castelnuovo magra

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sabato 1 agosto 2015

I PINOCCHI DELLA FUSIONE E IL “GRILLO PARLANTE”: LA PESANTE SITUAZIONE FINANZIARIA DI ORTONOVO.

Con delibera del Consiglio Comunale di Ortonovo n. 7 del 19/6/2015 è stata ratificata la delibera della Giunta n. 64 del 4/5/15 che accerta un disavanzo di amministrazione di € 461.964,85  quale conseguenza del riaccertamento straordinario dei residui e della costituzione dei fondi di accantonamento. Inoltre veniva deliberato  di individuare in numero di 30 rate costanti annuali le modalità di copertura di questo disavanzo di amministrazione rilevato al 1/1/2015. Questa delibera merita alcune riflessioni.
Se fosse passata la proposta di fusione al 1/1/15 il nuovo comune di Luni (appena costituito) avrebbe dovuto già iniziare con un deficit derivante dal Comune di Ortonovo da risanare, nonostante che i fautori del SI avessero più volte “giurato” che la situazione finanziaria di Ortonovo fosse stata definitivamente sistemata.


Ma la realtà dei numeri era impietosa e nella mia analisi di allora sulla situazione finanziaria di Ortonovo avevo evidenziato che quella amministrazione aveva solo aperto un nuovo finanziamento presso la Cassa Depositi e Prestiti di € 1.847.156,50 per ripianare il deficit di € 1.885.086,49 emerso nel settembre 2012.  Successivamente, era stato rilevato un deficit di bilancio di € 725.785 che doveva essere ripianato entro il 2014; andavano poi aggiunti i 556.106,17 per il pagamento del terreno della scuola di Caffaggiola sistemati con un nuovo mutuo da pagarsi annualmente.
Cioè allora era stata fatta più o meno la stessa operazione di quella ora approvata: il deficit al 1/1/15 è stato sistemato, ma solo con l’apertura di un finanziamento da pagare in 30 anni.
Dunque, solo alla fine dei rispettivi piani di ammortamento questi vari debiti saranno effettivamente sistemati, nel frattempo ogni anno si pagano quote di capitale e interessi.
Ma la correttezza delle mie analisi sulla situazione finanziaria di Ortonovo in sostegno al NO alla fusione è confermata ora anche da altri due elementi.
Il primo deriva dall’aver segnalato allora come uno dei problemi fondamentali dello squilibrio  finanziario di Ortonovo riguardasse sia l’elevato importo dei residui attivi (cioè entrate vecchie non riscosse) e passivi (impegni vecchi non spesi) che la loro vecchiaia (cioè per quelli attivi la loro effettiva possibilità di essere riscossi o per quelli passivi la  possibilità di spenderli). Infatti, il nuovo deficit deriva dal riaccertamento straordinario dei residui.
Il secondo problema che all’epoca avevo sollevato riguardava la effettiva capacità organizzativa del Comune di Ortonovo di riscuotere le imposte, le tasse e le tariffe comunali imposte ai propri cittadini. Una conferma di questo problema si ritrova proprio nella delibera ora approvata quando l’assessore Nespolo rispondendo ad una domanda del consigliere Cecchinelli così replica: “L’assessore risponde che la maggior somma è data da residui attivi per tributi non pagati, ad esempio TARSU per i quali, la nuova normativa dispone che siano tolti dalle entrate correnti ed inseriti tra i crediti di dubbia esigibilità”.
Ma esiste un altro punto della analisi a sostegno del NO alla fusione che riceve ora una conferma: i castelnovesi non avevano alcuna convenienza alla fusione perché la situazione del Comune di Castelnuovo era nettamente diversa da quella ortonovese. Infatti, la medesima operazione di riaccertamento straordinario dei residui nel Comune di Castelnuovo ha portato, al contrario di Ortonovo, ad un avanzo di amministrazione di ben € 1.043.689,12.
Ma non c’è solo la differenza sul risultato di amministrazione all’1/1/15: a Ortonovo un deficit di € 461.964,85, mentre a Castelnuovo un avanzo di € 1.043.689,12.
La differenza sostanziale risiede nel prelievo tributario: nel 2015 a Ortonovo è previsto un prelievo di € 5.539.684,95, mentre per Castelnuovo è previsto in € 4.535.340; ci sono dunque ben € 1.004.344,95 di differenza. Ma tale differenza sulle entrate tributarie dei due comuni significa che le circa 3627 famiglie ortonovesi hanno una pressione tributaria applicata dal loro comune pari a € 1.527,35, somma che corrisponde a un maggior prelievo di ben € 265,08 rispetto a quanto subiscono le circa 3.593 famiglie castelnovesi (pari a € 1.262,27 ... che è pur sempre un prelievo elevato!!!).
Insomma, i fautori del SI avevano detto “bugie” perché miravano ad un consenso emozionale (la propaganda sulla Grande Luni), mentre la mia analisi era corretta e le mie previsioni realistiche per il semplice fatto che era una analisi vera, cioè effettuata sui dati di fatto, cioè sui numeri dei bilanci, sulla lettura delle delibere, sul ragionamento e la riflessione che questi numeri rappresentavano.
In sostanza, se fosse passata la fusione dal 1/1/15 i castelnovesi già avrebbero dovuto farsi carico sia del deficit di € 461.964,85 che di una parte del maggior gettito tributario di € 1.043.689,12 del Comune di Ortonovo, cioè di ben € 1.455.309,80 pari a circa € 204,05 a famiglia solo per l’anno 2015 .. e questi sono numeri reali non inventati!!!
I fautori del Si dopo l’esito del referendum avevano criticato i castelnovesi per un voto solo di “pancia”, ma la realtà dei numeri è ben diversa e dice due cose molto chiare: mancava un progetto serio di fusione, avulso da una reale e precisa analisi; soprattutto non vi erano le convenienze né organizzative né economiche e finanziarie per una fusione.
Insomma, quando i castelnovesi non prestano ascolto ai loro governanti (la coalizione UNITI PER Castelnuovo, formata da PD, Rifondazione, PSI, ecc.) ci hanno realmente guadagnato: solo per il 2015 hanno risparmiato ben circa € 200 di nuove ipotetiche tasse.
E’ questo un merito del Comitato Teniamoci Castelnuovo, un comitato fatto di esponenti di varie tendenze politiche e culturali unificato da una comune volontà di contrasto ad una scellerata e inutile proposta di fusione … è stata una esperienza utile e vincente … e rimane un modello per il futuro.
Se i castelnovesi avessero avuto più coraggio alle ultime elezioni del 2014 forse oggi avrebbero un Comune governato diversamente e migliore, ma soprattutto avrebbero dato coraggio anche agli ortonovesi per cambiare radicalmente i loro amministratori alle prossime elezioni, poiché il ricambio con persone capaci alla guida della gestione amministrativa rimane l’unico modo per tentare di migliorare la pesante situazione finanziaria di quel Comune.
 
Euro Mazzi
 

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