diverse, ad esempio: la carta va
in cartiera, il vetro va a un impianto di trasformazione e successivamente in
vetreria, i capi d’abbigliamento ai distributori di seconda mano.
Tutto
ciò che non può essere riciclato verrà incenerito o sottoposto a trattamento
meccanico/biologico, prima di essere portato in una discarica.
PRO Europe (l’organizzazione
per i sistemi di gestione dei rifiuti di imballaggio europeo) segnala che 3,2
milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggi commerciali tedeschi sono state
recuperate nel 2007, oltre l’88% di tutte le confezioni prodotte in Germania
quell’anno.
In
Germania nell’ultimo decennio sono state
chiuse molte discariche per rifiuti urbani, ma sono stati costruiti molti termovalorizzatori in
previsione di un aumento della produzione di immondizia; è stata una previsione
che si è rivelata non corretta perché il già alto tasso di riciclo dei tedeschi
è aumentato ancora, mettendo in crisi queste
centrali elettriche e costringendole a rivolgersi all’importazione dagli altri Paesi
dell’UE meno attenti al problema e desiderosi di disfarsi dei propri
rifiuti. I prezzi di incenerimento dei rifiuti non pericolosi in Germania sono,
però, risaliti nel 2014 (in 3 anni passati da circa 30€/ton. a 80€/ton.); gli
aumenti riguardano sia i termovalorizzatori che gli impianti di trattamento meccanico
biologico (TMB) di proprietà sia pubblica che privata, e per il 2015/6 sono
previsti ulteriori aumenti. Questa inversione di tendenza è dovuta alla
riduzione significativa della sovracapacità di trattamento degli impianti
tedeschi, dovuta sia alla maggiore produzione di rifiuti interna che
all’importazione di rifiuti dagli altri Paesi Europei.
Una
caratteristica importante da sottolineare riguarda l’idea tedesca del riciclo
non applicata solo alla comune immondizia, ma praticamente a tutto ciò che
riguarda la routine quotidiana: per esempio si sono sviluppati negozi per vendita
di prodotti riciclati (es. vestiti, accessori, oggettistica, ecc.); l’abitudine
al regalare ciò di cui non si ha più bisogno invece di gettarlo via (dai mobili
ai vestiti); in generale si raccomanda di fare attenzione al momento degli
acquisti, ad esempio: preferenza alle
ricariche dei vari prodotti; riciclabilità e rispetto dell’ambiente dei prodotti
e delle loro confezioni; la buona qualità dei prodotti per evitare il loro deterioramento
o la moltiplicazione dei rifiuti.
Insomma,
l’impostazione della gestione dei rifiuti è regolata da leggi che impongono il
riutilizzo dei materiali contenuti nel rifiuto, ma soprattutto da una severa
vigilanza sull’effettiva osservanza di tali disposizioni … un buon esempio che
fa capire tutti i limiti dell’attuale gestione (anche di quella più positiva) che
avviene in Italia.
Euro
Mazzi
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