Empoli
iniziava la raccolta dei rifiuti col sistema
porta a porta nel maggio 2011 e già a fine 2012 raggiungeva il traguardo di
portare la produzione pro capite di rifiuti che finiscono in discarica a meno
di 75 kg all’anno. Empoli supera i 48 mila abitanti e nel 2006 produceva 30.067
ton. di rifiuti, di cui solo 11.415,02 ton. era raccolta in modo differenziato
(RD effettiva del 37,96%). La svolta organizzativa del 2011 permetteva alla raccolta differenziata di passare da
15.229,48 ton. (RD effettiva del 55,79%) a 18.140,11 ton. nel 2012 (RD
effettiva del 85,34%) e poi a 18.629,48 ton. nel 2014 (RD effettiva del 83,93%).
Contestualmente calava la produzione
globale di rifiuti (nel 2014 scendeva a 22.195,28 ton. pari a 462,32
kg/anno per abitante) e così il rifiuto
indifferenziato nel 2014 ammontava solo a 3.565,81 ton. (il 16,07% del
totale prodotto, corrispondente ad una produzione
di rifiuti indifferenziati di 64,28 kg./anno per abitante).
Il Comune di Empoli vedeva certificata la propria raccolta differenziata nel 2014 al 93,99% (era il 44,13 nel 2010), percentuale che rappresenta una delle più elevate d’Italia. Empoli arrivava a questi risultati dopo altre esperienze positive conseguite nel circondario Empolese Valdelsa (11 comuni, con una popolazione di 177.257 abitanti, con una produzione media di rifiuti urbani di 389 kg/ab. nel 2014, mentre la percentuale media di raccolta differenziata certificata raggiunge il 92,91%, con punte che arrivano a Gambassi Terme, con 5089 abitanti, ad un RD al 98,08%).
Il Comune di Empoli vedeva certificata la propria raccolta differenziata nel 2014 al 93,99% (era il 44,13 nel 2010), percentuale che rappresenta una delle più elevate d’Italia. Empoli arrivava a questi risultati dopo altre esperienze positive conseguite nel circondario Empolese Valdelsa (11 comuni, con una popolazione di 177.257 abitanti, con una produzione media di rifiuti urbani di 389 kg/ab. nel 2014, mentre la percentuale media di raccolta differenziata certificata raggiunge il 92,91%, con punte che arrivano a Gambassi Terme, con 5089 abitanti, ad un RD al 98,08%).
Questo
“successo” è stato preparato con una capillare campagna d’informazione rivolta ai cittadini (22500 utenze) e alle
aziende (3300 attività tra negozi e imprese); favorita e realizzata dalla società
Publiambiente Spa, la quale risulta essere tra le più positive nel panorama
assai negativo delle partecipate pubbliche italiane.
Gli
empolesi gestiscono i contenitori domiciliari distinti per colore: il marrone
per l’organico ritirato due volte a settimana, quello celeste per il
multimateriale ritirato una volta a settimana come la carta nel contenitore bianco
e l’indifferenziato (quello che finisce davvero in discarica) di colore grigio.
Ogni contenitore ha un rilevatore magnetico che l’addetto di Publiambiente
legge con l’apposito strumento; una modalità che ha permesso l’introduzione della tariffazione puntuale,
composta da una quota fissa più una variabile, su quest’ultima (composta dal
costo dello svuotamento del contenitore grigio dell’indifferenziata) si pagherà
in base alla personale produzione di rifiuti (per cercare di equiparare la produzione di pattumiera al
consumo di acqua, gas ed energia elettrica: più si consuma più si paga).
Insomma,
il modello messo in atto da Publiambiente sembra funzionare sia in comuni
piccoli che in comuni medio grandi, mentre i dati sulla Toscana, nel suo
complesso, segnalano una situazione più arretrata: la produzione di rifiuti pro
capite è di 596 kg/ab. per anno, la raccolta differenziata, nel 2013, si è attestata
al 42%, ben lungi dal 65%, obiettivo previsto dalla normativa per il 2012,
mentre, nel 2014, si avvicina al 50%. Da cosa dipendono queste differenze?
