castelnuovo magra

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venerdì 30 ottobre 2015

IL FALLIMENTO DEI PIANI REGIONALE E PROVINCIALE SUI RIFIUTI E L’AUMENTO DEL GETTITO DELLA TARI (seconda parte)

Finalmente, dopo aver perso troppi anni, entro fine anno 2015 dovrebbe iniziare anche a Castelnuovo Magra la raccolta “porta a porta” (PaP) dei rifiuti sia per gli esercizi commerciali che per i residenti.
Nel precedente post è stato illustrato la fallimentare gestione della raccolta rifiuti nel Comune di Castelnuovo Magra, caratterizzata da: a) alti costi della stessa che si sono riversati sui cittadini mediante la tassa rifiuti (TARI); b) il non rispetto degli obblighi di legge riguardanti la raccolta differenziata; c) il danno patrimoniale procurato all’erario da questa pessima gestione della raccolta dei rifiuti, come testimoniato da una sentenza riguardante il Comune di Recco della Corte dei Conti del 27/5/2013 (vedere qui il post: http://castelnuovopertutti.blogspot.it/2015/10/la-fallimentare-gestione-comunale-dei.html#more ).


Ora è necessario illustrare come questa gestione fallimentare sia il frutto degli accordi politici (il PD è il patito di riferimento di quasi tutte le amministrazioni di questi Enti) che i vari sindaci hanno stipulato come soci controllori di Acam (e conseguentemente delle società del suo gruppo).

La produzione dei rifiuti e il loro smaltimento. In questi ultimi anni (dal 2006 al 2014) in Val di Magra l’andamento della produzione dei rifiuti ha avuto due fasi: la prima fase (2007-10) è caratterizzata da un leggero incremento:  (da 35.407,43 ton. annue del 2007 si passa a 46.759,54 nel 2010); la seconda (2011-2014) si registra un lieve calo fino a 40.558,00 ton. annue nel 2014. L’andamento della produzione dei rifiuti è sostanzialmente analogo anche se si analizzano i dati dei vari comuni. Lo stesso andamento a due fasi (prima ascendente e poi calante) si riscontra analizzando i dati sia provinciali che regionali, come dimostrano i vari grafici in proposito. Su questo andamento incide sia la dinamica demografica, ma soprattutto la crisi di questi anni che ha comportato un progressivo impoverimento dei residenti che si è riversata nella riduzione dei consumi e, quindi, anche in una minore produzione di rifiuti.
Fino al 2014 la gran parte dei rifiuti (oltre il 70%) finiva in discarica, di questi ben circa il 70% erano frazioni biodegradabili che potevano essere recuperate diversamente. Insomma questi dati da soli rappresentano compiutamente un fallimento gestionale e politico di notevole spessore, fallimento che i cittadini hanno pagato assai caro con tassa rifiuti in progressivo aumento.

