Spesso gli
amministratori sono accusati di non rispettare le promesse, ma a volte sono gli
elettori che non leggono bene i programmi prima di esprimere il loro voto. Un
caso emblematico in tal senso riguarda la vicenda del Palazzo Comunale situato
nel Centro Storico. Nel programma del Sindaco Favini e della sua coalizione “Uniti
per Castelnuovo” (PD, Rifondazione, SEL,PSI) troviamo a pagina 6 la promessa di
trasformare il Palazzo Amati Cornelio solo quale sede di rappresentanza, trasferendo gli uffici nella ex scuola elementare
di Canale.
Eppure, nonostante
che già si prefigurasse nel programma elettorale quanto poi sarebbe accaduto, l’esito
elettorale del 6-7/6/2009 dette una maggioranza netta a favore del Sindaco Favini (357 dei voti espressi, pari al 68,79%, mentre a Salvetti andarono 139 dei voti espressi che furono 519 su 730 pari al 71,10%) nelle due sezioni del Capoluogo e
di Vallecchia che raccolgono la quasi totalità degli abitanti le aree collinari
del Comune.
Evidentemente nel 2009 ci fu sottovalutazione o incomprensione di tale
promessa elettorale oppure ci fu voto “ideologico” (cioè a prescindere), qualunque sia stata la motivazione nel 2009 vi fu una adesione maggioritaria alla coalizione “Uniti
per Castelnuovo” che permise la rielezione a Sindaco di Favini.
Ed ora esaminiamone risultati.
Dopo 5 anni bisogna
registrare che la Giunta Favini (Micocci, Ambrosini, Giovanelli e Marchese),
appoggiati dai rimanenti consiglieri (Devoti, Montebello, Mussini, Fornelli, Bonvini,
Bianchi), di cui ben 3 espressione diretta del Centro Storico (Devoti, Marchese
e Bonvini), hanno prima trasferito alcuni uffici alla ex scuola di Canale, ma poi
hanno trasferito tutti gli altri uffici arrivando anche a chiudere al pubblico
il Palazzo stesso per inagibilità.
Tale spostamento ha
suscitato le legittime e giuste proteste
della popolazione del Centro Storico non solo per una decisione improvvisa
e non pubblicizzata né discussa con gli interessati, ma anche perché tale
spostamento accentuava la “decadenza” del Capoluogo con la chiusura delle poche
attività economiche ivi situate, accentuando notevolmente i disagi della
popolazione residente in gran parte anziana.
La petizione firmata
dai residente del Capoluogo e presentata in data 9/10/2013 iniziava con una
dichiarazione significativa: “Il Centro Storico di Castelnuovo Magra è
agonizzante!!!” e illustrava
il suo degrado e i suoi vari problemi presenti.
Tale petizione
avrebbe dovuto essere portata a conoscenza dei Capigruppo e discussa in
Consiglio Comunale entro 60 giorni (a norma dell’art. 45 dello Statuto), ma ciò
non è ancora avvenuto nonostante le reiterate richieste del Consigliere Mazzi.
Del resto, l’atteggiamento del Sindaco Favini è sempre stato quello di non
rispettare le regole, considerandole inutile perdita di tempo; ne è conferma la
non avvenuta rielezione dei Consigli di Frazione come stabilito dall’art. 35
dello Statuto Comunale che doveva avvenire già 5 anni fa: “I Consigli di frazione sono
rinnovati successivamente al rinnovo del Consiglio Comunale entro sei mesi e durano in
carica per il periodo corrispondente”.
Ma non contento di
ciò il Sindaco Favini e la sua coalizione hanno promosso una insensata e
improvvisata proposta di fusione con il vicino Comune di Ortonovo; una proposta
priva di un progetto di fattibilità, ma che prometteva il “paradiso”:
occupazione, sviluppo, quattrini, folle di turisti, riduzione di tasse, ecc..
Dietro a queste promesse favolistiche in realtà si nascondeva il tentativo di
risolvere due problemi: a) la spalmatura sui castelnovesi della precaria gestione
finanziaria di Ortonovo (Comune gestito dalla stessa coalizione di partiti); b)
la possibilità del Sindaco Favini di poter continuare per altri 10 anni a fare
il Sindaco di Luni, aggirando il divieto di non ricandidabilità.
Il Referendum del
9/2/2014 ha dato una significativa risposta a questo modo di amministrare con
il rifiuto di questa insensata proposta con il 67,03% di NO.