Sicuramente il
sistema di raccolta porta a porta attuato nell’empolese permette una migliore tracciabilità
dei rifiuti prodotti da ciascuna utenza, favorendo in questo modo una maggiore
responsabilità nella gestione da parte del cittadino, soprattutto consente la
netta separazione tra i flussi dei rifiuti urbani e i rifiuti
speciali prodotti nelle aree industriali. Sono queste peculiarità del
sistema che fanno raggiungere gli importanti risultati nelle raccolte
differenziate e nella ridotta produzione di rifiuti, risultati che non sembrano
raggiungibili con il vecchio sistema a cassonetto stradale.
Un
altro motivo di successo risiede nella società che gestisce questo servizio. Publiambiente Spa è il secondo
operatore del settore ambientale in Toscana, in termini di fatturato, bacino di
utenza e volume di rifiuti trattati, ma è il primo per la quantità e qualità
della raccolta differenziata. L'azienda può contare su circa 265 addetti e 180 mezzi operativi, ha
un bacino d'utenza di circa 400.000 abitanti e produce un fatturato di oltre 37
€/mil., raccogliendo più di 230.000 ton. di rifiuti. Publiambiente effettua il
servizio in 28 Comuni delle Province di Firenze, Pistoia e Siena, occupandosi
prevalentemente dei servizi di igiene urbana, della raccolta dei rifiuti solidi
urbani, delle raccolte differenziate, nonché del trattamento delle materie
recuperabili e dello smaltimento finale dei rifiuti. Il sistema di raccolte differenziate predisposto è
capillare e completo (carta, vetro, plastiche, metalli, tetrapak, legno,
verde, frazione organica, indumenti usati, rifiuti pericolosi, rifiuti
elettronici), consentendo così di poter raggiungere queste elevate percentuali.
Il rifiuto raccolto viene, poi, trattato grazie ad una completa dotazione impiantistica, che va da strutture di
pre-trattamento e selezione, ad impianti di compostaggio dalla tecnologia
d'avanguardia, fino alle discariche di nuova generazione, progettate e gestite
in modo da monitorare e contenere l'impatto ambientale, garantendo così ai
Comuni serviti l'autosufficienza nel campo del trattamento e smaltimento dei
rifiuti.
I rifiuti solidi urbani e la frazione organica da raccolta differenziata vengono trattati nell'impianto di Montespertoli (16.000 mq. di cui 10.000 coperti; 500 tonnellate di rifiuti trattati ogni giorno; un processo produttivo che avviene interamente al chiuso; un sistema di controllo interamente computerizzato). Dalla lavorazione dei rifiuti indifferenziati si ottiene la FOS, un terriccio utilizzato principalmente come materiale inerte per la copertura di discariche o cave. Dalla lavorazione dei residui organici, provenienti dalla raccolta differenziata, si ottiene il compost di alta qualità, vale a dire un terriccio, che può essere utilizzato ad esempio dalle aziende florovivaistiche per arricchire la terra di sostanze nutritive. La produzione del compost avviene in 24 grandi biotunnel, lunghi 30 metri, capaci di contenere 750 metri cubi di prodotto ciascuno, per un totale di 18.000 metri cubi. In questo modo, soltanto gli scarti non recuperabili del processo produttivo vengono depositati nella discarica adiacente, dotata dei più moderni sistemi di monitoraggio ambientale. Si ha così una riduzione drastica dei rifiuti da depositare nella discarica e se ne prolunga la "vita". I residui secchi (vetro, plastica, metalli, tetrapak) raccolti nelle campane multimateriale, sono separati negli impianti di Empoli e Pontedera della Revet Spa, società partecipata da Publiambiente. I residui cellulosici sono trasportati ad una cartiera situata nei pressi di Empoli.
I rifiuti solidi urbani e la frazione organica da raccolta differenziata vengono trattati nell'impianto di Montespertoli (16.000 mq. di cui 10.000 coperti; 500 tonnellate di rifiuti trattati ogni giorno; un processo produttivo che avviene interamente al chiuso; un sistema di controllo interamente computerizzato). Dalla lavorazione dei rifiuti indifferenziati si ottiene la FOS, un terriccio utilizzato principalmente come materiale inerte per la copertura di discariche o cave. Dalla lavorazione dei residui organici, provenienti dalla raccolta differenziata, si ottiene il compost di alta qualità, vale a dire un terriccio, che può essere utilizzato ad esempio dalle aziende florovivaistiche per arricchire la terra di sostanze nutritive. La produzione del compost avviene in 24 grandi biotunnel, lunghi 30 metri, capaci di contenere 750 metri cubi di prodotto ciascuno, per un totale di 18.000 metri cubi. In questo modo, soltanto gli scarti non recuperabili del processo produttivo vengono depositati nella discarica adiacente, dotata dei più moderni sistemi di monitoraggio ambientale. Si ha così una riduzione drastica dei rifiuti da depositare nella discarica e se ne prolunga la "vita". I residui secchi (vetro, plastica, metalli, tetrapak) raccolti nelle campane multimateriale, sono separati negli impianti di Empoli e Pontedera della Revet Spa, società partecipata da Publiambiente. I residui cellulosici sono trasportati ad una cartiera situata nei pressi di Empoli.
