castelnuovo magra

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mercoledì 16 settembre 2015

I PROGETTI EDIFICATORI DI TAVOLARA E LE URGENZE FINANZIARIE DEL COMUNE DI SARZANA

Più volte abbiamo sottolineato che gli interventi recentemente deliberati dai due Comuni di Sarzana e di Castelnuovo non avessero la sola finalità di sistemare la strada di Tavolara, poiché questo intervento si inserisce nel contesto delle opere di urbanizzazione previste dall’Accordo di Programma del 2009 e del 2011 che prevede la realizzazione di aree produttive sia in Castelnuovo che in Sarzana, cioè prevede la costruzione di decine di capannoni. Nella stessa relazione accompagnatoria del progetto appena approvato dai Consigli Comunali dei due Comuni si evidenzia il ruolo strategico di questo intervento sulla strada per valorizzare l’area: l’intervento sulla strada di Tavolara è “prioritario per creare la necessaria infrastrutturazione per lo sviluppo delle aree di trasformazione. Tale prioritarietà è legata in maniera inscindibile alla fase di startup degli interventi previsti per le zone di trasformazione artigianali ed industriali posizionate al di sotto della ferrovia nell'area di Tavolara”.
Tra i motivi che rendono urgente la valorizzazione dell’area c’è la necessità del Comune di Sarzana di vendere i terreni attualmente di proprietà di una sua partecipata e risolvere, così, una delicata questione finanziaria. Per comprendere tale “delicatezza” occorre spiegare sinteticamente le vicende di questi terreni e soprattutto della società partecipata “Sarzana – Valorizzazione Patrimonio S.r.l.”.
Con deliberazione del Consiglio Comunale di Sarzana n. 69 del 30/07/2007 veniva approvata la costituzione della Società denominata “Sarzana – Valorizzazione Patrimonio S.r.l. a socio unico” (in breve SPS), approvandone il relativo Statuto. Con atto rogato dal Notaio Pucci in data 17/10/2007 veniva costituita la Società a totale partecipazione del Comune di Sarzana, con un capitale sociale di € 20.000, società soggetta pertanto alla disciplina dell’”in house providing”.
Il 29 ottobre 2007 la società SPS acquistava, a prezzi a valori di perizia, dal Comune alcuni immobili: il Vecchio Mercato e il piazzale di piazza Terzi per € 4.984.000, nonché 42.000 mq di terreni agricoli siti in Tavolara per € 1.594.000, destinati di lì a un anno a diventare edificabili con una specifica Variante al PRG. La spesa totale sostenuta dalla partecipata del Comune ammontava a € 6.578.000; la SPS, però, non ha in bilancio proprie disponibilità liquide e allora, per poter acquistare
l’ex mercato e il terreno, la partecipata comunale ottiene da Carispe (ora facente parte del gruppo Crédit Agricole) un affidamento di € 6.500.000. La SPS diviene la proprietaria degli immobili e il Comune incassa una liquidità straordinaria che entra a far parte del bilancio comunale.
La banca è garantita da una lettera di “patronage” (fideiussione) rilasciata dallo stesso Comune, cioè se la società non dovesse restituire le somme anticipate da Carispe, il Comune garantisce comunque il pagamento alla Banca.
La società SPS non riusciva a vendere immediatamente gli immobili e restava sostanzialmente inattiva. Il debito con la Banca, però, lievitava anche per effetto degli interessi, delle commissioni e delle spese di gestione e, non vendendo gli immobili, non era in grado di restituire il finanziamento ricevuto che era stato dato alla partecipata per acquistare i beni comunali nel 2007.
Infatti, nel bilancio del 2011 della partecipata questi debiti venivano riportati per € 7.292.575, ma in quello del 2012 questi debiti aumentavano a € 7.785.398, a fronte di un valore degli immobili (che stranamente veniva riportato nelle rimanenze e non nelle immobilizzazioni materiali) pari a € 7.431.987 nel 2011. Il bilancio della partecipata nel 2011, comunque, si chiudeva con un piccolissimo utile di € 1.182.
Nel 2012 la Carispe, dopo 5 anni dalla concessione originaria, richiedeva la restituzione degli anticipi fatti alla SPS, ma questa non aveva liquidità e non poteva farvi fronte perché i tentativi di vendita degli immobili non erano andati a buon fine. Al fine, dunque di ridare liquidità alla propria partecipata, nel 2012 il Comune riacquistava con fondi del proprio bilancio una parte dei beni e, così, la partecipata riusciva a saldare una parte dei crediti vantati dalla Banca. Infatti, il Comune di Sarzana, con atto del 19/12/2012 procedeva al riacquisto dell’immobile “Ex Mercato” sito in Sarzana, di proprietà della SPS alle condizioni stabilite nella deliberazione della Giunta Comunale n. 98 del 25/07/2012 che prevedeva un pagamento dilazionato per la somma complessiva di € 5.400.000,00 da estinguersi entro il 30/11/2013, con il vincolo che tali pagamenti dovessero essere destinati alla riduzione dell’apertura di credito con la CARISPE.