Ma Favini e la sua
coalizione di partiti non demordono; hanno commentato il negativo esito del Referendum
come pura risposta campanilistica e di “pancia”, ritenendo che gli elettori non
avevano ben compreso confusi dalla propaganda del Comitato Teniamoci Castelnuovo, ma che con più adeguate spiegazioni
avrebbero infine accettato. Ecco allora ventilarsi la proposta di inserire nel
programma per le elezioni del 25/5/14 l’ipotesi di fusione Ortonovo-Castelnuovo
per poi, ad esito favorevole delle elezioni amministrative, si potrebbe dar vita
ad nuova proposta di fusione per il Comune di Luni.
Allora diventa
indispensabile un cambio alla guida del Comune, per porre fine a questa cattiva
gestione amministrativa, perché la coalizione che si raccoglierà intorno al loro
nuovo candidato sindaco è
già sicura
di poter ri-ottenere l’elezione, poiché sfrutta il voto ideologico che, da una
parte, impedisce di valutare adeguatamente le “malefatte” dell’attività di
governo, e, dall’altra, alimenta la paura sulla vittoria dell’avversario.
La vicenda del
Palazzo Comunale rivela, però, altri aspetti assai negativi. L’ordinanza di
sgombero del Palazzo Comunale è stata emessa in data 12/7/2013, dopo ben 8 anni
dall’avvio (ottobre 2005) dell’accertamento del “dissesto statico” dell’edificio “dovuto
a opere di ristrutturazione interne”, oltre ad una “criticità nel terreno di fondazione”. L’ing. Montefiori in data
24/5/2007 indicava anche la possibile soluzione “di carattere geotecnico volte a limitare il progredire del dissesto”
con opere adeguate valutate nel costo di circa € 905.000,00 + Iva e oneri.
Alla luce di tutte queste
vicende occorre rivolgere al Sindaco e alla sua coalizione alcune domande:
1)
Perché dal 2005
al 2013 non siano stati fatti adeguati interventi di ristrutturazione e di
messa in sicurezza del Palazzo Comunale?
2)
Perché dal 2005-7
al 2013 il Palazzo è sempre stato aperto al pubblico e ai lavoratori pur in
presenza di uno studio che ne rilevava il “dissesto
statico” dell’edificio, dato che il Sindaco è anche autorità di pubblica
sicurezza?
3)
Perché nella
lettera agli abitanti del Centro Storico del 11/12/13 è stato indicato in
1.800.050 (il doppio di quanto previsto nel 2007) il costo della messa in
sicurezza del Palazzo Comunale?
4)
Perché nella
lettera agli abitanti del Centro Storico del 11/12/13 è stato legata la
possibilità della ristrutturazione del Palazzo Comunale solo con l’ipotesi
della fusione e con una destinazione turistico-culturale diversa da quella
amministrativa?
5)
Perché nella
lettera del 28/11/13 il Sindaco di Ortonovo ha scritto che “il Palazzo Amati diventi l’ideale sede di rappresentanza per il futuro
Comune di Luni, dove organizzare iniziative, eventi e manifestazioni all’altezza
dell’importante nome di Luni”?
Come si vede esiste
uno stretto legame tra una cattiva gestione amministrativa, la proposta di fusione
tra Castelnuovo e Ortonovo e la necessità di assicurare l’alternanza alla guida
del Comune. Nelle democrazie moderne e avanzate gli elettori valutano i loro “politici” sulla base di quello che
riescono a realizzare del loro programma elettorale e non in conformità a una
tessera, per cui a ogni elezione si determina una riconferma o una bocciatura; c’è alternanza e, conseguentemente, c’è
progresso, sviluppo e modernità. Questo non avviene a Castelnuovo Magra!
L’alternanza alla guida del Comune è
uno strumento che permette di rompere quelle incrostazioni che sempre avvengono
quando per troppo tempo gli apparti pubblici sono gestiti dalla medesima
“partitocrazia”.
Occorre rimediare a questo cattivo modo di governare, di rinnovare la vita pubblica, di rilanciare
le istanze della partecipazione, della trasparenza,
dell'efficienza e del buon funzionamento del nostro Comune. Ma è indispensabile una maggiore
attenzione anche da parte degli elettori nel valutare le proposte ma anche la
coerenza e l’impegno dei candidati che le avanzano, per non doversi poi pentire
della fiducia accordata immeritatamente.
Il Consigliere Comunale e
responsabile della Lista Civica “CASTELNUOVO PER TUTTI" - Euro Mazzi
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