castelnuovo magra

castelnuovo magra

lunedì 19 ottobre 2015

UNA FINANZIARIA “ELETTORALE” … ALLA RICERCA DEL CONSENSO «FACILE E A BREVE TERMINE»

Renzi ha presentato la finanziaria 2016 e occorre riconoscere che sa “vendere” bene la proposta che ha confezionato; basta leggere i titoloni dei giornali o ascoltare i telegiornali: “Renzi presenta la manovra: “Lo slogan è Italia con il segno più” … lo slogan è efficace e colpisce subito, crea fiducia e predispone alla speranza per una imminente ripresa … automaticamente chi lo critica passa per “disfattista o criticone” e così i critici sono automaticamente fuori gioco. Le principali proposte contenute nella legge di stabilità 2016 sono state illustrate tramite una serie di slide e tweet le quali oramai rappresentano (come hanno sottolineato alcuni commentatori): “la cifra distintiva di questo esecutivo “giovane” e “dinamico”, proprio come il suo premier”. Insomma, apparentemente Renzi ha già vinto … ed è bastato uno slogan, qualche slide e tweet!!!

Ma è solo apparenza. Per prima cosa occorre far notare che quella presentata è solo la proposta approvata dal Governo; questa proposta prima di diventare la legge di stabilità del 2016 deve passare
dal vaglio della Comunità Europea e poi dai voti della Camera e del Senato, nonché dalle osservazioni delle varie rappresentanze sociali … dunque, ciò che ora è stato presentato non è detto che sarà presente nella legge definitiva (… Renzi lo sa incassa il consenso di oggi e poi potrà sempre scaricare su altri la responsabilità di aver ridimensionato gli effetti positivi della Sua proposta).
La proposta presentata solleva svariati dubbi e perplessità; quando si entra nel merito le preoccupazioni prendono il sopravvento rispetto ai seppur efficaci mezzi di propaganda sapientemente utilizzati. Gli aspetti sono tanti, ma ci limitiamo soltanto ad uno slogan: “Via le tasse sulla prima casa. Dopo gli 80 euro e l’IRAP, un altro segno di fiducia per gli italiani”.
Credo che tutti abbiano colto con soddisfazione questo annuncio: una riduzione di tasse è sempre ben accetta proprio perché attenua una elevata pressione fiscale che impoverisce gli italiani, in particolare il ceto medio. Inoltre, questa proposta (insieme ad altre: sgravi sulle assunzioni e sul salario di produttività, il nuovo regime dei minimi per professionisti e piccole imprese, il bonus ammortamenti, le agevolazioni per l'edilizia, ecc.) è in grado di produrre qualche effetto positivo e di stimolo all'economia. Dunque è un provvedimento “popolare”, anche utile a sostenere la ripresa economica. Bene.
Queste sono le “luci” … ma entriamo nel merito … e le ombre prendono il sopravvento.
 
