castelnuovo magra

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martedì 29 dicembre 2015

CAPANNORI: LA FINE DI UN MITO?

Capannori è da tempo considerato uno dei Comuni più innovativi e virtuosi nella gestione dei rifiuti; in fatto  di raccolta differenziata è tra quelli con  la migliore performance a livello  nazionale tra i Comuni sopra i 15 mila abitanti, raggiungendo la percentuale del 84,61% (nel 2013  era 81,61%, nel 2006 era al 53,66%), registrando sia un calo della produzione totale dei rifiuti indifferenziati (5.140,42 ton. nel 2014 rispetto a 15.228,74 del 2006), sia un aumento quantitativo di raccolta differenziata (15.710 ton. nel 2014 rispetto ai 14.849,99 nel 2006), che di riduzione di produzione complessiva di rifiuti (20.850,43 ton. nel 2014 rispetto ai 30.078,73 ton. del 2006).
Le principali categorie di rifiuti che  nei primi nove mesi del 2015 hanno visto un maggiore incremento di raccolta differenziata sono: vernici + 234, 14%, imballaggi in vetro + 210,38%, toner e cartucce esaurite + 177,96%,  imballaggi contaminati 72,52%, batterie di provenienza urbana 65,65%,  sfalci e potature + 42,19%.

La raccolta porta a porta a Capannori oltre a conferire minori quantità di rifiuti in discarica, rappresenta anche fonte di guadagno a beneficio dell'azienda ASCIT (società partecipata che gestisce il servizio): nel 2014 il ricavo complessivo dovuto alla vendita dei materiali differenziati (plastica, vetro, multimateriale leggero ed altre tipologie di rifiuti) ammonta a circa 510 mila euro.
I maggiori proventi della vendita di materiali differenziati giungono: dal multimateriale leggero che lo scorso anno ha fatto incassare ad ASCIT 215.313 euro, dalla carta che ha fruttato 193.534 euro e dal vetro, grazie al quale nelle casse dell'azienda sono entrati 56.628 euro. Nella classifica dei materiali di scarto che producono ricavi seguono i metalli dalla cui vendita sono entrati quasi 16.901 euro, i rifiuti elettronici (RAEE) con un'entrata di oltre 11.137 euro, l'olio esausto (9.145 euro), le batterie (4.187 euro) il legno (3.900 euro).
La società ASCIT Spa esercita per conto del Comune di Capannori l’attività di raccolta e smaltimento dei RSU e svolge i servizi pubblici connessi all’igiene del territorio mediante affidamento diretto, in quanto società in house. Inoltre, ASCIT costruisce e gestisce gli impianti previsti nell’ambito territoriale di competenza (ATO TOSCANA COSTA).
Dal 2010 il servizio di raccolta RSU è esclusivamente domiciliare (PAP) e riguarda i comuni di Capannori, Porcari, Villa Basilica, Altopascio, Montecarlo e Pescaglia; il risultato finale di questa raccolta è rappresentato dalla percentuale complessiva territoriale passata dal 68,21% del 2013 al 68,85% del 2014, con punte del 74% per il solo Comune di Capannori, mentre la percentuale più bassa è del 60% per quello di Altopascio. Questa raccolta confluisce in vari impianti: di pre-selezione del multimateriale (con una capacità di 12.000 ton. di rifiuti annui); di selezione del multimateriale; impianto aerobico e compostaggio Forsu con una capacità di 30.000 ton. di rifiuti annui); oppure viene conferita a varie società mediante specifici accordi per lo smaltimento di singole frazioni di materiale (carta, vetro, organico, multi materiale leggero, ecc.). Questo conferimento permette anche di ottenere, non solo una maggiore facilità di smaltimento delle quantità di rifiuti raccolti, ma anche di conseguire maggiori ricavi o minori costi di smaltimento.
La continua crescita della raccolta differenziata nei comuni serviti da ASCIT ha ridotto progressivamente la quantità del rifiuto indifferenziato, ma non è stata eliminata; questa quantità di rifiuti è stata inviata ad impianti di pretrattamento per l’abbattimento della percentuale di materia biodegradabile prima del deposito del rifiuto in discarica, che ne ha determinato un notevole aumento dei costi di smaltimento (da 30 a 40 €/ton. e quindi con una tariffa di 145 €/ton.).
Dal 2013 il Comune di Capannori attua la tariffazione puntuale utilizzando la raccolta dei rifiuti indifferenziati delle utenze domestiche mediante sacchetti a perdere tipo “radiobag”, mentre per quella non domestica mediante cassonetti dotati di trasponder: entrambe le tipologie di contenitori presentano un microchip con il codice identificativo univoco di ciascun utente, il quale viene identificato e memorizzato automaticamente dagli automezzi impiegati nella raccolta. La tariffa è determinata dalla quantità dei ritiri e non solo dalla quantità di rifiuto indifferenziato  ritirato e, pertanto, più si riducono i conferimenti di rifiuti non riciclabile e più si riduce la tariffa puntuale da pagare. Nel mese di ottobre  vengono fatti i conguagli rispetto al preventivato. ASCIT ha inviato il conguaglio 2014 alle oltre 21 mila utenze domestiche e non domestiche del territorio: 7 utenti su 10 sono beneficiari di una nota di credito (per un totale di un milione e 700 mila euro per 14.709 utenze, di cui 13.184 domestiche e 1.525 non domestiche), mentre gli altri 3 dovranno pagare di più (di cui 1593 utenti riceveranno una nota di debito inferiore ai 20 euro).

