Per
esempio viene dichiarato che “la
pianificazione attuativa si ispira ai principi: a) del minimo consumo delle risorse territoriali e paesistico-ambientali
disponibili, con particolare riguardo a quelle irriproducibili e a quelle
riproducibili a costi elevati e a lungo termine”. Ottimo … Non si può che
concordare.
Altrettanto vale per questa successiva dichiarazione: “obbiettivo di primaria importanza è la "bonifica" dall'attuale stato
di degrado, con beneficio pubblico sotto i distinti profili della
razionalizzazione della zona rispetto ai servizi offerti alla collettività,
alla tutela paesaggistico-ambientale”. Anche in questo caso non si può che concordare;
se entriamo, però, nel merito delle soluzioni proposte dal Piano si scopre che,
per esempio, per quanto riguarda la soluzione data ai parcheggi si consuma
parecchio territorio agricolo.
Esaminiamo
nel dettaglio la questione. Il Piano dichiara di voler ricostruire un tratto di pineta onde ricavarne anche le superfici a parcheggio
stagionale.
Primo
passo. Il Piano parte dalla constatazione della necessità di ricollocare a
monte della strada Litoranea “lo stesso
numero di parcheggi presenti oggi lungo la Litoranea e sottostrada, a ridosso
delle spiagge, prevedendo attraversamenti pedonali di connessione tra gli
stessi e la spiaggia”. Questa soluzione è, però, in realtà funzionale allo spostamento dei fabbricati balneari dall’area
demaniale a quella superiore di proprietà della Soc. Marinella Spa. Non è una
preoccupazione ecologica, ma solo una conseguenza della indicazione legata a
rendere strategica l’area di proprietà della suindicata società rispetto a
quella demaniale.
Secondo
passo. Il Piano sposta, dunque, a monte i parcheggi e per attenuare l’impatto
di tale scelta prevede di ri-costituire una specie di Pineta-parcheggio: “ricostituzione della piantata costiera a
monte della provinciale, riconfigurando il paesaggio originale della piana e
potendo fruire di una certa protezione delle alberature dagli effetti negativi
dellʼaerosol marino per effetto della ricostituzione del profilo dunale”.
Su questa soluzione si potrebbe obiettare che l’area prescelta è attualmente destinata a coltivazioni specializzate,
assistite da un reticolo di canalizzazioni a servizio dei terreni … ne vale
la pena di sacrificare una destinazione produttiva agricola per piantarvi
alberature e siepi?
Terzo
passo. Il Piano rispetto a questa domanda si esprime positivamente poiché tale “piantata”
in realtà è destinata a parcheggi: “Creazione
nella pineta costiera a monte della provinciale di un parcheggio estivo. La
parte vicino alla strada sarà regolamentata per le presenze prolungate a servizio
delle attività del litorale”.
Ma
se l’area attualmente agricola viene destinata
a parcheggi allora significa che diventa un’area urbanizzata e poco importa che
ci sia “un po’ di verde”, poiché lo scopo principale è di svolgere appunto
il servizio di parcheggio, in cui il “verde” attenua da un punto di vista
paesaggistico o ambientale l’impatto, ma un influsso negativo significativo c’è
e non è stato valutato adeguatamente dal Piano.
Il
Piano detta norme specifiche della “Piantata Costiera (P1-P2-P3-P4)” che sono
assai chiare nel delineare la funzione di zona “parcheggio per la balneazione
(max 50% dellʼarea), zona di retrospiaggia ed area parco”, anche se poi
vengono date disposizioni per “contemperare” tale
destinazione con una “fascia di verde con piante di alto fusto (pineta) … messe a dimora siepi per quinte verdi a suddivisione delle aree e dei percorsi” o con prescrizioni ambientali del tipo: “Non è consentita la modifica della dimensione dei campi, né lʼalterazione del sistema degli scoli delle acque. Non è consentito lʼuso di pavimentazioni impermeabilizzanti”.
destinazione con una “fascia di verde con piante di alto fusto (pineta) … messe a dimora siepi per quinte verdi a suddivisione delle aree e dei percorsi” o con prescrizioni ambientali del tipo: “Non è consentita la modifica della dimensione dei campi, né lʼalterazione del sistema degli scoli delle acque. Non è consentito lʼuso di pavimentazioni impermeabilizzanti”.
Diversa
è la questione dei parcheggi attualmente esistenti, nel senso che già oggi
costituiscono un evidente problema sia
per la loro precarietà e degrado, sia per
l’impatto ecologico che costituiscono rispetto alle originarie destinazione
di arenile o di pineta o di zona verde o agricola. Per questi parcheggi il
Piano si limita a prevedere la loro sistemazione: “I parcheggi alberati già esistenti sono da riqualificare attraverso la ricostituzione degli scoli originali e
integrazione delle alberature con la messa a dimora di alberature (pineta
lecceta) e la creazione di barriera verde attorno alla zona del monumento a Fabbricotti”.
