Entro
fine anno 2015 dovrebbe iniziare anche a Castelnuovo Magra la raccolta “porta a porta” (PaP) dei
rifiuti sia per gli esercizi commerciali che per i residenti.
Finalmente … viene
spontaneo dire … abbiamo già perso troppi anni!!!
Nella
speranza che questo nuovo modo di raccolta porti almeno dei “frutti buoni” sia
ai cittadini che al Comune, è doveroso
fare il punto della situazione sia per rimarcare
la pessima gestione del servizio rifiuti fino ad oggi fornito dal nostro Comune,
in accordo con gli altri comuni di zona tutti raccolti nella disastrata e assai
costosa gestione di Acam, sia per essere in grado di cogliere pienamente gli
effetti del nuovo sistema di raccolta, al fine di valutarlo adeguatamente e
senza pregiudiziali o giudizi aprioristici.
La gestione dei
rifiuti è lo specchio della società italiana, dove si condensano cattiva
gestione, clientelismo, malaffare, negative ricadute sull’ambiente, ecc.; è
dunque importante riflettere sui vari aspetti inerenti la gestione dei rifiuti,
la loro raccolta, il loro smaltimento e il loro riutilizzo.
Del
resto, uno dei mali della politica
odierna è quello di basarsi sugli “annunci propagandistici” spesso ad
effetto e volti a “colpire” l’attenzione del cittadino per catturarne nell’immediatezza
il consenso; abilmente dopo ogni “annuncio” seguono puntualmente le opportune “distrazioni”, per esempio attraverso l’organizzazione
di feste, brindisi, mangiate, fuochi, ecc., proposte proprio con lo scopo di non far accorgere al cittadino il
fallimento prodotto da questi “annunci”, oppure per far sopportare meglio l’aumento
delle tasse che ne deriva, oppure per non fargli valutare le ricadute negative
sull’ambiente in cui vive.
Occorre
uscire da una politica che sembra appannaggio dei soli addetti ai lavori, ma
per far “partecipare” i cittadini è indispensabile
fornire loro dati, spunti e riflessioni per metterli in grado di capire per non essere utilizzati, anzi per essere
liberi di pesare e di agire con responsabilità. Solo in questo modo si può rimettere al centro
dell’impegno politico le competenze e la
cultura, una cultura fatta non solo di pensiero ma anche di reali esperienze,
di lotta e di impegno. La politica è anche
studio paziente e attento delle questioni, analisi, tentativo di comprensione,
cultura … senza questo impegno si fa solo propaganda e si costruiscono solo
dei “castelli di sabbia”.
Con
l’ausilio di dati e di grafici cerchiamo di far capire quale è la situazione a
livello Comunale (e non solo) della gestione dei rifiuti.
In
questi ultimi anni (dal 2006 al 2014) nonostante il costante incremento della
popolazione residente (nel 2001 vi erano 7.924 residenti, al 31/12/14 ve ne erano
8.441 con un incremento di 517 abitanti) la produzione dei rifiuti ha avuto due
fasi: la prima era caratterizzata da un leggero incremento (da 4.715,54 ton. annue
del 2006 si passa a 5.219,88 nel 2009); la seconda, da un calo fino a 4.535,02
ton. nel 2013, con un piccolo incremento nel 2014 con 4.686,31 ton. ma più
basse rispetto al 2006.
Questo andamento
rappresenta abbastanza bene quanto abbia inciso la crisi di questi anni anche a
Castelnuovo, crisi che ha comportato un progressivo impoverimento dei residenti
che si è riversata nella riduzione dei consumi e, quindi, anche in una minore produzione
di rifiuti.
Fino al 2014 la
gran parte dei rifiuti (oltre il 70%) finiva in discarica, di questi ben
circa il 73% erano frazioni
biodegradabili che potevano essere recuperate diversamente. Insomma questi
dati da soli rappresentano compiutamente un fallimento gestionale e politico di notevole spessore, fallimento che i cittadini hanno pagato
assai caro con tassa rifiuti in progressivo aumento.
Nella
riduzione dei rifiuti potrebbe aver inciso anche una maggiore coscienza
ambientalista nella popolazione, ma i dati della raccolta differenziata
sembrano smentire tale aspetto, poiché gli andamenti
dei dati della raccolta differenziata (RD) segnalano una sostanziale stasi:
il picco più alto si riscontra nel 2011 con un 28%, quello più basso nel 2007 con
il 17,40%; in mezzo troviamo variazioni tra
23-26 punti percentuali; nel 2014 la percentuale della RD si attesta sul
26,20%.
La percentuale
ultima del 26,20% è ben lontana dall’obiettivo del 65% di raccolta differenziata e da quella del
riutilizzo di almeno il 50% in peso dei rifiuti (almeno per le frazioni
costituite da carta, cartone, metalli, plastica, vetro cosi come previsto dall’articolo
11 della direttiva 2008/98/CE, recepito dal Dlgs. 3/12/2010, n. 205).
Risulta
evidente come i due obiettivi, raccolta
differenziata e percentuale di recupero risultino strettamente connessi da un
rapporto di funzionalità, ma il sistema adottato dai Comuni della Provincia Spezzina
è stato fino ad oggi in sostanziale difformità da quanto prevedeva la legge.