Ma come dice il proverbio … non è tutto oro quello che luccica!!!
Il sistema della raccolta porta a porta e l’applicazione conseguente della tariffa puntuale ha sicuramente contenuto il costante e progressivo aumento dei costi (come invece è avvenuto in molti altri Comuni, in quanto insito con la vecchia gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti), ma non ha rappresentato una significativa inversione di tendenza e, quindi, non ha portato ad una riduzione delle tariffe specie con il passaggio al calcolo della tariffa puntuale.
Se si confrontano le tariffe del Comune di Capannori e quelle degli altri comuni che hanno RD limitate o solo parziali, si può notare una differenza nelle tariffe applicate ai rispettivi residenti, ma le tariffe di Capannori sono comunque aumentate.
Capire le ragioni di questo fenomeno significa anche capire i limiti strutturali della raccolta differenziata che avviene in Italia.
Una causa dell'aumento delle tariffe risiede nel passaggio dalla TARSU alla TIA (tariffa) che ha comportato un aumento della copertura dei costi e, quindi, della tariffa, parzialmente compensata da una riduzione dei rifiuti indifferenziati. Inoltre, la stessa tariffa puntuale si è scontrata con lo smaltimento improprio che ha fatto lievitare i costi; i rifiuti prodotti del sistema produttivo, poi, avrebbero dovuto essere smaltiti in proprio separatamente affidandosi ai privati o all’ASCIT stessa  pagando in base alla quantità dei rifiuti prodotti, mentre così non è avvenuto.
Un altro motivo risiede nei costi di conferimento dei rifiuti tal quale che sono aumentati ogni anno e che si sono risucchiati parte dei benefici conseguiti dalla collocazione dei materiali recuperati.
Un altro motivo risiede nella politica generale (regionale e governativa) che privilegia gli investimenti in una impiantistica a supporto del vecchio sistema (si continua cioè a investire in impianti di produzione CDR o di CSS per alimentare gli inceneritori) e non investe e, quindi, non realizza quella nuova impiantistica necessaria per valorizzare le materie prime seconde differenziate che devono essere riportate a nuova vita (per esempio impianto di compostaggio moderno a servizio di una nuova politica di differenziazione e valorizzazione dei rifiuti).
In pratica, la politica del riciclaggio è poco remunerativa per la mancanza di un mercato del riuso dei materiali riciclati; soprattutto manca una gestione “industriale” della raccolta per renderla economicamente più sostenibile.
Il problema più importante riguarda, però, la gestione delle partecipate di origine comunale, in generale caratterizzate da modelli gestionali scarsamente imprenditoriali, dove l’eccessiva incidenza del personale (sia in termini numerici che di adeguata professionalità) e del suo conseguente costo determina spesso condizioni di scarsa efficienza ed economicità. Collegato a questa tematica esiste poi anche il costo derivante dal conferimento di incarichi esterni o il ricorso a top manager che alla prova dei fatti si sono rivelati dei “flop”. L’assenza di strategie di valorizzazione delle professionalità interne all’azienda, ma soprattutto di strategie industriali chiare e innovative completano il quadro e predispongono a risultati economici e finanziari assai negativi.
A Capannori neanche l’adozione di un capillare sistema di raccolta differenziata collaudato da tempo ha fatto sparire i problemi di sostenibilità economica, tanto che la società ASCIT non naviga in acque tranquille. Nelle varie relazioni ai bilanci si riporta che ASCIT ha «tensioni finanziarie»; la crescita dell’indebitamento ha già portato ad una operazione di ristrutturazione del debito aziendale, nel contesto di una più generale revisione dei costi interni ed esterni nel senso del loro contenimento, ma potrebbe essere necessaria fare una ulteriore ristrutturazione. Inoltre, sulla stampa si parla di una transazione giudiziaria (da 1,3 €/mil. e con un'eredità costituita da un contenzioso abnorme, con oltre 200 ricorsi per un valore di diversi €/mil.) che ha scongiurato «un enorme pericolo di default».
Sempre sulla stampa si legge che a pesare non sono soltanto i maggiori costi derivanti dal porta a porta (poiché negli ultimi quattro anni ASCIT ha assunto una quarantina di persone, ma i dipendenti non bastano ad assicurare il servizio e uno dei sette turni giornalieri viene effettuato tutto in straordinario con un ulteriore aggravio di costi), ma derivano anche da alcune scelte accumulate negli anni (da alcuni ritenute sciagurate, come ad esempio un contratto per l’affidamento della revisione del catasto della Tia a una società esterna, con un aggio prima del 30% e poi del 52% sull'accertato).