Publiambiente
ha costituito, insieme a partner
privati leader di settore, la società Valcofert Srl (controllata al 51%), che è
interamente dedicata alla commercializzazione
di ammendanti (compost) ed ha
acquisito una partecipazione del 15% in Revet Spa, che è leader in Toscana
nella raccolta e trattamento delle
frazioni secche e che sta ultimando un sistema impiantistico d'avanguardia per
la valorizzazione commerciale delle plastiche recuperate.
Dunque,
ci troviamo di fronte ad una esperienza complessa e articolata, con molte luci
… ma anche qualche preoccupazione.
La
prima preoccupazione riguarda proprio la società che gestisce questo servizio
che manifesta segni di involuzione, pur
mantenendo ancora un andamento positivo, come dimostrano questi sintetici dati di bilancio.
Il
bilancio 2014 di Publiambiente si è chiuso
con un utile di € 250.577 (in calo riguardo a 474.353 del 2013), utile
derivante dalle seguenti più significative voci: un valore della produzione di
66,8 €/mil. (in calo rispetto ai 69,8 €/mil. del 2013 e ai 69,4 €/mil. del
2012, con costi operativi pari a 32,3 €/mil. (erano 34,4 nel 2012), un costo del personale in aumento a 18,2
€/mil. (rispetto ai 17,9 del 2012), con ammortamenti pari a 13,3 €/mil. (erano
16,9 nel 2012) e con oneri finanziari in calo a 2,5 €/mil. riguardo ai 3,4 del
2012.
Il
patrimonio netto risulta in leggero
aumento a 12,6 €/mil. rispetto a 11,0 €/mil. del 2012, incremento dovuto
alla maggiore riduzione sia delle passività consolidate (da 33,3 €/mil. del
2012 a 24,9 €/mil. del 2014) che di quelle correnti (da 75.6 €/mil. del 2012 a
57.0 €/mil. del 2014), riguardo alla analoga riduzione sia delle immobilizzazioni
(da 53.5 €/mil. del 2012 a 44.8 €/mil. del 2014), che dell’attivo circolante
(da 66.4 €/mil. del 2012 a 49,8 €/mil. del 2014).
Il
dato più significativo dell’involuzione si ritrova nel netto calo degli investimenti: nel 2014 sono stati pari
complessivamente ad 2,3 €/mil. (e sono riferiti per 1,1 €/mil. al settore
raccolta, per 0,7 €/mil. al settore smaltimento, per 0,4 €/mil. ai servizi),
rispetto ad investimenti più consistenti negli anni pregressi (10,5 €/mil. nel
2013; 18,2 €/mil. nel 2012; 9,4 €/mil. nel 2011; 8,0 €/mil. nel 2010; 11,2
€/mil. nel 2009; 7,2 €/mil. nel 2008).
Un
altro elemento significativo è rappresentato dall’ammontare dei debiti pari a 75,9 €/mil. che seppur in calo di
5,4 €/mil. rispetto al 2012, sono ad un livello superiore al valore della
produzione attestata a 69,2 €/mil..
In
questo contesto si inseriscono le decisioni della Regione di concentrare in un unico operatore la
gestione del servizio in ogni ATO della Toscana. Per l’ATO Toscana Centro
(composta dalle province di Firenze, Pistoia e Prato, che conta quasi un
milione e mezzo di abitanti) l’appalto del servizio ha come base d’asta una
richiesta di 270 €/mil. annuali; a
tale gara fin dal 7/11/2014 partecipa anche Publiambiente in Raggruppamento
(R.T.I.) con Quadrifoglio S.p.A. di Firenze (mandataria), A.S.M. S.p.A. di
Prato (mandante) e CIS Srl di Montale (mandante). A questo appalto partecipa
anche un'altra concorrente composta da cooperative varie tosco-emiliane e da Siena
Ambiente, che gestisce già l’Ato Toscana Sud (Arezzo, Grosseto e Siena). Chi dei
due raggruppamenti si aggiudicherà la commessa? Lo si saprà nei prossimi mesi,
ma i sintetici dati di bilancio su
riportati indicano come sia necessario addivenire alla fusione delle attuali
aziende in un unico soggetto industriale capace di operare sul territorio
delle province di Firenze, Prato, Pistoia e del Circondario Empolese.
