castelnuovo magra

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mercoledì 27 luglio 2016

LA VERA RIVOLUZIONE È LA NORMALITÀ: l’accordo con Acam (terza parte)

Lo scontro tra il Comune di Castelnuovo (guidato allora dal Sindaco Favini) e Acam Ambiente era stato incentrato nel corso del 2012 su alcune tematiche che attenevano tutte alla verifica e al controllo sulla gestione del servizio (lavaggio dei cassonetti, pesatura dei rifiuti, raccolta rifiuti nel territorio comunale, costo della raccolta differenziata, disservizi nella raccolta dei rifiuti), ma avevano anche una ricaduta sul costo stesso del servizio.
Alla fine del 2012 le “probabili pressioni” esercitate sul Sindaco Favini per la ricomposizione di questo scontro con Acam Ambiente portavano ad un accordo sia economico che contrattuale contenuto in due delibere di Giunta la n. 66 del 7/12/12 e la n. 29 del 10/4/2013.

Con la delibera della Giunta comunale n. 66 del  7/12/12 veniva approvato lo schema di “Accordo tra le parti”, attraverso cui venivano risolte le problematiche sorte durante lo svolgimento del servizio nei mesi precedenti, segnalate e contestate dal Comune all'Acam Ambiente Spa (sintetizzate già nel precedente post: http://castelnuovopertutti.blogspot.it/2016/07/la-vera-rivoluzione-e-la-normalita-il.html#more).
Sul piano economico l’accordo riguardava circa € 533.000 di fatture emesse da Acam e che il Comune non aveva pagato a seguito delle contestazioni avanzate; l’accordo prevedeva che:
a) per 62.388,76 per fatture relative alla “Valorizzazione raccolta differenziata” e a “RD/Ingombranti” si stabiliva che: “le parti concordano che tale importo non è dovuto in quanto non previsto dal contratto di servizio; pertanto Acam ambiente, rinunciando al proprio credito, provvederà ad emettere le relative note di accredito”. b) la fatture per “la gestione dell’Isola ecologica” dal 1/2012 al 8/2012 di € 30.360 veniva liquidata solo per € 9.715,20, mentre per € 20.644,80 non venivano saldateper mancanza di accordo”. c) per 143.716,21 per fatture relative alla “raccolta organico grandi utenze” il Comune le avrebbe pagate mediante: 1) una compensazione per € 32.039,91 inerenti al pagamento da parte di Acam a seguito dell’utilizzo di mezzi di proprietà comunale; 2) per € 77.423,80 (oltre iva e al netto compartecipazione di Acam per € 8.900,00) mediante cessione dell’usufrutto per 5 anni di autocompattatore Iveco precedentemente acquistato dal Comune; 3) per 25.352,50 da liquidare da parte del Comune. d) per € 296.979,59 inizialmente contestate dal Comune (perché non effettuati i relativi servizi di manutenzione e lavaggio contenitori, campagna promozionale raccolta differenziata, ammortamento contenitori), a seguito di “impegno dell’Azienda a migliorare l’efficienza del servizio nei mesi prossimi”, venivano pagate dal Comune.
Sul piano contrattuale l’accordo prevedeva che: a) il Comune riconosceva il costo a carico di Acam per la “valorizzazione della RD” e si impegnava al pagamento delle fatture a partire dal mese di novembre 2012 “previa valutazione delle pesature”. b) obbligo della pesatura dei rifiuti: “Le parti concordano sulla necessità di pesare i rifiuti raccolti nel territorio comunale, sia tal quale che differenziati; operazione necessaria per il comune ai fini della regolarità contabile delle fatture da noi liquidate e non particolarmente complessa e/o onerosa per I'azienda, anche alla luce della Vs comunicazione prot. 1007/AU/2012 del 11.10.2012 e di quanto emerso anche nei recenti colloqui intercorsi. La pesatura deve avvenire presso il nostro centro di raccolta (isola ecologica)”. c) la proroga del Contratto di servizio (scaduto in data 31/12/2011) al 30/6/2013, concordando di modificare il contratto stesso con l’introduzione: 1) del “pagamento da parte del Comune, della valorizzazione della raccolta differenziata”; 2) “la pesatura del rifiuti, differenziati e non, effettuata in modo tale da determinare con procedure esatta la quantità di rifiuti giornalmente prodotta nel territorio di Castelnuovo. d) il non pagamento degli interessi di mora sulle fatture non pagate, in quanto oggetto di contestazione.
Con questo “accordo” veniva chiuso il contenzioso sia nella parte economica che normativa, ma le varie problematiche erano alquanto complesse e articolate (in particolare quella del rinnovo del contratto di servizio), imponendo così una revisione dell’accordo per precisare ulteriormente le questioni sopra riportate, revisione approvata con la delibera di Giunta n. 29 del 10/4/2013.