La situazione finanziaria della società ASCIT, seppur in costante miglioramento, si presenta alla fine del 2014 ancora “pesante” con una posizione finanziaria netta di 7,2 €/mil. (-0,9 €/mil. rispetto al 2013), con un indebitamento di 12,6 €/mil (in miglioramento rispetto ai 20,3 €/mil. del 2012), anche se questo livello è ora inferiore ai ricavi ammontanti a 15,6 €/mil.
Questo miglioramento è dovuto agli aumenti degli incassi tariffari (dal 2010 in poi), dall’aumento dei ricavi dalla cessione dei materiali differenziati, dal recupero delle insolvenze, dal controllo dei pagamenti e delle riscossioni, dalla riduzione dell’indebitamento bancario, dal contenimento dei costi, dall’introduzione di sistemi di controllo di gestione.
A fronte di ricavi in aumento (+0,4 €/mil. rispetto al 2013) e dei costi (8,2 €/mil. con +0,4 €/mil. rispetto al 2013), il valore aggiunto è leggermente diminuito (7,4 €/mil. con -0,09 €/mil. rispetto al 2013), mentre il costo del personale è rimasto stabile (5,6 €/mil.) che ha determinato un minor margine operativo lordo (MOL a 1,7 €/mil.). La riduzione degli ammortamenti, degli oneri finanziari, delle imposte ha permesso di conseguire un risultato finale leggermente migliore (0,2 €/mil.). Sul piano patrimoniale ad una riduzione delle attività di esercizio (16,2 €/mil. con un -0,2 €/mil. rispetto al 2013), corrisponde un aumento delle passività di esercizio (8,0 €/mil. con un +0,5 €/mil. rispetto al 2013) che ha determinato una diminuzione del capitale netto (8,1 €/mil. con -0.8 €/mil. rispetto al 2013).
In questo contesto, si inseriscono le scelte politiche della Regione e del Governo che hanno impostato un indirizzo diverso da quello fino ad oggi perseguito dal Comune di Capannori. Infatti, a metà dicembre 2015 il Consiglio Comunale di Capannori ha deliberato che dal gennaio 2016 ASCIT Spa confluirà in RETIAMBIENTE Spa, la società individuata come gestore unico del servizio integrato dei rifiuti urbani di Ato Costa (province di Lucca, Pisa, Massa e Livorno), istituito da una legge regionale del 2011. L’intera partecipazione del Comune di Capannori in ASCIT è stata stimata in  € 791.773,69 euro (per il 49,33% del capitale sociale). RETIAMBIENTE spa, poi, varerà un aumento di capitale che verrà sottoscritto da un socio industriale privato, il quale non potrà avere più del 45% delle azioni, socio che verrà individuato attraverso una gara.
Si ha l’impressione che con questa decisione si sia posto fine all’esperienza originale di Capannori. Gli stessi amministratori del PD, pur votando la delibera, hanno questo timore e hanno votato un ordine del giorno in cui hanno espresso la speranza che questo conferimento non disperda la grande esperienza accumulata in questi anni nel settore di gestione dei rifiuti, soprattutto vorrebbero evitare il rischio di perdere i benefici raggiunti in questi anni. Si auspica che il nuovo gestore possa garantire un servizio di qualità per gli utenti e la sicurezza del posto per i lavoratori (per 5 anni ai dipendenti di ASCIT, esclusi i livelli più alti, è assicurata la permanenza nel luogo di lavoro e grazie all’estensione del porta a porta è previsto un ulteriore aumento del livello occupazionale). Permangono però molti dubbi: sul superamento degli inevitabili disagi per la perdita della sede operativa sul territorio; sul mantenimento della strategia “Rifiuti Zero”; sulla tutela ambientale; sull’affermazione dell’economia circolare come modello di sviluppo sostenibile e funzionale alle comunità; sul contenimento delle tariffe e sul corretto rapporto “qualità dei servizi/ costi”.
Insomma, in attesa di verificare la gestione del nuovo operatore … restano oramai i ricordi per “una buona pratica” e le tante medaglie raccolte … ma si ha la sensazione che sia finito il “modello Capannori”. È la fine di un mito? Lo scopriremo solo vivendo …

Euro Mazzi

1 commento:

  1. non o ben capito se questa società per azioni sia pubblica o privata (visto la sua dicitura in house)a me sembra sia privata che gestisce capitale pubblico,perchè una società in house non può fare quello che fa ascit:esempio, socio in società miste,operazioni finamziarie ecc.ecc lo statuto non comportava controllo analogo,poi modificato ma no registrato,azioni vendita a terzi house di nome no di realta dei fatti,Ma la nuova società RETIAMBIENTE spa accetta l'ingresso di una società senza versamento di capitale???? e il passivo di questa società chi lo salda!!!una società in passivo fa una operazione finanziaria comprando un immobile per uso propio, proipita per la società in house. I misteri politici non si capiranno mai

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