Il
Consiglio Provinciale della Spezia ha deciso di rinviare al 30 settembre la
decisione relativa all’adozione della deliberazione di dissesto dell’Ente. Ammonta infatti a 4,9 (o 4,6 ...)milioni di euro il
passivo di bilancio, il quale dovrà essere risanato da un piano di rientro concordato;
passivo che si abbasserebbe a 2,9 (o 2,6)
milioni se venisse riscossa una sanzione per un illecito in materia ambientale
di circa due milioni di euro.
Vari
esponenti politici provinciali (quasi tutti del PD) hanno indicato quale causa
di questo passivo le varie “sforbiciate”
ai trasferimenti statali, iniziati nel 2011. Lo stesso Federici, sindaco della Spezia,
appena eletto presidente della Provincia dichiarava: “Mi dovrò sobbarcare questo problema e dovremo far fronte al fatto che
non è stato possibile presentare un bilancio di previsione per il 2014, perché
con i tagli drammatici che si sono susseguiti in questi anni i conti proprio
non possono tornare”.
Ma non è proprio questa la vera causa all’origine del dissesto; questa è la tipica causa di comodo che serve per oscurare le responsabilità a livello locale, trasferendole al governo o più in generale alla crisi … così nessuno ha una colpa! Proviamo a riflettere in merito per chiarire.
La
riduzione dei trasferimenti statali è un fenomeno nazionale che ha colpito tutti
gli enti locali (Regioni, Province e Comuni); fenomeno iniziato dopo il 1992
come riforma (anche se non ancora completata) mirante a rendere gli enti
territoriali finanziariamente autonomi e meno condizionati appunto dai
trasferimenti statali. Dunque, la riduzione dei trasferimenti è un fatto
strutturale e iniziato molto tempo fa; conseguentemente non può di per sé
essere questa la vera causa dell’attuale situazione di dissesto.
Peraltro,
all’interno delle somme “trasferite” quelle regionali sono diminuite di più di
quelle statali e, quindi, una buona fetta di riduzione è comunque originata da
decisioni “genovesi” e non “romane. Questo aspetto conferma ancora di più che non è la riduzione dei trasferimenti
statali la causa del dissesto.
Per
ricercare la causa del dissesto occorre affrontare altre problematiche.
La prima attiene
al livello elevato della spesa corrente. Nel 2009-2010 la spesa corrente
ammontava rispettivamente a 66,3 milioni e a 76,6; tale spesa calava nel biennio successivo
2011-12 rispettivamente a 63,3 e a 60,6 milioni; per poi calare ulteriormente
nel biennio 2013-2014 rispettivamente a 53,3 e a 37,7. Apparentemente questo
calo costituisce un fatto positivo, ma è
il suo livello ad essere comunque costantemente elevato in rapporto alle
entrate correnti.
La seconda
problematica riguarda un inadeguato livello delle entrate correnti; queste sono
infatti quasi sempre leggermente superiori alle spese correnti (queste sono state pari a
68,4 milioni nel 2009; 74,6 milioni nel 2010; 65,3 milioni nel 2011; 61,4
milioni nel 2012; 57.3 milioni nel 2013; 37,4 milioni nel 2014), ma non tali da
garantire il pagamento anche delle somme necessarie al rimborso dei prestiti
contratti dalla Provincia.
La terza
problematica riguarda lo squilibrio di parte corrente. Questo livello
insufficiente delle entrate in rapporto al livello superiore delle spese
correnti e del rimborso dei prestiti è la vera causa del dissesto che si
origina, infatti, come squilibrio della parte corrente del bilancio
provinciale, a volte compensato dall’avanzo di parte capitale, a volte invece
non compensato e, dunque, è su questo terreno che si origina il passivo di
amministrazione attuale.
Anche
la Corte dei Conti, infatti, con una nota del 13/4/2013 aveva già evidenziato
che la situazione finanziaria della Provincia spezzina “è connotata da numerose criticità
che pregiudicano gli equilibri di bilancio”, in particolare per la
gestione corrente e quella dei residui emerse già con il rendiconto del 2010
(con un disavanzo di 2.750.117.45) e di quello 2009 (con un disavanzo di
1.552.403,76). Insomma, la Corte dei Conti aveva già accertato “la
mancanza in termini strutturali degli equilibri di bilancio di parte corrente ….”.