Queste due delibere di Giunta (la n. 66/12 e la n. 29/13) rivestono particolare importanza, non solo perché chiudono il “contenzioso” tra Comune e Acam Ambiente, ma soprattutto perché evidenziano come una “normale” opera di controllo effettuato dal Comune sul servizio svolto da Acam abbia rivelato non solo alcune inefficienze, ma soprattutto l’emissione di fatture per servizi non prestati.
Queste problematiche erano state più volte sollevate anche dai consiglieri di opposizione, ma erano sempre rimasti inascoltati, soprattutto perché non potevano “dimostrare” queste mancanze di Acam, in quanto non disponevano degli idonei strumenti “coercitivi” di verifica (per esempio tramite l’intervento della polizia municipale). Al contrario, il sindaco Favini (proprio perché sindaco e, quindi, capo dell’amministrazione comunale) aveva utilizzato il personale comunale per effettuare dei controlli che poi sono risultati assai utili per evidenziare una “non buona gestione” del servizio di raccolta dei rifiuti, con il conseguente “adeguamento” economico rispetto a quanto fatturato da Acam.
In tal senso, occorre evidenziare l’importanza della questione della “pesatura dei rifiuti” presso l’Isola ecologica, poiché evidentemente esistevano dubbi nel Sindaco Favini sulle “reali” quantità sia della raccolta dei rifiuti indifferenziati che di quella differenziata; quantità che poi si trasformava automaticamente in fatture da pagare per il Comune e, conseguentemente, di oneri a carico dei cittadini (la TARES ora TARI).
Questa presunta scarsa “attendibilità” dei dati quantitativi della raccolta dei rifiuti indifferenziati e differenziati sollevata dal Sindaco Favini è una circostanza assai utile anche per comprendere come sia possibile passare da una raccolta differenziata assai bassa (del 26,20% nel 2014 e del 31,50% nel 2015) al 75% nel primo semestre del 2016; si tratta di percentuali di incremento molto elevate che devono essere spiegate adeguatamente.
Certamente l’avvio della raccolta porta a porta (che facilita una migliore differenziazione dei rifiuti), oppure la perdurante “stagnazione” dei consumi a causa della crisi economica (che fa diminuire la quantità dei rifiuti), oppure la maggiore educazione ambientale della popolazione (che facilità la divisione dei rifiuti e il corretto conferimento), sono elementi che offrono una spiegazione per una buona parte di questo incremento, ma non sono esaurienti. Infatti, se si analizzano i dati di altre realtà (per esempio toscane e venete) si nota come l’introduzione della raccolta del porta a porta abbia effettivamente fatto aumentare la percentuale della raccolta differenziata, ma con percentuali più contenute (dal 10% al 35% in più).
Per la realtà spezzina forse hanno influito anche le conseguenze della sentenza (la n. 83 del 27/5/2013) della Corte dei Conti Liguria contro gli amministratori comunali di Recco per danno erariale per non aver mai raggiunto la percentuale fissata per legge di raccolta differenziata (l’art. 205 del Decreto Legislativo 152/2006 prevede che ciascun comune italiano debba raggiungere una percentuale di raccolta differenziata: almeno il 35% entro il 31/12/2006, il 45% entro il 31/12/2008; il 65% entro il 31/12/2012). Nel corso del 2015 si è avuta notizia “giornalistica” di analoghe inchieste verso gli amministratori di altri comuni liguri, tra cui quelli di Ameglia e Ortonovo. L’iniziativa della Corte dei Conti (colpendo gli amministratori e non i Comuni) ha avuto l’effetto di far accelerare il passaggio alla raccolta porta a porta e all’immediato raggiungimento di percentuali superiori al 65% in tutti i comuni dove è stata introdotta tale modalità di raccolta.
Ma ritorniamo all'accordo dell'aprile 2013 per evidenziare come il sindaco Favini avesse probabilmente intenzione di attivare la raccolta porta a porta con altro operatore diverso da Acam, ma non ha avuto il tempo di arrivarci, poiché proprio in quei mesi attivava (con la delibera consiliare n. 7 del 2/7/2013) il procedimento di fusione con Ortonovo … e quel procedimento diveniva fino al referendum del 9/2/2014 la questione principale e assorbente dell’attività amministrativa di Castelnuovo ... e la questione della raccolta porta a porta rimaneva insoluta. 
L’esito negativo per la fusione del referendum segnava anche la (momentanea???) uscita dalla scena politica di Favini e l’inizio della gestione amministrativa del nuovo sindaco Montebello … ma questa è una storia diversa che affronteremo nel prossimo post … per verificare se è vero che dopo ogni “rivoluzione” (in questo caso della “normalità” … si intende!!!) ci sia stata eventualmente una “restaurazione”

Euro Mazzi

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