Da
Place de la Republique, punto di partenza del corteo, il corteo si è via via
affollato, fino a raccogliere almeno 2
milioni di persone, che poi hanno cominciato a sfilare. Oltre 700.000 persone
sono poi scese in strada per manifestare in tutto il resto della Francia. Dunque,
una folla oceanica e composta ha marciato in gran parte in silenzio, intonando
a tratti la Marsigliese, non solo come inno nazionale francese, ma come simbolo
della rivoluzione del 1789 e di quei valori
repubblicani della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità. Anche a
due secoli di distanza, la Marsigliese permette ancora di identificare tale inno con i diritti umani, con la libertà, con l’uguaglianza
e con la fraternità.
La
manifestazione popolare è stata una forte reazione collettiva: il disprezzo per
gli assassini, il rifiuto dell’odio, l’unanimità nel non voler confondere i barbari
e l’islam, la forza di una Nazione che ha affrontato questa tragedia dando una
dimostrazione di unità.
La
Spagna e gli Stati Uniti sono stati colpiti molto più duramente della Francia:
a Madrid i morti sono stati quasi duecento, mentre nelle torri gemelle di New
York ci sono state oltre tremila vittime. Eppure, nel 2001 e nel 2004 non c’è
stata una analoga reazione così popolare di unità e di riaffermazione di valori
fondamentali e fondanti la storia europea.
Insomma,
la manifestazione ha fatto apparire come se l'intera Francia fosse scesa in
strada per manifestare contro il terrore; uno striscione tra la folla recitava
significativamente: "Volevate
mettere la Francia in ginocchio, l'avete fatta rialzare in piedi".
Ecco
l’importanza della manifestazione popolare di Parigi!
Le
piazze non vanno mai sopravvalutate, poiché sono frutto del momento e di
emotività collettiva, ma quello che si è visto a Parigi rappresenta una
risposta di un popolo e la riaffermazione di valori fondamentali, vere e
proprie trincee politiche, giuridiche, morali, mentali.
Nessuna
religione o nessuna convinzione può autorizzare l’uccisione di massa e il
terrorismo
Ma non parliamo
di guerra o di conflitto di civiltà, di religione, di culture.
Occorre
tolleranza, capacità di capire, desiderio di comprendere, determinazione per
assicurare un costante confronto e dialogo. Più cultura meno paura; più
partecipazione meno repressione; più umanità meno barbarie.
Ma
occorre un intransigente amore per i valori
fondanti della libertà, della fraternità e dell’eguaglianza, ma soprattutto
occorre sapere che questi valori non sono un gentile omaggio una volte per
tutte, poiché ogni generazione e ogni giorno vanno riaffermati e riconquistati
L’intransigenza
è la qualità dei forti; l’intolleranza la scusa dei deboli.
Bisogna
sconfiggere il terrorismo e il fondamentalismo. Stiamo in guardia e non
lasciamoci ingannare: non è dichiarando guerra che si riaffermano questi valori.
È invece con più cultura, con più confronto e dialogo e con lo stabilire buone
regole, che però devono essere rispettate e fatte rispettare.
Tremblez, tyrans et vous perfides,
L'opprobre de tous les partis,
Tremblez! Vos projets parricides
Vont enfin recevoir leurs prix!
Vont enfin recevoir leurs prix!
Tout est soldat pour vous combattre,
S'ils tombent, nos jeunes héros,
La terre en produit de nouveaux
(da la Marsigliese)L'opprobre de tous les partis,
Tremblez! Vos projets parricides
Vont enfin recevoir leurs prix!
Vont enfin recevoir leurs prix!
Tout est soldat pour vous combattre,
S'ils tombent, nos jeunes héros,
La terre en produit de nouveaux
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