La vicenda dell’area ex Filippi è
rappresentativa di un modo di governare fatto di pressapochismo e incapacità
gestionale, da parte di chi ha gestito il Comune, ma di gestione degli affari
da parte dei privati interessati.
Dopo anni di abbandono, nel 1991
l'enorme buco lasciato dall'estrazione dell'argilla per l’adiacente fabbrica di
mattoni è diventata (tra mille polemiche e contrasti) una discarica autorizzata
di marmettola.
Gli accordi sottoscritti allora nel 1991
prevedevano che al termine della coltivazione della discarica una serie di
lavori secondo un piano di sistemazione finale e
successivamente la cessione al Comune
della proprietà al costo di lire 500 milioni e la sistemazione e la
destinazione a parco pubblico.
Dopo la chiusura
della discarica (nel 2001) la cessione non c’è stata e dopo anni di misterioso
immobilismo il Comune ha rivendicato la cessione che il proprietario, la
società Ecobonifiche srl, aveva rifiutato.
Da qui un
contenzioso legale che si sta trascinando da anni. Avrebbe potuto essere un grande parco urbano con
una strada di collegamento tra la via Aurelia e il Centro Commerciale, ma oggi
è solo un enorme sito abbandonato in preda al degrado e ai vandali.
Il momento cruciale di questa vicenda è stato nel
2001: in questo anno la coltivazione della discarica è giungeva al suo termine;
mentre il Comune approvava il PUC. Da qui nascono sia i dissidi tra
Ecobonifiche e il Comune, che l’immobilismo nel concludere la sistemazione
dell’area. E spiego i termini in modo preciso riportando in fondo l’articolo 11
comma B del PUC affinché ciascuno possa vedere con precisione le previsioni urbanistiche
ancora in vigore oggi. Si riporta anche un estratto del PUC per immediata
verifica di quanto previsto.
In sintesi, il Piano Urbanistico Comunale (PUC) del
2001, da anni ormai scaduto nella sua validità decennale (ulteriore esempio di
incapacità amministrativa), prevede per la ex Cava Filippi un intervento di
ristrutturazione urbanistica dove sono inseriti: a) la realizzazione di un
parco pubblico urbano di una superficie non inferiore a 61mila mq. (parte verde
della cartina) con al centro un laghetto (parte celeste della cartina), mentre
per la restante area (quella dei capannoni colorati di rosso mattone) sono
ammesse diverse funzioni che vanno dai servizi, al tempo libero, dalla
residenza all’artigianato, per arrivare infine al commercio. Nella riconversione
è prevista anche la realizzazione di una nuova viabilità pubblica (la striscia
colorata di giallo nella cartina) di raccordo tra la via Aurelia, dove dovrebbe
essere realizzata anche una rotatoria, e via della Pace (dove sono state
rilasciate concessioni per la costruzione di due case … altro esempio di
incapacità!!!).
La conseguenza di queste previsioni sono state quelle
di far aumentare il valore dell’area destinata a Parco pubblico, poiché le
previsioni urbanistiche stesse comportavano che tale area fosse invece
destinata a servire (per parcheggi, area verde, aree di servizio) quanto
sarebbe poi stato realizzato al posto dei capannoni.
Dunque, è stato un vero e proprio autogol comunale!!!
Da qui la causa che ha poi bloccato ulteriormente le intenzioni di qualunque
acquirente.
Infatti, negli anni passati intorno alla ex Cava
qualche interesse era attivo, da chi voleva fare attività commerciale (ma ormai
anche la grande distribuzione ha saturato il territorio) a chi voleva fare
residenze in primis (erano stati presentati progetti che prevedevano due alte
torri …), a chi voleva fare residenza turistica per anziani e, infine, a chi
voleva fare struttura per attività sportiva e punto di eccellenza per le
energie rinnovabili.
Insomma, un vero esempio di intricata mescolanza tra
pressapochismo, incapacità e sottomissione agli interessi dei privati. Da qui nasce l’esigenza inderogabile di un
rinnovamento e un ricambio alla guida del Comune.
Euro Mazzi
Art. 11 -
Distretti di trasformazione
B) ex cava Filippi [Rif. PTCP: ID-TR-AI] [Rif. S.G: Cat. B,classe B1a]
- comprende la zona della ex Cava Filippi di circa
mq. 133.000 di St per la quale è previsto un intervento di ristrutturazione
urbanistica da attuarsi con i seguenti limiti e prescrizioni:
- Ut = 0,20 mq/mq;
- la realizzazione di un parco pubblico urbano di
superficie non inferiore a mq. 61.000, per il quale si applicano gli interventi
di cui al successivo Art. 12 per la sottozona F1;
- le destinazioni d’uso ammesse prevedono i seguenti
Mix funzionali: Ub/1,Ub/2,Ub/3,Ub/6,Ub/8 almeno 20%; Ub/5,Ub/9,Ub/10,Ug/2
almeno il 10%; Uf/1 almeno il 20%; Ub/4 max il 10%; Uc/1,Uc/2 e Uc/3 almeno il
4%;residenza per costruzione alloggi di servizio e di custodia max il 2%.
L’attribuzione del residuo 34% è lasciata alla flessibilità del progetto che
potrà modellarsi secondo esigenze di mercato, incrementando una o più funzioni
tra quelle previste;
- la realizzazione di viabilità pubblica di raccordo
tra la Via Aurelia e Via della Pace, compreso l’attraversamento del canale
Lunense;
- costituisce inoltre elemento di flessibilità, ai sensi dell’art. 27
della LR 36/97, una diversa perimetrazione dell’area di insediamento
conseguente all’approfondimento progettuale in sede di PUO, nel rispetto delle superfici
minime indicate come standard pubblico.
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