castelnuovo magra

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sabato 23 agosto 2014

DISCARICHE ABUSIVE, SPORCIZIA E DEGRADO LUNGO IL FIUME MAGRA … QUALE TURISMO PER LA VAL DI MAGRA?

Negli ultimi anni nelle aree adiacenti il fiume Magra sono stati registrati numerosi rinvenimenti di discariche abusive, spesso sepolte, che contenevano inerti per l'edilizia, amianto, fanghi industriali e rifiuti di ogni genere.
Per esempio, nel 2009 veniva ritrovata una discarica abusiva grande 15.000 metri quadrati nei pressi dell’aeroporto militare di Sarzana, in un ramo morto del fiume Magra. Il materiale in questione venne ritenuto molto inquinante visto che si parlò di eternit, copertoni, resti di camion, fusti d’olio, tutti materiali situati a pochi metri dalle sponde del fiume, in un’area esondabile compresa tra letto del fiume ed argini.

Il 16 maggio 2012 veniva sequestrata una discarica abusiva a Santo Stefano di Magra grande 20.000 metri quadri, riempita con detriti provenienti da demolizioni edilizie che avevano anche superato di tre metri il livello della vasca che li ospitava, probabilmente causato da ben circa 1.000 camion carichi di materiale inerte (incredibile ma vero!!!).
Qualche mese fa un articolo (18 aprile 2013) della Nazione intitolava: “Gli argini del fiume Magra? Sono fatti di rifiuti e tanto degrado. Depositi di "rumenta" che affiorano dal terreno Materiale scaricato anni fa che le piante hanno ricoperto e che ora, a distanza di tempo, inizia a riemergere dal terreno”.
In questo caso la discarica si trovava in località Boettola a ridosso di un «bozo»  era composta da copertoni, elettrodomestici, parti di carrozzeria di auto, cavi di acciaio, bottiglie e tanti, tantissimi sacchetti di plastica.
Questi sono solo alcuni esempi, poiché sono decine e decine le discariche abusive ritrovate in questi ultimi mesi, poiché le alluvioni (con la conseguente erosione degli argini) hanno fatto emergere depositi di “rumenta” anche in altre zone lungo le sponde del fiume Magra. Si tratta di materiale scaricato anni fa, ma poiché in alcuni tratti del fiume i cumuli raggiungono il metro e mezzo di altezza, è lecito pensare che sulle sponde del Magra fosse attiva un’attività illegale che si occupava di smaltire rifiuti senza dare troppo nell’occhio, come dimostrato dalla cura con cui l’immondizia è stata nascosta.
Ma non ci sono poi solo le discariche, poiché lungo il fiume Magra, nelle aree adiacenti, si rinviene facilmente della “sporcizia” assai diffusa: barche anche di notevole dimensione mezze sotterrate dal fango o appese agli alberi, pontoni accatastati pericolosamente sulle rive del fiume e mai levati, Eternit, cucine, frigoriferi, sanitari abbandonati e immondizia di tutti i generi e materiali vari ad alto potenziale inquinante, e quant'altro. Tutto questo è frutto evidentemente di anni di totale incuria dove probabilmente le responsabilità sono molte e a più livelli, mai fino ad oggi accertate e, quindi, impunite.
Il comitato “I volontari del Magra” ha per esempio più volte denunciato la presenza di decine di discariche, ma ha sollevato soprattutto un interrogativo: a che cosa serve il parco del Magra e di Montemarcello se esiste una così diffusa situazione di discariche abusive??? L’Ente Parco è nato nel 1995 con un’estensione di circa 4320 ettari, e 18 Comuni interessati e ha come scopo proprio la tutela ambientale delle aree rientranti nel Parco stesso. Infatti, generalmente, la parola Parco è comunemente e sempre associata ad aree veramente verdi dove la natura regna indisturbata e dove la pulizia è totale. Ma non sembra essere questo il significato nella nostra zona.
Per esempio, qualche mese fa questo Comitato “I volontari del Magra” segnalava il totale degrado in cui versa la strada che dalla provinciale si dirama per Punta Bianca e si chiedeva come: “come possa succedere che in un tratto di strada facilmente accessibile e in pieno Parco, area di grande valore turistico, possa accadere tutto questo senza che nessuno se ne accorga. Sarebbe bene che chiunque vedesse queste cose denunciasse la cosa alle autorità competenti. Dobbiamo combattere questi abusi con ogni nostra forza per difendere il nostro territorio”.
Infatti, si tratta di un’area «protetta» del Parco del Magra, dove ci dovrebbero essere controlli e verifiche, ma … nessuno controlla; eppure ci sono tanti enti che dovrebbero farlo. Ci troviamo nel classico “interregno”, cioè in una zona di competenza tra più enti: Ente Parco, del Comune di Sarzana, di Ameglia, di Santo Stefano, di Arcola, della Provincia, della Regione, dell’Autorità di Bacino, ecc., a seconda del caso: in questa sorta di “confusione” nessuno vigila, vede e provvede! E qualcuno scarica e inquina.
Così, finalmente, proprio recentemente (il 26/6/2014) è stato presentato una prima rilevazione cartografica relativa alla  presenza di maxi discariche in zona Parco che conferma la presenza di numerose discariche che, opportunamente, vengono fatte risalire agli anni 70 e 80, quando le sponde del fiume Magra sono state utilizzate, in alcuni casi,  come vere e proprie discariche di rsu.
Sarà vero???  Non pare poiché molti rifiuti ritrovati sono relative a periodi più recenti.
Comunque, ora il problema pare essere solo quello di reperire finanziamenti per ripulire, cioè togliere i materiali tossici e pericolosi … magari si attrezzano le aree anche per la fruizione dei privati …
Ma nessuno ha verificato quanto inquinamento hanno provocato queste discariche … sull’ambiente, sul fiume, ma anche sulla falda acquifera da cui proviene gran parte dell’acqua potabile dell’acquedotto.  Assurdo!
In questa situazione che vede la presenza diffusa di discariche abusive, un assetto idrogeologico del territorio assai fragile, frequenti eventi alluvionali, “schiuma bianca” nel mare, ecc. … si può pensare ad uno sviluppo del turismo nelle nostre zone???
Si … ma solo se si fa prevenzione seria e reale tutela del territorio e si valorizza il paesaggio … cioè, si deve fare esattamente il contrario di ciò che fino ad oggi si è fatto e finirla con il consumo del territorio a fini edificatori.
Euro Mazzi

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