Veniva, altresì, deliberato di mettere in liquidazione la partecipata e scioglierla in tempi brevi, e comunque entro il 31/12/2013, previa valorizzazione dell'Area Tavolara al fine di vendere più facilmente i terreni di proprietà.
La partecipata incassava dalla vendita la liquidità necessaria per ridurre il proprio debito con la Carispe. Infatti nel bilancio al 31/12/2014 ritroviamo che questi debiti sono riportati per € 1.441.173,25, con una variazione dei debiti verso banca che registrano nel 2014 un decremento di €  6.344.224,75 (?) rispetto a quelli riportati nel bilancio del 2012. La residua esposizione debitoria della partecipata verso la Banca resta, comunque garantita dal Comune, con la fideiussione. Nel bilancio della SPS la residua esposizione debitoria di 1,4 milioni trova un controvalore attivo che viene riportato sempre nelle rimanenze (???) pari a € 1.882.908,62. Questo valore presente nel bilancio 2014 della SPS non corrisponde, però, neanche ai valori dei terreni messi all’asta in data 26/8/2015: i due terreni con una superficie complessiva di 41.845 mq. per un totale di € 1.561.368 non sono stati venduti e ora devono essere rimessi all’asta ad una somma più bassa.
Questi movimenti di vendita e riacquisto di immobili tra il Comune di Sarzana e la propria partecipata sembrano avvenire a somme equivalenti, ma non è proprio così, poiché la Banca ha finanziato l’operazione e tale operazione finanziaria ha generato interessi e spese e, pertanto, il saldo finale è sia per il Comune che per la partecipata a saldo negativo.
Le conseguenze per la partecipata sono assai negative: se il bilancio del 2011 si era chiuso con un piccolo utile, quelli successivi iniziano a registrare consistenti perdite e al 31/12/2014 le perdite  del 2012 e del 2013 sono riportati a bilancio per la somma di € 511.131,03; a tale somma si deve aggiungere la perdita registrata nel 2014 di € 78.540,85; insomma il disavanzo che deriva da queste operazioni ammonta a € 589.671,88 a fronte di un patrimonio netto  di € 24.255.97 (che di fatto è nullo). Dunque, la società partecipata dal Comune è: priva di risorse, è indebitata ed è in deficit. Lo stesso provvedimento di liquidazione della SPS dipende dalla vendita dei terreni in Tavolara e dalle somme incassate da tale vendita, poiché con tali somme occorre comunque pagare i debiti, in particolare quelli verso la Banca, poiché quest’ultima potrebbe in caso negativo escutere la garanzia rilasciata dal Comune, il quale dovrebbe a sua volta pagare.
Le conseguenze a carico del Comune, a sua volta, sono altrettanto negative. Il Comune non solo rischia di dover pagare alla Banca il debito di  € 1.441.173,25, oltre interessi e spese calcolati al momento del pagamento, ma dovrebbe anche far fronte al deficit di € 589.671,88 della partecipata e mettere tali somme nel proprio bilancio nel 2015, con notevoli ripercussioni su equilibri di bilancio già precari. Per far fronte a questa eventuale situazione il Comune di Sarzana dovrebbe trovare nuove risorse: o tramite consistenti tagli alla spesa comunale o con il ricorso a nuove tasse o con tutti e due gli strumenti (un po’ di riduzione delle spese e un po’ con nuove tasse).
Prima delle elezioni Regionali del 2015 era stata manifestata l’ipotesi di un intervento della finanziaria regionale Filse nell’acquisto dei terreni di Tavolara, cioè si sarebbe trattato di un vero e proprio aiuto della Regione, aiuto che poteva rappresentare una via di salvezza, spostando sulla collettività regionale queste somme derivanti dalle decisioni degli Amministratori sarzanesi; ma dopo la sconfitta della candidata del PD Paita l’intervento di Filse si è fatto assai difficile.
E ora il nodo deve essere sciolto dalla Carispe: se la banca escuterà la garanzia che scade il 30/9/2015 per il Comune di Sarzana si aprono prospettive finanziarie assai incerte … Vedremo.

Euro Mazzi  

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