La
seconda preoccupazione riguarda il
rapporto costi del servizio e le tariffe fatte pagare dagli utenti. Il
gettito della TARI/TARES è stato nel Comune di Empoli di 9,0 €/mil. nel 2013,
di 9,2 €/mil. nel 2014 e di 8,9 nel
2014, cioè sostanzialmente stabile
anche se la sua incidenza sulle entrate proprie del Comune è calata dal 29,47%
del 2013 al 21,24% del 2014. Se si riparte il gettito del 2014 per i 48.008
abitanti e le 19.727 famiglie abbiamo
una pressione tributaria rispettivamente di € 187,45 e di € 456,19.
Al
solo fine di fare un “superficiale” paragone, riportiamo i dati al 2014 del
Comune di Castelnuovo Magra (8.441
abitanti con 3.590 famiglie): il gettito TARI ammonta a € 1.487.468,93, con una
pressione tributaria pari
rispettivamente a € 176,22 e € 414,34, cioè inferiore a quella empolese,
pur avendo una raccolta differenziata certificata
pari al 26,16 (nettamente inferiore al 93,99% di Empoli), una produzione di
rifiuti urbani smaltiti in discarica pari a 3.460, 30 ton. (leggermente
inferiore a quelle empolese pari a 3.565,81 ton.), con una produzione di rifiuti indifferenziati per abitante di 409,94 kg./anno (nettamente superiore ai
64,28 kg./anno di Empoli). Questo superficiale” confronto permette di
evidenziare che non basta l’incremento percentuale
anche accentuato della raccolta differenziata a produrre una riduzione della
incidenza della TARI sui cittadini o sulle famiglie, poiché i costi complessivi
della gestione dei rifiuti hanno raggiunto un livello tale da divenire sempre
più autonomi rispetto all’andamento dei livelli di raccolta differenziata.
L’introduzione
della tariffa puntuale non incide sul gettito complessivo, poiché sembra
avere effetti semmai sulla
redistribuzione interna agli utenti: sono penalizzati gli esercizi
commerciali e le famiglie che producono più rifiuti, rispetto alla tariffa
applicata genericamente sui rifiuti complessivamente prodotti. Infatti, il
sistema di calcolo della tariffa puntuale prevede un meccanismo premiante che,
oltre ai metri quadri ed al numero dei componenti, tiene conto del volume dei
rifiuti prodotti da ciascuna utenza, riconoscendo delle riduzioni per coloro
che differenziano correttamente i propri rifiuti.
In
altre parole, sulla TARI incidono i
costi del servizio che si alzano in rapporto alla articolazione e complessità
del servizio reso (come evidenziato nella parte su riportata relativa alla
società Publiambiente). In questo contesto, i minori conferimenti in discarica
e gli introiti conseguiti dai materiali riciclati sono compensati sia dai maggiori costi della raccolta
differenziata, che dagli elevati costi derivanti dalla gestione della società
partecipata, nonché dalla necessità di effettuare ulteriori investimenti che
comportano sempre di più il coinvolgimento di privati nella gestione del
servizio.
In
conclusione, se non si devono discutere i
meriti della raccolta differenziata nell’assicurare una maggiore tutela
ambientale, nonché i vantaggi nel favorire il successivo riutilizzo dei materiali
raccolti, si devono però evidenziare le ricadute economiche e finanziarie conseguenti
dall’adozione di un servizio più articolato e complesso di gestione dei rifiuti.
Non esistendo studi in merito, non è ancora facile elaborare analisi e
trarre conclusioni; ciò che emerge da queste brevi note (vedere anche il post
sull’esperienza di Capannori: http://castelnuovopertutti.blogspot.it/2015/12/capannori-la-fine-di-un-mito.html#more ) sono i
limiti evidenti del sistema italiano di raccolta, differenziazione e smaltimento
dei rifiuti, imperniato sul complicato e costoso sistema delle società
partecipate dai Comuni, sistema che non produce economie per la popolazione.
Euro
Mazzi
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