Più
volte abbiamo sottolineato che gli interventi recentemente deliberati dai due
Comuni di Sarzana e di Castelnuovo non
avessero la sola finalità di sistemare la strada di Tavolara, poiché questo
intervento si inserisce nel contesto delle opere di urbanizzazione previste dall’Accordo di Programma del 2009 e del 2011
che prevede la realizzazione di aree produttive sia in Castelnuovo che in
Sarzana, cioè prevede la costruzione di
decine di capannoni. Nella stessa relazione accompagnatoria del progetto
appena approvato dai Consigli Comunali dei due Comuni si evidenzia il ruolo
strategico di questo intervento sulla strada per valorizzare l’area: l’intervento
sulla strada di Tavolara è “prioritario
per creare la necessaria
infrastrutturazione per lo sviluppo delle aree di trasformazione. Tale prioritarietà è legata in maniera
inscindibile alla fase di startup degli interventi previsti per le zone di trasformazione artigianali
ed industriali posizionate al di sotto della ferrovia nell'area di Tavolara”.
Tra
i motivi che rendono urgente la valorizzazione dell’area c’è la necessità del Comune di Sarzana di
vendere i terreni attualmente di proprietà di una sua partecipata e
risolvere, così, una delicata questione finanziaria. Per comprendere tale “delicatezza”
occorre spiegare sinteticamente le vicende di questi terreni e soprattutto
della società partecipata “Sarzana – Valorizzazione Patrimonio S.r.l.”.
Con
deliberazione del Consiglio Comunale di Sarzana n. 69 del 30/07/2007 veniva
approvata la costituzione della Società denominata “Sarzana – Valorizzazione
Patrimonio S.r.l. a socio unico” (in breve SPS),
approvandone il relativo Statuto. Con atto rogato dal Notaio Pucci in data 17/10/2007
veniva costituita la Società a totale partecipazione del Comune di Sarzana, con
un capitale sociale di € 20.000, società soggetta pertanto alla disciplina
dell’”in house providing”.
Il
29 ottobre 2007 la società SPS acquistava, a prezzi a valori di perizia, dal
Comune alcuni immobili: il Vecchio Mercato e il piazzale di piazza Terzi per € 4.984.000,
nonché 42.000 mq di terreni agricoli siti in Tavolara per € 1.594.000, destinati
di lì a un anno a diventare edificabili con una specifica Variante al PRG. La spesa totale sostenuta dalla partecipata
del Comune ammontava a € 6.578.000; la SPS, però, non ha in bilancio proprie
disponibilità liquide e allora, per poter acquistare
l’ex mercato e il terreno, la partecipata comunale ottiene da Carispe (ora facente parte del gruppo Crédit Agricole) un affidamento di € 6.500.000. La SPS diviene la proprietaria degli immobili e il Comune incassa una liquidità straordinaria che entra a far parte del bilancio comunale.
l’ex mercato e il terreno, la partecipata comunale ottiene da Carispe (ora facente parte del gruppo Crédit Agricole) un affidamento di € 6.500.000. La SPS diviene la proprietaria degli immobili e il Comune incassa una liquidità straordinaria che entra a far parte del bilancio comunale.
La
banca è garantita da una lettera di “patronage” (fideiussione) rilasciata dallo
stesso Comune, cioè se la società non dovesse restituire le somme anticipate da
Carispe, il Comune garantisce comunque il pagamento alla Banca.
La
società SPS non riusciva a vendere immediatamente gli immobili e restava sostanzialmente
inattiva. Il debito con la Banca, però, lievitava anche per effetto degli
interessi, delle commissioni e delle spese di gestione e, non vendendo gli immobili, non
era in grado di restituire il finanziamento ricevuto che era stato dato alla
partecipata per acquistare i beni comunali nel 2007.
Infatti,
nel bilancio del 2011 della partecipata questi debiti venivano riportati per €
7.292.575, ma in quello del 2012 questi debiti aumentavano a € 7.785.398, a
fronte di un valore degli immobili (che stranamente veniva riportato nelle
rimanenze e non nelle immobilizzazioni materiali) pari a € 7.431.987 nel 2011.
Il bilancio della partecipata nel 2011, comunque, si chiudeva con un
piccolissimo utile di € 1.182.
Nel
2012 la Carispe, dopo 5 anni dalla concessione originaria, richiedeva la restituzione degli anticipi
fatti alla SPS, ma questa non aveva liquidità e non poteva farvi fronte
perché i tentativi di vendita degli immobili non erano andati a buon fine. Al
fine, dunque di ridare liquidità alla propria partecipata, nel 2012 il Comune riacquistava con fondi del proprio bilancio una
parte dei beni e, così, la partecipata riusciva a saldare una parte dei crediti
vantati dalla Banca. Infatti, il Comune di Sarzana, con atto del 19/12/2012 procedeva
al riacquisto dell’immobile “Ex
Mercato” sito in Sarzana, di proprietà della SPS alle condizioni stabilite
nella deliberazione della Giunta Comunale n. 98 del 25/07/2012 che prevedeva un
pagamento dilazionato per la somma complessiva di € 5.400.000,00 da estinguersi
entro il 30/11/2013, con il vincolo che tali pagamenti dovessero essere destinati
alla riduzione dell’apertura di credito con la CARISPE.
