I
Consigli Comunali dei Comuni soci di ACAM sono “urgentemente” chiamati a
deliberare una questione assai complessa e articolata: “Aggiornamento del Piano di Riassetto (18/6/2013) per la parte
riguardante la partecipata ACAM Ambiente, nonché lo Statuto di una Newco
Impianti S.p.A.”. Naturalmente ai consiglieri verrà data una gran mole di
documenti, con poco tempo anche solo per leggere, scarse saranno le spiegazioni,
quasi nessun spazio per gli approfondimenti e conseguentemente il dibattito
sarà solo su formule e facili slogan.
Sindaci e assessori proporranno le solite scuse: le scadenze sono imminenti e
comunque se ne parla da tanto tempo … dunque bisogna approvare e … poi basta
con questa democrazia fatta di “chiacchiere” e di rimandi!
Il falso
decisionismo di cui si ammanta spesso il PD è dimostrato dal fatto che la
proposta avanzata congiuntamente da Iren Spa e dalla Ladurner Spa (oggi oggetto
di delibera) è pervenuta ufficialmente ad Acam in data 26/2/2014, mentre quella
concorrente di Bioner è pervenuta ad Acam in data 21/10/2014; entrambe le
proposte sono state vagliate da una commissione costituita da Acam fin dalla
fine del 2014 che alla fine ha scelto la proposta di Iren/Ladurner.
Nel
Marzo 2015 il risultato della procedura comparativa dei due project proposti dalle cordate
Iren-Ladurner e Quadrifoglio-Bioener è stata presentata e votata dall'Assemblea
dei sindaci-soci, i quali hanno preferito il progetto proposto dal
raggruppamento Iren-Ladurner che prevede la cessione del 51% della Newco che
avrà l’usufrutto degli impianti di proprietà di Acam Ambiente (Saliceti e
Boscalino) e delle attività di smaltimento dei rifiuti.
Contestualmente
è stato prima raccolto l’accordo di massima e poi l'intesa formale dei creditori (in particolare delle banche
creditrici), ottenendo altresì l'attestazione dell'asseveratore del piano di
rientro alle modifiche che saranno introdotte con questo progetto nel contesto
della proceduta ex art. 182 della
legge fallimentare, aperta presso il
Tribunale di La Spezia.
Dunque,
è vero che se ne parla da tempo … ma ne hanno parlato solo gli addetti al
lavoro, mentre ai consiglieri comunali non sono mai stati messi fino ad oggi a
disposizione né la relativa documentazione, né la proposta nella sua reale
articolazione. Soprattutto i lavoratori di Acam e i cittadini-utenti non sono
stati messi in grado di conoscere e di valutare la proposta; una proposta che
comunque graverà pesantemente sia sulle condizioni di lavoro del personale che
sulle tariffe pagate dai cittadini, mediante TARI.
Insomma
se ne parla da tempo, ma solo in via generica, per sommi capi e per sintesi, ma
senza una vera possibilità di entrare nel merito perché poco fino ad oggi si
conosce della proposta nel suo complesso.
Questa
situazione non succede per caso, è un preciso modo di amministrare: meno si fa
conoscere e dibattere … e meglio si riesce a far passare immagini caricaturali
positive o negative a seconda delle necessità del momento. In questo modo si gestiscono meglio anche gli
errori, nel senso che non si evidenziano né le responsabilità, né chi ne ha
tratto beneficio, mentre è sempre chiaro chi paga il conto finale: il cittadino/utente/lavoratore.
Amen.
Cerchiamo
allora di mettere ordine in questa intricata e complessa questione, affrontando
nei prossimi post alcuni aspetti che caratterizzano questa questione. Alcune
considerazioni, però, si possono già avanzare:
-
Questa
proposta è inserita nella procedura di ristrutturazione del debito (ex art. 182
della legge fallimentare) che riguarda il Gruppo ACAM aperta fin dal luglio 2013, avente ad oggetto il piano
di rientro da un indebitamento assai consistente ammontante a circa 417 €/mln. nel
2011, di cui 220,8 €/mln. solo verso le banche a testimonianza di una gestione
quasi fallimentare del Gruppo. Il rientro da questa gravissima situazione
finanziaria ha comportato una serie di pesanti sacrifici ai lavoratori, ai
cittadini (con aumenti delle tariffe), la vendita delle partecipazioni in ACAM
Gas ed ACAM Clienti, nonché degli asset
energetici di Centrogas.
-
Nel
Piano era prevista anche la cessione del 49% della partecipazione di ACAM
Ambiente con la possibilità di ricavare 7 €/mln.. Questa cessione non si è
concretizzata e ora viene proposta, in modifica, la costituzione di una NEWCO a cui è affidata la gestione
dell’impianto CDR di Saliceti e quello di Boscalino, con la contestuale cessione del 51%
delle quote societarie ad un partner industriale
per un prezzo di acquisto minimo di 7,1 €/mln. seppur con uno slittamento
temporale di 2 anni. Con questa proposta si origina un flusso di liquidità che
servirà ad ACAM SpA ai fini del rimborso del debito alle Banche Finanziatrici
entro la fine dell’esercizio 2016.
-
Nonostante
i pesanti investimenti fatti negli anni passati (per esempio l’impianto CDR ha
un valore determinato con perizia tecnica nel 2011 di € 20.803.000) ora
occorrono ulteriori investimenti da realizzare per rendere efficienti sia
l’impianto CDR che quello di Boscalino pari a 6,7 €/mln. e per l’impianto di
Digestione anerobica pari a 8,6 €/mln., che il Gruppo ACAM non sarebbe in grado
di assicurare e ora è costretto ad affidarsi ad altri, tramite appunto la
costituzione della Newco che opererà per il 30% con un prestito da parte dei
soci industriali, per il 70% con finanziamento bancario senza alcuna garanzia
richiesta al socio ACAM SpA.
-
La
tariffa di conferimento che NEWCO applicherà ad ACAM Ambiente sarà così
composta: 185 Euro/t per il conferimento all’impianto CDR; 89 Euro/t per il
conferimento dell’Organico all’impianto di digestione anerobica di Boscalino (a
regime); 48 Euro/t per il conferimento del Verde all’impianto di compostaggio
di Boscalino (a regime).
Quanto
sopra esposto conferma ulteriormente la gravità della situazione economica e
finanziaria del Gruppo ACAM, così ridotta quale conseguenza di una pessima
gestione sia manageriale che politica.
(fine
prima parte … e la storia continua)
Euro
Mazzi
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