Nel
Piano esiste una profonda contraddizione poiché
critica “ferocemente” i parcheggi esistenti, ma solo per giustificarne lo spostamento a monte in
area agricola, senza interrogarsi se è la stessa funzione di parcheggio a
creare “degrado” rispetto all’originaria sistemazione ambientale: “la sosta veicolare che si distribuisce
spesso casualmente immediatamente a ridosso degli stabilimenti
balneari e delle spiagge libere, genera in taluni casi l’incongrua occupazione di spazi di arenile da parte dei veicoli; anche i parcheggi a monte della strada provinciale o lungo la stessa necessitano di un riordino funzionale ma anche di un ripristino ambientale e paesaggistico, per le alterazioni indotte sugli scoli originali delle acque superficiali e per il forte impoverimento delle alberature”.
balneari e delle spiagge libere, genera in taluni casi l’incongrua occupazione di spazi di arenile da parte dei veicoli; anche i parcheggi a monte della strada provinciale o lungo la stessa necessitano di un riordino funzionale ma anche di un ripristino ambientale e paesaggistico, per le alterazioni indotte sugli scoli originali delle acque superficiali e per il forte impoverimento delle alberature”.
Insomma,
o sono sbagliate le finalità poste a
base del Piano (come sopra riportate) di non consumo del territorio o sono
sbagliate le soluzioni trovate, per esempio quella dei parcheggi.
Del
resto, scopo della procedura di VAS è anche quella indicare e valutare le
possibili alternative alle indicazioni del progetto stesso, ma queste alternative non possono limitarsi al solo
confronto con lo stato attuale, che rappresenta già una evidente e
degradata soluzione rispetto ad uno stato precedente in cui l’ambiente agricolo
si integrava meglio con l’ambiente del litorale di Marinella.
L’articolo
4, comma 4, del D. Lgs. 152/2006 stabilisce che: “la valutazione ambientale di piani e programmi che possono avere un
impatto significativo sull'ambiente ha
la finalità di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e
contribuire all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione,
dell'adozione e approvazione di detti piani e programmi assicurando che siano coerenti e contribuiscano alle
condizioni per uno sviluppo sostenibile”.
E
lo sviluppo sostenibile va ricercato proprio nell'ambito di una scelta comparativa tra gli interessi pubblici e
quelli privati rispetto agli interessi alla tutela dell'ambiente e del
patrimonio culturale, in cui questi ultimi devono essere oggetto di prioritaria
considerazione.
Nel
caso concreto le aree oggetto dei parcheggi sono di proprietà della Soc.
Marinella Spa che ne trarrà, comunque, un beneficio dall’uso di parcheggi privati
i quali faranno sicuramente pagare un biglietto per la sosta delle auto, diventando perciò una importante fonte di
reddito sicuro in grado di remunerare sia l’investimento iniziale che
quello di mantenimento successivo. Per le aree destinate a parcheggi pubblici
non è chiaro se saranno ceduti in scomputo degli eventuali oneri di
urbanizzazione o ceduti o espropriati dal Comune.
Dunque,
sono ben chiari e tutelati gli interessi
“privati”, ma non sono stati
adeguatamente valutati gli impatti di tali previsioni sull’ambiente e sulla
sicurezza idrogeologica del sito; mancano del tutto le valutazioni relative
agli scarichi delle auto, sulla gestione dei rifiuti prodotti in queste aree,
sulla gestione delle acque chiare e nere, ecc..
Soprattutto
mancano indicazioni di alternative:
per esempio, la costruzione di parcheggi adiacenti e lineari per tutta la
lunghezza delle strade con limitato consumo di territorio agricolo; oppure, ipotesi di creazione di parcheggi in aree
distanti e con un collegamento tra questi parcheggi e il litorale che avrebbe
il pregio di caratterizzare l’area in modo marcatamente ecologico, facendone
crescere l’attrattività per un turismo di qualità ed ecosostenibile …
appunto!!!
Ecco
allora che assume rilievo quanto già è stato sostenuto nel precedente post in
merito al ruolo strategico della Soc.
Marinella Spa e del particolare rapporto di “collaborazione” con il Comune
di Sarzana anche in conseguenza del Protocollo sottoscritto tra questi due
soggetti nel 2007 (vedere qui: http://castelnuovopertutti.blogspot.it/2015/09/piano-arenili-di-marinella-la-vas-e-il.html#more).
Nel
Piano non c’è la costante ricerca di minimizzazione
dell’impatto ambientale delle scelte proposte, anche perché manca una
adeguata valutazione delle conseguenze
di tali indicazioni; senza una valutazione dell’impatto ecologico delle scelte
non possono neanche essere predisposte adeguate misure di compensazione ambientale,
né quelli “di ripristino, riqualificazione
e miglioramento ambientale e paesaggistico, con la stima dei relativi costi da
inserire nei piani finanziari dei lavori” (Art. 21 del DPR 554/1999).
Euro
Mazzi
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