In
proposito occorre ricordare che l’art. 205 del Dlgs. 3/4/2006 n. 152 stabiliva precise
misure per incrementare la raccolta differenziata: “1. In ogni ambito territoriale ottimale deve essere assicurata una
raccolta differenziata dei rifiuti urbani pari alle seguenti percentuali minime
di rifiuti prodotti: a) almeno il
trentacinque per cento entro il 31 dicembre 2006; b) almeno il quarantacinque
per cento entro il 31 dicembre 2008; c) almeno
il sessantacinque per cento entro il 31 dicembre 2012. 2. La frazione organica umida separata
fisicamente dopo la raccolta e finalizzata al recupero complessivo tra materia
ed energia, secondo i criteri dell'economicità, dell'efficacia, dell'efficienza
e della trasparenza del sistema, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi
di cui al comma 1. 3. Nel caso in cui a livello di ambito territoriale ottimale
non siano conseguiti gli obiettivi minimi previsti dal presente articolo, è applicata un'addizionale del venti
per cento al tributo di conferimento dei rifiuti in discarica a carico
dell'Autorità d'ambito, istituito dall'articolo 3, comma 24, della legge 28
dicembre 1995, n. 549, che ne ripartisce l'onere tra quei comuni del proprio
territorio che non abbiano raggiunto le percentuali previste dal comma 1 sulla
base delle quote di raccolta differenziata raggiunte nei singoli comuni”.
Il Comune di Castelnuovo
Magra non ha fino ad oggi rispettato la legge. Gli
amministratori di Castelnuovo Magra si consolano constatando che su poco più di
8mila comuni solo 1.300 amministrazioni hanno centrato l’obiettivo di
portare al 65% entro il 2012 la raccolta differenziata, come stabilito dalla
legge 152/2006. Tutti gli altri Comuni non arrivano al 50
per cento. Per i comuni
che non hanno centrato gli obiettivi, la
legge prevede una maggiorazione del 20%
del tributo sui rifiuti in eccesso conferiti in discarica e questo
contribuisce ad impoverire ulteriormente i cittadini.
Insomma, “i nodi stanno venendo al pettine” … (ma la storia continua …)
Con
sentenza n. 83 del 27/5/2013 la Corte dei Conti della Liguria ha condannato sindaci
e funzionari del Comune di Recco al pagamento di circa 1 milione di euro per aver causato un danno erariale
derivante dal mancato rispetto delle percentuali di raccolta differenziata dei
rifiuti solidi urbani, come previsto dalla legge.
Il
mancato obiettivo veniva giustificato dagli Amministratori di Recco con le
stesse motivazioni che sentiamo spesso ripetere dagli amministratori dei nostri
Comuni: gli appalti sono stati affidati in modo regolare; la maggior parte dei
Comuni liguri sono fuori legge; vi è stata un'errata programmazione tra Regione,
Provincia e Comuni; non vi è danno
ambientale poiché le discariche sono autorizzate; vi è un maggior costo della
raccolta differenziata rispetto a quella indifferenziata.
La
Corte dei Conti ha respinto tutte le obiezioni e nella sua sentenza puntualizza
come la legge nazionale del 2006 obbligasse
al raggiungimento della raccolta differenziata pari al 45% nel 2008 e del 65%
nel 2012 e “qualora tali percentuali
non siano raggiunte, e i rifiuti vengano conferiti in discarica, viene
applicata una maggiorazione del 20%
del relativo tributo che grava sulle finanze dei Comuni inadempienti”, quindi su tutti noi cittadini.
Del
resto, era stato proprio il Presidente della Regione Liguria Claudio Burlando
che con una nota ufficiale datata 4/4/2013 e indirizzata al Presidente della
Conferenza Stato-Regioni, a richiedere “l’attivazione
di una procedura che consentisse tramite la definizione di un Accordo di
programma tra ministero dell’Ambiente, Regione ed enti locali interessati, di ottenere una deroga rispetto agli
obiettivi fissati dalla normativa nazionale”. Deroga che è arrivata
direttamente dal ministero dell’Ambiente con lo slittamento degli obiettivi
riguardanti la differenziata al 2016.
In
data 12/10/2015 il neo assessore Giacomo
Giampedrone (ex sindaco di Ameglia) ha annunciato “Una road map della raccolta differenziata in Liguria con misure inderogabili che prevedono, per tutti i
Comuni liguri, entro il 31 dicembre
2016, di arrivare all'obiettivo del 50% e al 65% nel 2020, con risultati
certificati dall'Osservatorio regionale sui rifiuti (…) I Comuni che non
riusciranno a rispettare la percentuale stabilita saranno costretti a pagare un onere di 25 euro per ogni tonnellata di
rifiuto conferita in discarica, a concorrenza del quantitativo mancante
rispetto agli obiettivi di riciclaggio. Bisogna partire dal presupposto che si
tratta di percentuali che dovevano essere raggiungere entro il 2012, pertanto
questo provvedimento - spiega l'assessore Giampedrone – non vuole essere una
punizione ai Comuni, ma piuttosto un
invito per tutti ad un cambio di marcia in quanto la situazione in cui
versa tutta la regione, ma soprattutto Genova, è fuori controllo e obbliga i
cittadini genovesi a sobbarcarsi di costi
extra per il pagamento della Tari, per far fronte ai costi del conferimento dei
rifiuti fuori regione (…) E' evidente che a questo punto – continua
l'assessore – è richiesto a tutti un'assunzione di responsabilità, a partire
dagli amministratori, ma anche ai cittadini che ormai hanno superato i limiti
della pazienza. Ancora a fine 2014 la raccolta differenziata in Liguria
ammontava al 35,80% invece del 65% come previsto dalla normativa”.
Insomma, “i nodi stanno venendo al pettine” … (ma la storia continua …)
Euro
Mazzi
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