Lo scontro tra il Comune di Castelnuovo
(guidato allora dal Sindaco Favini) e Acam Ambiente era stato incentrato nel
corso del 2012 su alcune tematiche che
attenevano tutte alla verifica e al controllo sulla gestione del servizio (lavaggio
dei cassonetti, pesatura dei rifiuti, raccolta rifiuti nel territorio comunale,
costo della raccolta differenziata, disservizi nella raccolta dei rifiuti), ma
avevano anche una ricaduta sul costo
stesso del servizio.
Alla fine del 2012 le “probabili pressioni” esercitate sul
Sindaco Favini per la ricomposizione di questo scontro con Acam Ambiente portavano
ad un accordo sia economico che
contrattuale contenuto in due delibere di Giunta la n. 66 del 7/12/12 e
la n. 29 del 10/4/2013.
Con
la delibera della Giunta comunale n. 66 del 7/12/12 veniva approvato lo schema di “Accordo tra le parti”, attraverso cui
venivano risolte le problematiche sorte durante lo svolgimento del servizio nei
mesi precedenti, segnalate e contestate dal Comune all'Acam Ambiente Spa (sintetizzate
già nel precedente post: http://castelnuovopertutti.blogspot.it/2016/07/la-vera-rivoluzione-e-la-normalita-il.html#more).
Sul piano
economico
l’accordo riguardava circa € 533.000 di
fatture emesse da Acam e che il Comune non aveva pagato a seguito delle
contestazioni avanzate; l’accordo prevedeva che:
a)
per € 62.388,76 per fatture relative alla “Valorizzazione
raccolta differenziata” e a “RD/Ingombranti” si stabiliva che: “le parti concordano che tale importo non è dovuto in quanto non
previsto dal contratto di servizio; pertanto Acam ambiente, rinunciando al proprio credito,
provvederà ad emettere le relative note di accredito”. b) la fatture per “la
gestione dell’Isola ecologica” dal 1/2012 al 8/2012 di € 30.360 veniva liquidata
solo per € 9.715,20, mentre per € 20.644,80 non venivano saldate “per
mancanza di accordo”. c) per € 143.716,21 per fatture relative alla “raccolta organico grandi utenze” il
Comune le avrebbe pagate mediante: 1) una compensazione
per € 32.039,91 inerenti al pagamento da parte di Acam a seguito
dell’utilizzo di mezzi di proprietà comunale; 2) per € 77.423,80 (oltre iva e al netto compartecipazione di Acam per €
8.900,00) mediante cessione
dell’usufrutto per 5 anni di autocompattatore Iveco precedentemente acquistato
dal Comune; 3) per € 25.352,50 da liquidare da parte del Comune. d)
per € 296.979,59 inizialmente
contestate dal Comune (perché non effettuati i relativi servizi di manutenzione
e lavaggio contenitori, campagna promozionale raccolta differenziata,
ammortamento contenitori), a seguito di “impegno
dell’Azienda a migliorare l’efficienza del servizio nei mesi prossimi”, venivano
pagate dal Comune.
Sul piano contrattuale l’accordo prevedeva
che: a) il Comune riconosceva il costo a
carico di Acam per la “valorizzazione della RD” e si impegnava al pagamento
delle fatture a partire dal mese di novembre 2012 “previa valutazione delle pesature”. b) obbligo della pesatura dei rifiuti: “Le parti concordano sulla necessità di pesare i rifiuti raccolti nel
territorio comunale, sia tal quale che differenziati; operazione necessaria per
il comune ai fini della regolarità contabile delle fatture da noi liquidate e
non particolarmente complessa e/o onerosa per I'azienda, anche alla luce della
Vs comunicazione prot. 1007/AU/2012 del 11.10.2012 e di quanto emerso anche nei
recenti colloqui intercorsi. La pesatura
deve avvenire presso il nostro centro di raccolta (isola ecologica)”. c) la
proroga del Contratto di servizio (scaduto
in data 31/12/2011) al 30/6/2013, concordando
di modificare il contratto stesso con l’introduzione: 1) del “pagamento da parte del Comune, della
valorizzazione della raccolta differenziata”; 2) “la pesatura del rifiuti,
differenziati e non, effettuata in modo tale da determinare con procedure esatta la quantità di rifiuti
giornalmente prodotta nel territorio di Castelnuovo”. d) il non
pagamento degli interessi di mora sulle fatture non pagate, in quanto oggetto
di contestazione.
Con questo “accordo” veniva chiuso il
contenzioso sia nella parte economica che normativa, ma le varie problematiche erano
alquanto complesse e articolate (in particolare quella del rinnovo del
contratto di servizio), imponendo così una revisione dell’accordo per precisare
ulteriormente le questioni sopra riportate, revisione approvata con la delibera
di Giunta n. 29 del 10/4/2013.
Queste due delibere di Giunta (la n.
