castelnuovo magra

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lunedì 7 dicembre 2015

SE ACAM PIANGE I COMUNI NON RIDONO … E NOI PAGHIAMO. (prima parte)

 I Consigli Comunali dei Comuni soci di ACAM sono “urgentemente” chiamati a deliberare una questione assai complessa e articolata: “Aggiornamento del Piano di Riassetto (18/6/2013) per la parte riguardante la partecipata ACAM Ambiente, nonché lo Statuto di una Newco Impianti S.p.A.”. Naturalmente ai consiglieri verrà data una gran mole di documenti, con poco tempo anche solo per leggere, scarse saranno le spiegazioni, quasi nessun spazio per gli approfondimenti e conseguentemente il dibattito sarà solo su formule e facili slogan. Sindaci e assessori proporranno le solite scuse: le scadenze sono imminenti e comunque se ne parla da tanto tempo … dunque bisogna approvare e … poi basta con questa democrazia fatta di “chiacchiere” e di rimandi!
Il falso decisionismo di cui si ammanta spesso il PD è dimostrato dal fatto che la proposta avanzata congiuntamente da Iren Spa e dalla Ladurner Spa (oggi oggetto di delibera) è pervenuta ufficialmente ad Acam in data 26/2/2014, mentre quella concorrente di Bioner è pervenuta ad Acam in data 21/10/2014; entrambe le proposte sono state vagliate da una commissione costituita da Acam fin dalla fine del 2014 che alla fine ha scelto la proposta di Iren/Ladurner.
Nel Marzo 2015 il risultato della procedura comparativa dei due project proposti dalle cordate Iren-Ladurner e Quadrifoglio-Bioener è stata presentata e votata dall'Assemblea dei sindaci-soci, i quali hanno preferito il progetto proposto dal raggruppamento Iren-Ladurner che prevede la cessione del 51% della Newco che avrà l’usufrutto degli impianti di proprietà di Acam Ambiente (Saliceti e Boscalino) e delle attività di smaltimento dei rifiuti.
Contestualmente è stato prima raccolto l’accordo di massima e poi l'intesa formale dei  creditori (in particolare delle banche creditrici), ottenendo altresì l'attestazione dell'asseveratore del piano di rientro alle modifiche che saranno introdotte con questo progetto nel contesto della proceduta ex art. 182 della legge fallimentare, aperta  presso il Tribunale di La Spezia.
Dunque, è vero che se ne parla da tempo … ma ne hanno parlato solo gli addetti al lavoro, mentre ai consiglieri comunali non sono mai stati messi fino ad oggi a disposizione né la relativa documentazione, né la proposta nella sua reale articolazione. Soprattutto i lavoratori di Acam e i cittadini-utenti non sono stati messi in grado di conoscere e di valutare la proposta; una proposta che comunque graverà pesantemente sia sulle condizioni di lavoro del personale che sulle tariffe pagate dai cittadini, mediante TARI.
Insomma se ne parla da tempo, ma solo in via generica, per sommi capi e per sintesi, ma senza una vera possibilità di entrare nel merito perché poco fino ad oggi si conosce della proposta nel suo complesso.
Questa situazione non succede per caso, è un preciso modo di amministrare: meno si fa conoscere e dibattere … e meglio si riesce a far passare immagini caricaturali positive o negative a seconda delle necessità del momento. In  questo modo si gestiscono meglio anche gli errori, nel senso che non si evidenziano né le responsabilità, né chi ne ha tratto beneficio, mentre è sempre chiaro chi paga il conto finale: il cittadino/utente/lavoratore. Amen.
Cerchiamo allora di mettere ordine in questa intricata e complessa questione, affrontando nei prossimi post alcuni aspetti che caratterizzano questa questione. Alcune considerazioni, però, si possono già avanzare:
-          Questa proposta è inserita nella procedura di ristrutturazione del debito (ex art. 182 della legge fallimentare) che riguarda il Gruppo ACAM aperta fin dal luglio 2013, avente ad oggetto il piano di rientro da un indebitamento assai consistente ammontante a circa 417 €/mln. nel 2011, di cui 220,8 €/mln. solo verso le banche a testimonianza di una gestione quasi fallimentare del Gruppo. Il rientro da questa gravissima situazione finanziaria ha comportato una serie di pesanti sacrifici ai lavoratori, ai cittadini (con aumenti delle tariffe), la vendita delle partecipazioni in ACAM Gas ed ACAM Clienti, nonché degli asset energetici di Centrogas.
-          Nel Piano era prevista anche la cessione del 49% della partecipazione di ACAM Ambiente con la possibilità di ricavare 7 €/mln.. Questa cessione non si è concretizzata e ora viene proposta, in modifica, la costituzione di una NEWCO a cui è affidata la gestione dell’impianto CDR di Saliceti e quello di  Boscalino, con la contestuale cessione del 51% delle quote societarie ad un partner industriale per un prezzo di acquisto minimo di 7,1 €/mln. seppur con uno slittamento temporale di 2 anni. Con questa proposta si origina un flusso di liquidità che servirà ad ACAM SpA ai fini del rimborso del debito alle Banche Finanziatrici entro la fine dell’esercizio 2016.
-          Nonostante i pesanti investimenti fatti negli anni passati (per esempio l’impianto CDR ha un valore determinato con perizia tecnica nel 2011 di € 20.803.000) ora occorrono ulteriori investimenti da realizzare per rendere efficienti sia l’impianto CDR che quello di Boscalino pari a 6,7 €/mln. e per l’impianto di Digestione anerobica pari a 8,6 €/mln., che il Gruppo ACAM non sarebbe in grado di assicurare e ora è costretto ad affidarsi ad altri, tramite appunto la costituzione della Newco che opererà per il 30% con un prestito da parte dei soci industriali, per il 70% con finanziamento bancario senza alcuna garanzia richiesta al socio ACAM SpA.
-          La tariffa di conferimento che NEWCO applicherà ad ACAM Ambiente sarà così composta: 185 Euro/t per il conferimento all’impianto CDR; 89 Euro/t per il conferimento dell’Organico all’impianto di digestione anerobica di Boscalino (a regime); 48 Euro/t per il conferimento del Verde all’impianto di compostaggio di Boscalino (a regime).
Quanto sopra esposto conferma ulteriormente la gravità della situazione economica e finanziaria del Gruppo ACAM, così ridotta quale conseguenza di una pessima gestione sia manageriale che politica.
(fine prima parte … e la storia continua)

Euro Mazzi

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