- Le incerte coperture finanziarie. Le poche stime fornite riguardano un calo delle tasse di 5 miliardi di euro per l’anno 2016, di 20 miliardi nel 2017 e altrettanti nel 2018. La sola Tasi (cioè la nuova imposta sulla prima casa introdotta dalla legge di Stabilità del 2014) lo scorso anno ha fruttato alle casse dello Stato un gettito di 3,5 miliardi. A regime si parla dunque di 45 miliardi di introiti fiscali in meno. Per Renzi si tratta di una “riduzione senza precedenti”, ma non sono chiare le coperture, cioè come si finanzia la spesa statale senza questi introiti derivanti da tasse che si vogliono tagliare …  e  qui comincia la “nebbia”: la solita spending review (c’è in ogni finanziaria … ma poi si fa poco), un maggior deficit di bilancio (circa 15-18 miliardi sempre che ci sia il benestare di Bruxelles), i proventi dell’operazione di rientro dei capitali (circa 3,4 miliardi cioè il solito criticato e incerto condono), i tagli lineari alle regioni (per 1,8 miliardi) e alla sanità (per altri 1,8 miliardi) rispetto a un tendenziale in aumento, varie misure di “efficientamento” (per circa 1,3 miliardi della cui effettiva realizzazione è doveroso dubitare), ecc.. Insomma, il governo ha scelto di rimandare al futuro le decisioni difficili sulle coperture, usando i margini di flessibilità per provvedimenti “popolari”. Mario Monti (Corriere della Sera del 18/10/15) ha dichiarato che la politica economica di Renzi punta a “comprare il voto degli elettori di oggi con i soldi dei cittadini di domani“. Altri opinionisti hanno evidenziato che è una proposta “perfetta dal punto di vista del consenso” … cioè la tornata elettorale di maggio 2016 è troppo importante e, quindi, va ben preparata e conseguentemente si può sacrificare “il rigore” nella speranza che la ripresa economica faccia il resto …
- La pressione fiscale comunque non cala. Luca Ricolfi  (Il Sole 24 Ore del 25/10/15) ha fatto una lucida e condivisibile analisi e sostiene che:  “la pressione fiscale resterà sostanzialmente invariata, nonostante tutte le riduzioni annunciate (…) le entrate della Pubblica Amministrazione nel 2016 potrebbero risultare superiori a quelle del 2015 per circa 10 miliardi, in barba a tutte le riduzioni promesse e sbandierate. Come è possibile? È possibile perché la manovra parte da un aumento tendenziale delle entrate di 29 miliardi (vedi la nota di aggiornamento al Def, pag. 32), cui si aggiungono circa 3 miliardi di ulteriori nuove entrate: è su questo massiccio aumento di 32 miliardi di tasse, contributi e prelievi vari che si innestano le promesse cancellazioni e riduzioni, come il mancato aumento dell'Iva (che non è una riduzione di tasse, ma una rinuncia ad aumentarle subito), l'abolizione delle tasse sulla prima casa, gli sgravi contributivi e fiscali rivolti alle imprese, per un totale di 22-23 miliardi. Il saldo fra 32 miliardi di aumenti pianificati e 22-23 miliardi di diminuzione e mancati aumenti fa 9-10 miliardi di tasse in più. È vero che, con un'inflazione prossima all'1%, 10 miliardi di tasse in più non sono un aumento, ma una stabilizzazione del prelievo in termini reali. Ma è appunto questo che stiamo dicendo: se qualcosa di «sorprendente» (parola di Renzi) c'è in questa manovra è la sua incapacità di ridurre il prelievo nonostante l'ampio ricorso al deficit, misericordiosamente denominato «flessibilità Ue»”.
- “il trucco c’è ma non si vede …”. L’abolizione dell’attuale imposta sulla prima casa (la Tasi) era prevista da tempo perché il governo intende sostituirla con la cosiddetta local tax. Un balzello unico destinato ad accorpare Imu, Tasi e diversi tributi minori imposti dalle amministrazioni locali. Con il solito rischio: che cambi solo il nome ma non l’esborso!!! Inoltre, è in arrivo la riforma del catasto che comporta la revisione in aumento degli estimi catastali (basati sulla metratura e sulla collocazione geografica dello stabile) e, conseguentemente, aumenteranno le tasse sugli immobili
- Le continue variazioni sulle tasse locali. Bisogna far notare la continua modifica della tassazione sulla casa: dopo la fine dell’ICI le nuove tasse che colpiscono la casa (IMU, TASI, TARI, tassa di successione, ecc.) sono in costante annuale rivisitazione, creando confusione e false aspettative, poiché dopo ogni rivisitazione con un cambio di nome, si producono nuove tasse e/o ulteriori variazioni di regole a quelle che restano. Queste variazioni creano, inoltre, confusione anche negli Enti Locali, i quali non hanno la possibilità di fare “programmazione” non avendo certezza dell’ammontare delle entrate proprie su cui deliberare sia per le strategie impositive verso i propri cittadini che per quelle di spesa e di investimento. Questa confusione nei cittadini e negli Enti Locali è particolarmente pericolosa perché incide sulla effettiva possibilità di contenere la spesa degli Enti locali e dei loro servizi (sanità, trasporti, gestione rifiuti, ecc.) gestiti da una miriade di costose partecipate. Con queste continue variazioni si forniscono nuovi alibi agli Amministratori locali per evitare di revisionare la spesa pubblica nel senso di ricercare una maggiore efficienza, efficacia ed economicità, piuttosto che continuare a imporre nuove tasse o richiedere maggiori trasferimenti statali. E forse questo è il danno più grande che deriva da questa finanziaria.
In conclusione, ha ragione Tambellini (Il Sole 24 Ore del 17/10/15) “L’annuncio di abolire Imu e Tasi, ovviamente, è il risultato di un calcolo politico. Probabilmente i sondaggi dicono che è un provvedimento popolare, in vista delle elezioni amministrative e, chissà, magari anche di elezioni anticipate” con le quali Renzi regolerà i conti con le opposizioni, ma anche quelli interni al PD … ma a volte i conti non tornano … vedremo.     

Euro Mazzi

Nessun commento:

Posta un commento