La raccolta differenziata. In Val di Magra gli andamenti dei dati della raccolta differenziata (RD) segnalano una sostanziale stasi fino al 2013 e poi una decisa salita nel 2014 spinti dall’aumento sostanzioso avvenuto ad Ameglia (62,91%): il picco più alto si riscontra nel 2014 con un 31,17%, quello più basso nel 2007 con il 21,07%;  in mezzo troviamo variazioni tra 22-25 punti percentuali. La percentuale ultima del 31,17% è ben lontana dall’obiettivo del 65% di raccolta differenziata e da quella del riutilizzo di almeno il 50% in peso dei rifiuti (almeno per le frazioni costituite da carta, cartone, metalli, plastica, vetro cosi come previsto dall’articolo 11 della direttiva 2008/98/CE, recepito dal Dlgs. 3/12/2010, n. 205).
L’andamento della raccolta differenziata nella Provincia di La Spezia presenta un costante incremento: dal 21,87% del 2007 si passa al 32,15% del 2014, anche se quest’ultima percentuale è ancora assai lontana dai limiti previsti dalla legge (art. 205 del Dlgs. 3/4/2006 n. 152) che stabiliva precise misure per incrementare la raccolta differenziata: “a) almeno il trentacinque per cento entro il 31 dicembre 2006; b) almeno il quarantacinque per cento entro il 31 dicembre 2008; c) almeno il sessantacinque per cento entro il 31 dicembre 2012.”.
Dunque, i dati della Val di Magra e quelli della Provincia dimostrano come il Piano dei Rifiuti adottati in Provincia sia quello del 2003 che quello del 2011 hanno fallito i loro obiettivi.
Analogo ragionamento si deve effettuare se si analizzano i dati regionali che pur rilevando un costante incremento (si passa dal 19,92 del 2007 al 35,9% del 2014) riescono a raggiungere solo dopo 9 anni l’obiettivo del 35% fissato dalla legge per il 2006. Dunque, è il pessimo piano dei rifiuti regionale che è la causa di questo fallimento, un piano che non chiudeva il ciclo dei rifiuti, basato sulla produzione di CDR e sullo smaltimento in discariche, le quali erano sempre più piene e quindi c’è sempre stato bisogno di ricercare nuovi siti, causando così periodiche crisi con aumento dei costi per collocare i rifiuti fuori regione.
Insomma, il sistema di raccolta dei rifiuti, adottato dai Comuni della Provincia Spezzina è stato fino ad oggi fallimentare e in sostanziale difformità dalle previsioni di legge per quanto riguarda i due obiettivi della raccolta differenziata e della percentuale di recupero.

I costi e la TARI. La principale conseguenza di questo pessimo sistema di raccolta dei rifiuti adottato in Provincia di La Spezia, nell’ambito dell’inadeguato programma regionale, è stato l’aumento dei costi che si è riversato, tramite la TARI, nelle tasche dei cittadini, “svuotandole” progressivamente.
Il gettito della tassa sui rifiuti (TARES/TARI) ammonta per i 7 comuni della Val di Magra a circa 16,6  €/milioni nel 2015 in aumento del 8,70% rispetto al gettito di 15,3 €/milioni nel 2013. Data la carenza di dati pubblici (nonostante la legge sulla trasparenza) un esame più approfondito  è stato possibile farlo solo su tre comuni (Sarzana, Ortonovo e Castelnuovo) il cui gettito complessivo è aumentato di 48,01 punti percentuali in 5 anni: nel 2010 ammontava a 5,7 €/milioni, mentre nel 2015 tale gettito è cresciuto a 8,5 €/milioni.
La TARI è attualmente l’entrata più importante nei bilanci di ogni Comune e copre quasi integralmente la spesa per la gestione dei rifiuti, diventando un elemento di notevole rigidità degli stessi bilanci.
Conclusioni. Da quanto espresso in questi due post si possono trarre alcune conclusione: 1) il pessimo piano regionale sui rifiuti è il padre del fallimentare piano provinciale; questi due piani sono frutto dell’incapacità gestionale degli uomini espressi dal partito di riferimento (il PD) di questi Enti Locali (Regione, Provincia e Comuni); 2) in questo contesto gli obiettivi di diminuzione della produzione dei rifiuti, di riduzione dello smaltimento dei rifiuti in discarica e in forni di incenerimento sono stati miseramente falliti; 3) il fallimento è ben rappresentato dall’andamento della raccolta differenziata che è ben lontana dai limiti fissati dalla legge; 4) questa gestione fallimentare della raccolta sui rifiuti, non solo ha creato negative conseguenze sull’ambiente per il continuo ricorso a nuove discariche, ma si è riversata sui cittadini contribuendo al loro “impoverimento” a causa del costante aumento dei costi che si sono rovesciati sulla TARI.
In un paese normale questi esponenti politici e amministratori dovrebbero tutti dimettersi … ma da noi vengono rieletti per dar loro l’opportunità di continuare nella cattiva gestione … e il dissesto ambientale e finanziario continua … purtroppo!!!

(ma la storia continua …)
Euro Mazzi

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