
Levi
in un’intervista dichiarò come: “fascismo
e nazismo sono sopravvissuti, in un modo o nell’altro, alla sconfitta della
seconda guerra mondiale: in ogni posto
nel mondo, là dove si comincia col negare le libertà fondamentali dell’uomo, la
sua uguaglianza, si va verso il sistema concentrazionario, e questa è una
strada difficile da fermare”.
La
"banalità del male"
secondo Hannah Arendt è perfettamente personificata da Eichmann, il quale aveva
il compito di coordinare il trasferimento dei prigionieri ebrei nei campi di
concentramento.
Ciò che stupì Hannah Arendt era che Eichmann non era un mostro
qualunque, ma un individuo comune
che, come affermò anche nel processo, svolgeva il suo lavoro e basta, senza
farsi troppi scrupoli morali, ma badando solo al fatto di svolgere un'attività
"funzionale" ai suoi interessi e a quelli della società in cui era
inserito.

Peculiarità dei regimi totalitari è il consenso di massa, reso possibile della dissoluzione delle classi sociali e dall’avvento della società di massa, dall’uso sistematico del terrore e dal controllo capillare della società, dal rapporto tra il capo carismatico e le masse, dall’assenza totale di libertà e distruzione della sfera privata, oltre che di quella pubblica
Per
la Arendt il costante utilizzo del
pensiero critico e della coscienza e responsabilità morale può essere un
sufficiente blocco al dilagare della "banalità del male", in
quanto utile a discernere e a comprendere, mentre al contrario la massificazione,
l'omologazione in quanto fenomeni basati sul prevalere dell'indistinto possono
diventare terreno fertile per tale "banalità del male".
Euro Mazzi
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