castelnuovo magra

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giovedì 1 gennaio 2015

HO SCELTO LA SPERANZA e allora … BUON ANNO di SPERANZA

La fine dell'anno e l'inizio di quello nuovo segna sempre una specie di spartiacque: è inevitabile pensare al passato e fare buoni propositi per il nuovo anno. Ed è anche giusto che sia così, per quella spinta a migliorare e a ricercare la serenità che è insita nella natura umana. Quando si è in famiglia poi i desideri si moltiplicano per tutti i membri e i buoni propositi non sono mai solo personali. “Buon Anno! Tanti auguri! Anno sereno e di pace! Che sia un anno ricco di soddisfazioni lavorative e sentimentali …”. Ne abbiamo sentite e dette tante di belle e rituali frasi in questi giorni dalle persone che ci circondano e anche dai più lontani. Sono le stesse ogni anno e spesso restiamo uguali anche noi in attesa che qualcosa cambi intorno a Noi …

La crisi che stiamo attraversando impone una nuova consapevolezza: quella che se si potessero cancellare, correggendoli, alcuni errori del passato e dimenticare le ideologie sventolando tutti una unica bandiera potremmo farcela ad uscire velocemente da questa crisi.
Il bello dei periodi di crisi è che si spera in una svolta, che si possano riparare o correggere gli errori, ricercare uno stile di vita che ci appartiene di più senza porci degli obiettivi troppo difficili, altrimenti poi si rischia la frustrazione di non averli raggiunti.
E non è cosa da poco: questo sentimento può darci  lo slancio necessario. Si  ritorna a  credere  nella  nostra  capacità  e  creatività. Rimettiamo al centro la persona e la necessità di fare bene il proprio dovere (in famiglia, nello studio, nel lavoro, per strada, nel sociale, ecc.); non pensare troppo alle cose materiali e al denaro pur ritenendole importanti; riscoprire amicizie significative e rapporti reali; non perdersi in parole inutili e magari ascoltare di più; pensare che quanto letto finora è scritto nel nostro cuore da sempre e va solo riscoperto, che non è una dottrina, ma frutto dell’esperienza, che chi scrive non è uno “arrivato”, ma che per primo è in cammino. La speranza è quella che si creino le condizioni per correggere anche le ingiustizie.
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Allora … scambiamoci  anche  questo augurio: che il 2015 sia l’anno di una reale speranza.
«L'importante è imparare a sperare. Il lavoro della speranza non è rinunciatario perché di per sé desidera aver successo invece che fallire. Lo sperare, superiore all'aver paura, non è né passivo come questo sentimento né, anzi meno che mai, bloccato nel nulla. L'affetto dello sperare si espande, allarga gli uomini invece di restringerli, non si sazia mai di sapere che cosa internamente li fa tendere a uno scopo e che cosa all'esterno può essere loro alleato. Il lavoro di questo affetto vuole uomini che si gettino attivamente nel nuovo che si va formando e cui essi stessi appartengono» (Ernst Bloch, Il principio Speranza Premessa).
Noi dobbiamo dirigere la luce della speranza su ogni attimo della nostra vita presente, altrimenti la luce del faro si perde nella notte del futuro. L'utopia e la speranza danno all'uomo la possibilità di anticipare quel futuro dove l'uomo stesso realizza la sua intima essenza; ma il vero futuro deve essere nuovo, non può essere qualcosa di predeterminato nel passato e nel presente così da essere prevedibile in modo del tutto certo. La speranza infatti è continuamente sottoposta al rischio, all'incertezza, deve continuamente lottare per creare il futuro-nuovo.
La speranza, quindi, comporta un ottimismo che combatte per realizzarla, un ottimismo militante che realizzi con l'impegno, le possibilità future poiché appare ormai superata ogni dottrina che basava se stessa collegandosi inesorabilmente al passato.
Non resta dunque che augurare a tutti un anno sconvolgente vissuto con un ottimismo militante nella speranza di creare il nostro futuro!

Euro Mazzi

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