Veniva, altresì, deliberato di mettere in liquidazione la partecipata e scioglierla in tempi brevi,
e comunque entro il 31/12/2013, previa valorizzazione dell'Area Tavolara al
fine di vendere più facilmente i terreni di proprietà.
La partecipata
incassava dalla vendita la liquidità necessaria per ridurre il proprio debito con
la Carispe. Infatti nel bilancio al 31/12/2014 ritroviamo che questi debiti
sono riportati per € 1.441.173,25, con una variazione dei debiti verso banca che
registrano nel 2014 un decremento di €
6.344.224,75 (?) rispetto a quelli riportati nel bilancio del 2012. La residua esposizione debitoria della
partecipata verso la Banca resta, comunque garantita dal Comune, con la
fideiussione. Nel bilancio della SPS la residua esposizione debitoria di 1,4
milioni trova un controvalore attivo che viene riportato sempre nelle rimanenze
(???) pari a € 1.882.908,62. Questo valore presente nel bilancio 2014 della SPS
non corrisponde, però, neanche ai valori dei terreni messi all’asta in data 26/8/2015:
i due terreni con una superficie complessiva di 41.845 mq. per un totale di € 1.561.368
non sono stati venduti e ora devono essere rimessi all’asta ad una somma più
bassa.
Questi
movimenti di vendita e riacquisto di immobili tra il Comune di Sarzana e la
propria partecipata sembrano avvenire a
somme equivalenti, ma non è proprio così, poiché la Banca ha finanziato
l’operazione e tale operazione finanziaria ha generato interessi e spese e,
pertanto, il saldo finale è sia per il Comune che per la partecipata a saldo
negativo.
Le conseguenze per
la partecipata sono assai negative: se il bilancio del 2011 si era chiuso
con un piccolo utile, quelli successivi iniziano a registrare consistenti
perdite e al 31/12/2014 le perdite del
2012 e del 2013 sono riportati a bilancio per la somma di € 511.131,03; a tale
somma si deve aggiungere la perdita registrata nel 2014 di € 78.540,85; insomma
il disavanzo che deriva da queste
operazioni ammonta a € 589.671,88 a fronte di un patrimonio netto di € 24.255.97 (che di fatto è nullo).
Dunque, la società partecipata dal Comune
è: priva di risorse, è indebitata ed è in deficit. Lo stesso provvedimento
di liquidazione della SPS dipende dalla vendita dei terreni in Tavolara e dalle
somme incassate da tale vendita, poiché con tali somme occorre comunque pagare
i debiti, in particolare quelli verso la Banca, poiché quest’ultima potrebbe in
caso negativo escutere la garanzia rilasciata dal Comune, il quale dovrebbe a
sua volta pagare.
Le conseguenze a
carico del Comune, a sua volta, sono altrettanto negative. Il Comune non
solo rischia di dover pagare alla Banca il debito di € 1.441.173,25, oltre interessi e spese
calcolati al momento del pagamento, ma dovrebbe anche far fronte al deficit di
€ 589.671,88 della partecipata e mettere tali somme nel proprio bilancio nel
2015, con notevoli ripercussioni su
equilibri di bilancio già precari. Per far fronte a questa eventuale
situazione il Comune di Sarzana dovrebbe trovare nuove risorse: o tramite
consistenti tagli alla spesa comunale o con il ricorso a nuove tasse o con
tutti e due gli strumenti (un po’ di riduzione delle spese e un po’ con nuove
tasse).
Prima
delle elezioni Regionali del 2015 era stata manifestata l’ipotesi di un intervento della finanziaria regionale
Filse nell’acquisto dei terreni di Tavolara, cioè si sarebbe trattato di un
vero e proprio aiuto della Regione, aiuto che poteva rappresentare una via di
salvezza, spostando sulla collettività regionale queste somme derivanti dalle
decisioni degli Amministratori sarzanesi; ma dopo la sconfitta della candidata
del PD Paita l’intervento di Filse si è fatto assai difficile.
E
ora il nodo deve essere sciolto dalla Carispe: se la banca escuterà la garanzia che scade il 30/9/2015 per il Comune
di Sarzana si aprono prospettive finanziarie assai incerte … Vedremo.
Euro
Mazzi
Nessun commento:
Posta un commento