castelnuovo magra

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sabato 31 gennaio 2015

ABBIATE IL CORAGGIO DELLA DISSIDENZA ... (lettera di saluto ai colleghi di lavoro)

Carissimi,
con il 31 di gennaio 2015 finisco la mia attività lavorativa e, conseguentemente, anche l’attività sindacale.
Sentimenti contrastanti mi accompagnano in questo momento: da una parte, la soddisfazione per la conclusione di un ciclo, un capitolo lungo e vissuto assai intensamente e attivamente; dall’altra, la tristezza perché lascio amici e colleghi con i quali mi sono relazionato professionalmente e sindacalmente in tutti questi anni.
Acquisterò maggiore autonomia e libertà di movimento, ma mi mancheranno i rapporti umani, lo scambio di idee e di opinioni, la condivisione dei quotidiani problemi di lavoro.
Questa lunga fase, iniziata nel 1976, che giunge ora alla fine, mi ha regalato tante esperienze, tante amicizie, tante relazioni umane che conserverò, insieme alle problematiche che via via ho affrontato e a volte condiviso con Voi.
Ho vissuto intensamente e attivamente questo periodo, con tanta professionalità ma anche con altrettanta passione, nella certezza di aver lasciato il mio contribuito e nella speranza di aver alleviato alcune problematicità al fine di creare un clima lavorativo piacevole, anche nei momenti più difficili.
A questo punto, permettetemi una considerazione conclusiva di questa mia “lunga” esperienza lavorativa: ABBIATE IL CORAGGIO DELLA DISSIDENZA perché il dissidente, nella sua irripetibilità, è il necessario fondamento e garante di ogni autentica democrazia nel tempo del conformismo globale. La dissidenza è un antidoto rispetto al conformismo e all’indifferenza che sono i principali ostacoli all’apprendimento, alla creatività e al cambiamento.
Ho iniziato nel 1976 la mia esperienza lavorativa, ma anche quella sindacale nella FISAC e nella CGIL, ricoprendovi vari incarichi; sindacato che poi ho lasciato per aderire alla FALCRI nel momento in cui mi ero accorto, insieme ad altri, che quel sindacato era diventato troppo “compromesso” con “il padrone”.
Dal 1976 fino ad oggi, credo di aver sempre rappresentato un elemento di dissidenza.
Sono sempre stato convinto della necessità di "ascoltare" e “trasmettere” informazioni, conoscenze ed esperienze e, infatti, in questi anni, insieme all’amico Andrea Giuliani, abbiamo utilizzato i pochi permessi a disposizione per girare nelle varie Filiali con lo scopo di “ascoltare” i lavoratori, i loro problemi, necessità e considerazioni, insomma per “parlare” e “confrontarci” con i vari colleghi.
Sono convinto che attraverso il dialogo possono emergere i problemi e le differenze da elaborare in una proposta condivisa, unico rimedio alla mancanza di idee e di proposte utili per contrastare il progetto di recupero integrale di potere del datore di lavoro sui propri lavoratori.
Abbiamo “seminato” mediante centinaia e centinaia di “colloqui” … il tempo dirà se è stata una buona semina.
Comunque, rivendico questa differenza sostanziale con le altre organizzazioni sindacali. Mai come oggi si avverte la necessità di uscire dal conformismo, che mantiene l’immobilità della mente e la rammollisce, rende il nostro pensiero ricorsivo. Stringe in una morsa la nostra creatività e non le permette di esprimersi; non ci permette di cambiare; vincola l’innovazione; è impedimento alla risoluzione di problemi; è assenza di progresso della nostra qualità di vita.
In questi anni, inoltre, abbiamo svolto una costante azione di contrasto di accordi che sempre più hanno ridoto le tutele dei lavoratori.
Siamo stati dissidenti non semplicemente perché pensavamo in modo diverso, bensì perché esprimevamo esplicitamente una pubblica e manifesta opposizione ad accordi sbagliati e forieri di ulteriori ridimensionamenti.
Siamo stati scomodi, riottosi al potere, critici nei confronti del modello di banca attuale, a cominciare dalle campagne 4you, fino all’acquisto Antonveneta, fino all’ultimo accordo che cancellava quasi totalmente il contratto integrativo.
Abbiamo pagato isolamento e denigrazioni, ma avevamo ragione noi e (... visto i risultati ...) torto gli altri!!!
Forti di queste battaglie vinte senza aver mai ricevuto pubblici riconoscimenti (anzi proprio per questo vilipesi) , abbiamo continuato sempre con quotidiano impegno professionale e sindacale a produrre discussioni intorno a una cultura sindacale «altra», diffidente e dissidente. In maniera instancabile abbiamo in questi anni resistito, nella convinzione che occorresse tentare di frenare e/o tentare di cambiare la direzione se era ed è ancora possibile farlo.
Il sindacato per sua natura deve fare accordi, dunque, si devono accettare dei compromessi nell'azione concreta e quotidiana, ma senza accettare le compromissioni nella gestione, nei progetti e nel pensiero.
In tutti questi anni l’impegno è stato sempre quello di conoscere la situazione contingente e le prospettive, senza dimenticare il passato, ma soprattutto nel cercare di definire proposte, nella convinzione di contribuire alla formazione e diffusione di una adeguata cultura sindacale e “bancaria”.
In questo senso, la nostra dissidenza deve essere considerata non come pura trasgressione, ma come pensiero alternativo, come valore che si contrappone ai luoghi comuni, che si traduce nella produzione di innovazioni nei processi di conoscenza e di dominio della realtà.
La democrazia nei posti di lavoro non si deve ridurre a forma vuota, ma deve ritrovare forza e legittimità, partendo dal rispetto della dignità delle persone.
Grazie a tutti Voi per questo graditissimo regalo di vita intensamente vissuta; regalo che vorrei ricambiare adeguatamente … ma mi è impossibile!
Mi limito ad augurarVi il meglio per tutti Voi, nonostante il momento assai angusto che vive la nostra Banca e il sistema bancario italiano.
Grazie. Arrivederci … Bonne chance.
Euro Mazzi

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