Su
queste basi, con delibera n. 7 del 17.12.2014 veniva dichiarato che “la situazione di squilibrio di parte
corrente evidenziata è perdurata anche nel corso dell’esercizio 2013” con uno
squilibrio di competenza pari a € 318.331 con conseguente compromissione
dell’equilibrio della gestione finanziaria nel suo complesso, determinabile a
seguito dell’applicazione dei vincoli derivanti dal finanziamento del fondo
svalutazione crediti. Conseguentemente, non risultava “tecnicamente determinabile una
situazione di pareggio né per l’esercizio 2014, né per gli esercizi 2015 e
2016, e non è quindi possibile addivenire all’approvazione del bilancio di
previsione”.
Pertanto,
le criticità del bilancio della
Provincia di La Spezia sono presenti da tempo (almeno dal 2009-10) e sono
legate allo squilibrio della parte corrente, cioè inerenti al rapporto tra
entrate correnti non adeguate a un elevato livello delle spese correnti.
Dunque,
le vere cause sono da ricercare nelle scelte politiche e amministrative locali
del gruppo dirigente del PD spezzino, incapace a governare e privo di reali
progetti di gestione, ma abilissimo
nello spendere le risorse a disposizione.
Nel
contesto di una riduzione di trasferimenti, la scelta è stata (da tempo) quella
di aumentare le entrate tributarie, ma a forza di aumenti, il livello dei
tributi non era ulteriormente aumentabile poiché gli stessi avevano già le
aliquote al massimo possibile e, quindi, non è stato ora possibile recuperare ulteriore
gettito alzando i tributi.
La
reale alternativa all’aumento di tasse, imposte e tariffe era la riduzione
delle spese, ma su questo inizialmente c’era una sostanziale e tradizionale
diffidenza ad operare da parte della classe politica locale, la quale preferisce
normalmente agire con l’aumento delle tasse.
Nel
caso delle province, invece, i provvedimenti legislativi di chiusura delle
stesse e di trasferimento di funzione a Regioni e comuni, hanno imposto obbligatoriamente
la strada appunto alla riduzione delle spese correnti.
Infatti,
è stato l’obbligo introdotto per legge di ridurre nel 2015 il personale dipendente
della Provincia del 50% ad aprire di fatto la strada alla riduzioni delle spese
correnti. Attualmente pare che il personale della Provincia in organico sia
stato ridotto del 60% rispetto a quello in servizio all'aprile 2014, data di
approvazione della Legge di riforma Del Rio.
Ma
questa riduzione di spese sta avvenendo senza un piano programmato e, quindi,
comporterà grandi problemi ai cittadini. Federici, ha scritto a Comuni, Regione
e Prefettura una lettera per descrivere la situazione economica della Provincia
spezzina e la conseguente impossibilità ad assolvere ai compiti istituzionali
che le competono, soprattutto per ciò che riguarda l’edilizia scolastica e la
sicurezza stradale. L’Ente, scrive Federici, è responsabile di oltre 600 km di
strade e oltre 100.000 mq di edifici scolastici, che ospitano più di 9000
studenti. Strade e scuole necessitano di interventi, ma la Provincia non è in
grado di sostenere le spese.
Troppo
comodo!!! Di fronte alle criticità si deve “volere vincere” la sfida di fare di
più, con minori risorse … ma per farlo ci vuole capacità, competenze, determinazione,
compattezza, progettualità e alti principi … doti rare nell’attuale quadro
dirigente locale del PD (ma purtroppo anche negli altri partiti o movimenti attualmente presenti …).
Insomma,
sono sempre i cittadini che pagano o con l’aumento di tasse o con la riduzione
di servizi o con entrambi i provvedimenti, mentre chi ha avuto la
responsabilità politica e amministrativa di questo dissesto si preoccupa solo
di quale “poltrona” potrà rivestire in un futuro, e che tale nuovo incarico sia
“ben remunerato” … e questa è la vera “antipolitica” che fa allontanare le
persone dall’occuparsi seriamente di politica. Un reale cambiamento parte sempre da una corretta informazione e da una ostinata partecipazione ... "una democrazia di partecipanti attivi".
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