66/12 e la n. 29/13) rivestono particolare importanza, non solo perché chiudono il “contenzioso” tra Comune e Acam
Ambiente, ma soprattutto perché evidenziano come una “normale” opera di controllo
effettuato dal Comune sul servizio svolto da Acam abbia rivelato non solo alcune inefficienze, ma soprattutto
l’emissione di fatture per servizi non prestati.
Queste problematiche erano state più
volte sollevate anche dai consiglieri di opposizione, ma erano sempre rimasti inascoltati, soprattutto perché
non potevano “dimostrare” queste
mancanze di Acam, in quanto non disponevano degli idonei strumenti
“coercitivi” di verifica (per esempio tramite l’intervento della polizia
municipale). Al contrario, il sindaco Favini (proprio perché sindaco e, quindi,
capo dell’amministrazione comunale) aveva utilizzato
il personale comunale per effettuare dei controlli che poi sono risultati assai
utili per evidenziare una “non buona
gestione” del servizio di raccolta dei rifiuti, con il conseguente “adeguamento” economico rispetto a quanto
fatturato da Acam.
In tal senso, occorre evidenziare
l’importanza della questione della “pesatura dei rifiuti” presso
l’Isola ecologica, poiché evidentemente esistevano dubbi nel Sindaco Favini sulle
“reali” quantità sia della raccolta
dei rifiuti indifferenziati che di quella differenziata; quantità che poi si
trasformava automaticamente in fatture da pagare per il Comune e,
conseguentemente, di oneri a carico dei
cittadini (la TARES ora TARI).
Questa
presunta scarsa “attendibilità” dei dati
quantitativi della raccolta dei rifiuti indifferenziati e differenziati
sollevata dal Sindaco Favini è una circostanza assai utile anche per
comprendere come sia possibile passare
da una raccolta differenziata assai bassa (del 26,20% nel 2014 e del 31,50% nel
2015) al 75% nel primo semestre del 2016; si tratta di percentuali di
incremento molto elevate che devono essere spiegate adeguatamente.
Certamente
l’avvio della raccolta porta a porta
(che facilita una migliore differenziazione dei rifiuti), oppure la perdurante “stagnazione” dei consumi a causa della
crisi economica (che fa diminuire la quantità dei rifiuti), oppure la maggiore educazione ambientale della
popolazione (che facilità la divisione dei rifiuti e il corretto conferimento),
sono elementi che offrono una
spiegazione per una buona parte di questo incremento, ma non sono esaurienti.
Infatti, se si analizzano i dati di altre realtà (per esempio toscane e venete)
si nota come l’introduzione della raccolta del porta a porta abbia effettivamente
fatto aumentare la percentuale della raccolta differenziata, ma con percentuali più contenute (dal 10% al
35% in più).
Per la
realtà spezzina forse hanno influito anche le
conseguenze della sentenza (la n. 83 del 27/5/2013) della Corte dei Conti Liguria contro gli amministratori
comunali di Recco per danno erariale per non aver mai raggiunto la
percentuale fissata per legge di raccolta differenziata (l’art. 205
del Decreto Legislativo 152/2006 prevede che ciascun comune italiano debba
raggiungere una percentuale di raccolta differenziata: almeno il 35% entro il
31/12/2006, il 45% entro il 31/12/2008; il 65% entro il 31/12/2012). Nel corso
del 2015 si è avuta notizia “giornalistica” di analoghe inchieste verso gli
amministratori di altri comuni liguri, tra cui quelli di Ameglia e Ortonovo. L’iniziativa della Corte dei Conti (colpendo gli amministratori e non i Comuni)
ha avuto l’effetto di far accelerare il
passaggio alla raccolta porta a porta e all’immediato raggiungimento di
percentuali superiori al 65% in tutti i comuni dove è stata introdotta tale
modalità di raccolta.
Ma ritorniamo all'accordo dell'aprile 2013 per evidenziare come il
sindaco Favini avesse probabilmente intenzione di attivare la raccolta porta a
porta con altro operatore diverso da
Acam, ma non ha avuto il tempo di arrivarci, poiché proprio in quei mesi
attivava (con la delibera consiliare n. 7 del
2/7/2013) il procedimento di fusione con
Ortonovo … e quel procedimento diveniva fino al referendum del 9/2/2014 la questione principale e assorbente
dell’attività amministrativa di Castelnuovo ... e la questione della raccolta porta a porta rimaneva insoluta.
L’esito negativo per la fusione del referendum segnava anche la
(momentanea???) uscita dalla scena politica di Favini e l’inizio della gestione
amministrativa del nuovo sindaco Montebello … ma questa è una storia diversa
che affronteremo nel prossimo post … per
verificare se è vero che dopo ogni “rivoluzione”
(in questo caso della “normalità” … si intende!!!) ci sia stata eventualmente una “restaurazione” …
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