"Un bambino è nato per noi" il profeta Isaia con queste parole fa un annuncio enigmatico, ma carico di
speranza per chi vive nelle “tenebre”, cioè per chi soffre guerre, conflitti,
contrasti, miseria, sofferenza … (“Il
popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che
abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”).
Questa “luce” è
la nascita di un bambino; “ecco la
gioiosa notizia” … e questa notizia non ha nulla di strabiliante, nulla di
prodigioso o di straordinario … solamente un bambino appena nato adagiato nel
fieno. Si tratta di un capovolgimento radicale di ciò che si pensa normalmente;
è la nascita nuda e crudamente umana senza botti e fuochi di artificio!!!
L’immagine
di un bambino, peraltro appena nato, è
carica di tenerezza e di inermità; il bimbo deve essere difeso, assistito,
nutrito, aiutato nello sviluppo, educato e istruito … rappresenta un netto e chiaro
contrasto con le immagini forti del
nostro mondo attuale (successo, arrivismo, supremazia, ecc.).
Questo bambino appena
nato e “inerme” ha però la forza del “progetto” che è in se
stesso, ha una forza assai potente (“Perché
tu hai spezzato il giogo che l'opprimeva, la sbarra sulle sue spalle e il
bastone del suo aguzzino”).
Questa
forza è un invito a liberarsi dalla
paura … il popolo è segnato dallo scoraggiamento, paralizzato dalla paura …
ci vuole coraggio, poiché la debolezza è mortale. Occorre liberarsi dalla
paura, guardando con occhio attento il motivo della paura per rendersi conto
che è, per molti versi, una paura ingiustificata.
Si tratta di fare scelte avendo il
coraggio di accantonare i calcoli che ci rendono sicuri. Non occorrono segnali
o miracoli, semmai occorre uscire dalla paura
che porta alla paralisi cioè all’incapacità di fare il bene.
Liberarsi
dalla paura permette non solo di dissipare l'angoscia o la tristezza, ma soprattutto apre alla speranza, alla fiducia
come strada di uscita dalla paura e ci invita a verificare vivendo la verità contenuta
nella nascita di ogni bambino venuto alla luce in questo mondo.
Hannah
Arendt sosteneva che la “nascita” costituisce “il miracolo che salva il mondo”
perché sancisce sempre un nuovo inizio
in grado di conferire alle cose umane fede e speranza,
La
capacità stessa di cominciamento ha le sue radici nella natalità che produce
uomini nuovi e unici: "Il miracolo
della libertà è racchiuso in questo saper
cominciare, che a sua volta è racchiuso nel dato di fatto che ogni uomo, in
quanto per nascita è venuto al mondo che esisteva prima di lui, e che
continuerà dopo di lui, è a sua volta un
nuovo inizio".
Occorre
“sentirsi nati” o meglio occorre
mantenere lo “stupore di essere vivi”
e tendere al futuro in una rinascita continua.
“Vi annuncio una
grande gioia”
l'Emanuele è “Colui che viene” per trasformare il
cuore degli uomini e cambiare il corso della storia; è una PAROLA di speranza: per il credente è la buona Notizia
(Vangelo); per chi non crede, fa pensare ai valori della solidarietà, della
giustizia, della condivisione, della comunicazione e comunione, della pace …
AUGURI da Euro Mazzi
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