La
stampa locale ha dato risalto alla pubblicazione avvenuta il 29/1/15 nel
Registro degli Atti di Matrimonio del Comune di Castelnuovo Magra dell'unione
tra Matteo e lo spagnolo Cesar avvenuta lo scorso 19 luglio in Spagna (Paese dove
è riconosciuto il matrimonio egualitario tra persone dello stesso sesso fin dal
2005). Il Sindaco Montebello si è vantato di essere il primo in Liguria ad
operare tale trascrizione (“a quanto mi
risulta credo di essere il primo a farlo in Liguria”), e così i giornali hanno
riportato con risalto tale primazia; ma in realtà è stato dimenticato che Spezia nel giugno 2006 è stata addirittura il
primo comune italiano, che ha deciso di aprire agli omosessuali il registro
delle unioni civili.
Insomma,
la ricerca della “primazia” gioca a volte brutti scherzi!
In
Consiglio Comunale sono stato l’unico consigliere a votare contro la delibera
che permetteva la trascrizione nei Registri comunali delle unioni civili, esprimendo
spiegazioni di carattere amministrativo ed escludendo tassativamente qualsiasi motivazione
di carattere religiose, omofobe e ideologiche.
Il
primo motivo è la sua inutilità: il
registro delle unioni civili non ha
alcuna efficacia giuridica, perché non rientra nell’autonomia regolamentare
degli enti locali la potestà di disciplinare situazioni di diritto familiare. L’istituzione
di tale registro, pertanto, ha
un’esclusiva natura ideologica e simbolica.

Il
terzo motivo è la sua incostituzionalità:
questa materia è competenza dello Stato come stabilito dall’art. 117
Costituzione “Lo Stato ha legislazione
esclusiva nelle seguenti materie: i) cittadinanza, stato civile e anagrafi”.
Dunque, il Comune non può deliberare in merito, ma deve soltanto attenersi alle
leggi statali in materia. Quindi si
perde tempo e denaro per una cosa inutile, non prioritaria e illegittima.
Infine,
bisognerebbe non nascondere quello che è stato definito il “flop dei
registri": nella città di Bologna esiste dal 1999 e non pare non vi sia
neanche una coppia iscritta; a Varese l’hanno bloccato «perché non serve a nulla»; in quello di Napoli si sono iscritte
sei coppie, a Firenze sono solo 7 le coppie omosessuali iscritte; a Gubbio
l’hanno cancellato per «inutilità». Il bilancio nelle 137 città che le
riconoscono è appunto che quei
registri non servono se non danno “veri diritti" e, infatti sono poche
le trascrizioni in tutta l’Italia: circa duemila.

Del
resto, da anni la Corte Costituzionale con due sentenze ha tracciato la strada:
con la prima (la n. 138/2010) ha affermato che: “nell’ambito applicativo dell’art. 2 Cost., spetta al Parlamento,
nell’esercizio della sua piena discrezionalità, individuare le forme di
garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette”; con la seconda (la n.
4184/2012) la stessa Corte ha dichiarato che: “che i componenti della coppia, a prescindere dall'intervento del
legislatore in materia, sono titolari del diritto alla vita familiare, del
diritto inviolabile di vivere liberamente una condizione di coppia e del
diritto alla tutela giurisdizionale di specifiche situazioni”.

Nel
frattempo sono i cittadini che pagano gli sprechi di questo utilizzo indebito
delle istituzioni locali. I Comuni curino il territorio, rendano
efficienti i servizi pubblici, riducano le spese e le tasse. Chi governa un
ente locale deve fare questo, non dedicarsi ad una propaganda inutile su una
materia non di competenza.
Il Consigliere Comunale Euro Mazzi
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