castelnuovo magra

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martedì 27 gennaio 2015

PER NON DIMENTICARE LA BANALITÀ DEL MALE …

"Noi abbiamo viaggiato fin qui nei vagoni piombati; noi abbiamo visto partire verso il niente le nostre donne e i nostri bambini; noi fatti schiavi abbiamo marciato cento volte avanti e indietro alla fatica muta, spenti nell'anima prima che dalla morte anonima. Nessuno deve uscire di qui, che potrebbe portare al mondo, insieme col segno impresso nella carne, la mala novella di quanto, ad Auschwitz, è bastato all'uomo di fare all'uomo." (Primo Levi, Se questo è un uomo, 1947).
Levi in un’intervista dichiarò come: “fascismo e nazismo sono sopravvissuti, in un modo o nell’altro, alla sconfitta della seconda guerra mondiale: in ogni posto nel mondo, là dove si comincia col negare le libertà fondamentali dell’uomo, la sua uguaglianza, si va verso il sistema concentrazionario, e questa è una strada difficile da fermare”.
La "banalità del male" secondo Hannah Arendt è perfettamente personificata da Eichmann, il quale aveva il compito di coordinare il trasferimento dei prigionieri ebrei nei campi di concentramento.

Ciò che stupì Hannah Arendt era che Eichmann non era un mostro qualunque, ma un individuo comune che, come affermò anche nel processo, svolgeva il suo lavoro e basta, senza farsi troppi scrupoli morali, ma badando solo al fatto di svolgere un'attività "funzionale" ai suoi interessi e a quelli della società in cui era inserito.

La Arendt affermò anche che "Il suddito ideale del regime totalitario non è il nazista convinto o il comunista convinto, ma l'individuo per il quale la distinzione fra realtà e finzione, fra vero e falso non esiste più".
Peculiarità dei regimi totalitari è il consenso di massa, reso possibile della dissoluzione delle classi sociali e dall’avvento della società di massa, dall’uso sistematico del terrore e dal controllo capillare della società, dal rapporto tra il capo carismatico e le masse, dall’assenza totale di libertà e distruzione della sfera privata, oltre che di quella pubblica
Per la Arendt il costante utilizzo del pensiero critico e della coscienza e responsabilità morale può essere un sufficiente blocco al dilagare della "banalità del male", in quanto utile a discernere e a comprendere, mentre al contrario la massificazione, l'omologazione in quanto fenomeni basati sul prevalere dell'indistinto possono diventare terreno fertile per tale "banalità del male".
Euro Mazzi

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