Negli
ultimi anni nelle aree adiacenti il fiume Magra sono stati registrati numerosi
rinvenimenti di discariche abusive, spesso sepolte, che contenevano inerti per
l'edilizia, amianto, fanghi industriali e rifiuti di ogni genere.
Per
esempio, nel 2009 veniva ritrovata una discarica abusiva grande 15.000 metri
quadrati nei pressi dell’aeroporto militare di Sarzana, in un ramo morto del
fiume Magra. Il materiale in questione venne ritenuto molto inquinante visto
che si parlò di eternit, copertoni, resti di camion, fusti d’olio, tutti
materiali situati a pochi metri dalle sponde del fiume, in un’area esondabile
compresa tra letto del fiume ed argini.
Il
16 maggio 2012 veniva sequestrata una discarica abusiva a Santo Stefano di
Magra grande 20.000 metri quadri, riempita con detriti provenienti da
demolizioni edilizie che avevano anche superato di tre metri il livello della
vasca che li ospitava, probabilmente causato da ben circa 1.000 camion carichi
di materiale inerte (incredibile ma vero!!!).
Qualche
mese fa un articolo (18 aprile 2013) della Nazione intitolava: “Gli
argini del fiume Magra? Sono fatti di rifiuti e tanto degrado. Depositi di
"rumenta" che affiorano dal terreno Materiale scaricato anni fa che
le piante hanno ricoperto e che ora, a distanza di tempo, inizia a riemergere
dal terreno”.
In
questo caso la discarica si trovava in località Boettola a ridosso di un «bozo»
era composta da copertoni,
elettrodomestici, parti di carrozzeria di auto, cavi di acciaio, bottiglie e
tanti, tantissimi sacchetti di plastica.
Questi
sono solo alcuni esempi, poiché sono
decine e decine le discariche abusive ritrovate in questi ultimi mesi,
poiché le alluvioni (con la conseguente erosione degli argini) hanno fatto
emergere depositi di “rumenta” anche in altre zone lungo le sponde del fiume
Magra. Si tratta di materiale scaricato anni fa, ma poiché in alcuni tratti del
fiume i cumuli raggiungono il metro e mezzo di altezza, è lecito pensare che sulle sponde del Magra fosse attiva un’attività
illegale che si occupava di smaltire rifiuti senza dare troppo nell’occhio,
come dimostrato dalla cura con cui l’immondizia è stata nascosta.
Ma
non ci sono poi solo le discariche, poiché lungo il fiume Magra, nelle aree
adiacenti, si rinviene facilmente della “sporcizia” assai diffusa: barche anche
di notevole dimensione mezze sotterrate dal fango o appese agli alberi, pontoni
accatastati pericolosamente sulle rive del fiume e mai levati, Eternit, cucine,
frigoriferi, sanitari abbandonati e immondizia di tutti i generi e materiali
vari ad alto potenziale inquinante, e quant'altro. Tutto questo è frutto
evidentemente di anni di totale incuria dove probabilmente le responsabilità
sono molte e a più livelli, mai fino ad oggi accertate e, quindi, impunite.
Il
comitato “I volontari del Magra” ha
per esempio più volte denunciato la presenza di decine di discariche, ma ha
sollevato soprattutto un interrogativo: a
che cosa serve il parco del Magra e di Montemarcello se esiste una così diffusa
situazione di discariche abusive??? L’Ente Parco è nato nel 1995 con
un’estensione di circa 4320 ettari, e 18 Comuni interessati e ha come scopo
proprio la tutela ambientale delle aree rientranti nel Parco stesso. Infatti,
generalmente, la parola Parco è comunemente e sempre associata ad aree
veramente verdi dove la natura regna indisturbata e dove la pulizia è totale.
Ma non sembra essere questo il significato nella nostra zona.
Per
esempio, qualche mese fa questo Comitato “I volontari del Magra” segnalava il
totale degrado in cui versa la strada che dalla provinciale si dirama per Punta
Bianca e si chiedeva come: “come possa
succedere che in un tratto di strada facilmente accessibile e in pieno Parco,
area di grande valore turistico, possa
accadere tutto questo senza che nessuno se ne accorga. Sarebbe bene che
chiunque vedesse queste cose denunciasse la cosa alle autorità competenti.
Dobbiamo combattere questi abusi con ogni nostra forza per difendere il nostro
territorio”.
Infatti,
si tratta di un’area «protetta» del Parco del Magra, dove ci dovrebbero essere
controlli e verifiche, ma … nessuno controlla; eppure ci sono tanti enti che
dovrebbero farlo. Ci troviamo nel classico “interregno”, cioè in una zona di competenza
tra più enti: Ente Parco, del Comune di Sarzana, di Ameglia, di Santo Stefano,
di Arcola, della Provincia, della Regione, dell’Autorità di Bacino, ecc., a
seconda del caso: in questa sorta di
“confusione” nessuno vigila, vede e provvede! E qualcuno scarica e inquina.
Così,
finalmente, proprio recentemente (il 26/6/2014) è stato presentato una prima
rilevazione cartografica relativa alla presenza di maxi discariche in
zona Parco che conferma la presenza di
numerose discariche che, opportunamente, vengono fatte risalire agli anni 70
e 80, quando le sponde del fiume Magra sono state utilizzate, in alcuni
casi, come vere e proprie discariche di rsu.
Sarà
vero??? Non pare poiché molti rifiuti
ritrovati sono relative a periodi più recenti.
Comunque,
ora il problema pare essere solo quello di reperire finanziamenti per ripulire,
cioè togliere i materiali tossici e pericolosi … magari si attrezzano le aree
anche per la fruizione dei privati …
Ma
nessuno ha verificato quanto inquinamento hanno provocato queste discariche …
sull’ambiente, sul fiume, ma anche sulla falda acquifera da cui proviene gran
parte dell’acqua potabile dell’acquedotto. Assurdo!
In
questa situazione che vede la presenza diffusa di discariche abusive, un
assetto idrogeologico del territorio assai fragile, frequenti eventi alluvionali,
“schiuma bianca” nel mare, ecc. … si può pensare ad uno sviluppo del turismo
nelle nostre zone???
Si
… ma solo se si fa prevenzione seria e reale tutela del territorio e si valorizza
il paesaggio … cioè, si deve fare esattamente il contrario di ciò che fino ad
oggi si è fatto e finirla con il consumo del territorio a fini edificatori.
Euro Mazzi
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