Con
delibera del Consiglio Comunale di Ortonovo n. 7 del 19/6/2015 è stata
ratificata la delibera della Giunta n. 64 del 4/5/15 che accerta un disavanzo di amministrazione di € 461.964,85 quale conseguenza del riaccertamento
straordinario dei residui e della costituzione dei fondi di accantonamento.
Inoltre veniva deliberato di individuare
in numero di 30 rate costanti annuali
le modalità di copertura di questo disavanzo di amministrazione rilevato al
1/1/2015. Questa delibera merita alcune riflessioni.
Se
fosse passata la proposta di fusione al 1/1/15 il nuovo comune di Luni (appena
costituito) avrebbe dovuto già iniziare con un deficit derivante dal Comune di
Ortonovo da risanare, nonostante che i fautori
del SI avessero più volte “giurato” che la situazione finanziaria di Ortonovo
fosse stata definitivamente sistemata.
Ma
la realtà dei numeri era impietosa e nella mia analisi di allora sulla
situazione finanziaria di Ortonovo avevo evidenziato che quella amministrazione
aveva solo aperto un nuovo finanziamento
presso la Cassa Depositi e Prestiti di € 1.847.156,50 per ripianare il deficit
di € 1.885.086,49 emerso nel settembre 2012. Successivamente, era stato rilevato un deficit
di bilancio di € 725.785 che doveva essere ripianato entro il 2014; andavano
poi aggiunti i 556.106,17 per il pagamento del terreno della scuola di
Caffaggiola sistemati con un nuovo mutuo
da pagarsi annualmente.
Cioè
allora era stata fatta più o meno la stessa operazione di quella ora approvata:
il deficit al 1/1/15 è stato sistemato, ma solo con l’apertura di un
finanziamento da pagare in 30 anni.
Dunque,
solo alla fine dei rispettivi piani di
ammortamento questi vari debiti saranno effettivamente sistemati, nel frattempo
ogni anno si pagano quote di capitale e interessi.
Ma
la correttezza delle mie analisi sulla situazione finanziaria di Ortonovo in
sostegno al NO alla fusione è confermata ora anche da altri due elementi.
Il
primo deriva dall’aver segnalato allora come
uno dei problemi fondamentali dello squilibrio
finanziario di Ortonovo riguardasse sia l’elevato importo dei residui
attivi (cioè entrate vecchie non riscosse) e passivi (impegni vecchi non
spesi) che la loro vecchiaia (cioè
per quelli attivi la loro effettiva possibilità di essere riscossi o per quelli
passivi la possibilità di spenderli).
Infatti, il nuovo deficit deriva dal riaccertamento straordinario dei residui.
Il
secondo problema che all’epoca avevo sollevato riguardava la effettiva capacità organizzativa del Comune di Ortonovo di
riscuotere le imposte, le tasse e le tariffe comunali imposte ai propri
cittadini. Una conferma di questo problema si ritrova proprio nella
delibera ora approvata quando l’assessore Nespolo rispondendo ad una domanda
del consigliere Cecchinelli così replica: “L’assessore
risponde che la maggior somma è data da residui attivi per tributi non pagati,
ad esempio TARSU per i quali, la nuova normativa dispone che siano tolti dalle
entrate correnti ed inseriti tra i crediti di dubbia esigibilità”.
Ma
esiste un altro punto della analisi a sostegno del NO alla fusione che riceve ora
una conferma: i castelnovesi non avevano
alcuna convenienza alla fusione perché la situazione del Comune di Castelnuovo
era nettamente diversa da quella ortonovese. Infatti, la medesima
operazione di riaccertamento straordinario dei residui nel Comune di
Castelnuovo ha portato, al contrario di Ortonovo, ad un avanzo di
amministrazione di ben € 1.043.689,12.
Ma
non c’è solo la differenza sul risultato di amministrazione all’1/1/15: a Ortonovo un deficit di € 461.964,85,
mentre a Castelnuovo un avanzo di € 1.043.689,12.
La
differenza sostanziale risiede nel prelievo tributario: nel 2015 a Ortonovo è previsto un prelievo di € 5.539.684,95, mentre per Castelnuovo
è previsto in € 4.535.340; ci sono dunque ben € 1.004.344,95 di differenza.
Ma tale differenza sulle entrate tributarie dei due comuni significa che le circa
3627 famiglie ortonovesi hanno una pressione tributaria applicata dal loro
comune pari a € 1.527,35, somma che corrisponde a un maggior prelievo di ben € 265,08 rispetto a quanto subiscono
le circa 3.593 famiglie castelnovesi (pari a € 1.262,27 ... che è pur sempre un prelievo elevato!!!).
Insomma,
i fautori del SI avevano detto “bugie” perché miravano ad un consenso
emozionale (la propaganda sulla Grande Luni), mentre la mia analisi era
corretta e le mie previsioni realistiche per il semplice fatto che era una analisi vera, cioè effettuata sui
dati di fatto, cioè sui numeri dei bilanci, sulla lettura delle delibere, sul
ragionamento e la riflessione che questi numeri rappresentavano.
In
sostanza, se fosse passata la fusione dal
1/1/15 i castelnovesi già avrebbero dovuto farsi carico sia del deficit di € 461.964,85
che di una parte del maggior gettito tributario di € 1.043.689,12 del Comune di
Ortonovo, cioè di ben € 1.455.309,80 pari a circa € 204,05 a famiglia solo
per l’anno 2015 .. e questi sono numeri reali non inventati!!!
I
fautori del Si dopo l’esito del referendum avevano criticato i castelnovesi per
un voto solo di “pancia”, ma la realtà dei numeri è ben diversa e dice due cose
molto chiare: mancava un progetto serio
di fusione, avulso da una reale e precisa analisi; soprattutto non vi erano le
convenienze né organizzative né economiche e finanziarie per una fusione.
Insomma,
quando i castelnovesi non prestano
ascolto ai loro governanti (la coalizione UNITI PER Castelnuovo, formata da
PD, Rifondazione, PSI, ecc.) ci hanno
realmente guadagnato: solo per il 2015 hanno risparmiato ben circa € 200 di
nuove ipotetiche tasse.
E’
questo un merito del Comitato Teniamoci Castelnuovo, un comitato fatto di
esponenti di varie tendenze politiche e culturali unificato da una comune volontà
di contrasto ad una scellerata e inutile proposta di fusione … è stata una
esperienza utile e vincente … e rimane un modello per il futuro.
Se
i castelnovesi avessero avuto più coraggio alle ultime elezioni del 2014 forse
oggi avrebbero un Comune governato diversamente e migliore, ma soprattutto
avrebbero dato coraggio anche agli
ortonovesi per cambiare radicalmente i loro amministratori alle prossime
elezioni, poiché il ricambio con persone capaci alla guida della gestione
amministrativa rimane l’unico modo per tentare di migliorare la pesante
situazione finanziaria di quel Comune.
Euro
Mazzi
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