Il
comunicato di Rifondazione Comunista emesso a seguito della costituzione della
Giunta da parte del sindaco Montebello rende pubblica la rottura avvenuta all’interno
della stessa coalizione di partiti costituenti la maggioranza che ha vinto le
elezioni solo pochi giorni fa (il 25/5/2014).
Rifondazione
ha deciso di non essere “più legata a
questa maggioranza”
e ritiene il dialogo con il PD “fallito
in partenza”; molto duro è poi il giudizio su Montebello: “non
ha saputo osare un cambiamento vero della politica ed ha dimostrato in maniera lampante la mancanza di una vera autonomia nelle decisioni:
alla primissima prova da sindaco è ricascato appieno nelle peggiori logiche di partito, quelle dei veti incrociati, dei dicktat
delle segreterie, delle guerre fra
bande che in molti pensavano di mettersi alle spalle proprio con il nuovo e giovane primo cittadino,
che alla prima occasione si è rimangiato la parola”.
Rifondazione
riprende ora un concetto che era stata da noi già usato in campagna elettorale,
in quanto era stato definito pura apparenza il tentativo di far apparire come
nuovo ed espressione di rinnovamento il solo puntare sull’età giovane del
candidato a sindaco e non sulla effettiva
novità organizzativa e programmatica della sua proposta.
Infatti,
Rifondazione così giudica l’operato di Montebello: “Di
sicuro non ci rimane che prendere atto che, anche in questo caso, non è sufficiente essere
"giovani" anagraficamente per essere veramente "giovani",
ossia saper portare quella ventata di innovazione e rinnovamento nel modo di
fare e concepire la politica. Da oggi in poi ci guarderemo bene le spalle da
questi "giovani-vecchi".
Appunto ora
è evidente l’equivoco dei così definiti "giovani-vecchi", cioè di
quei giovani pre-destinati ad una carriera pianificata all’interno del Partito,
di cui si dice un gran bene prima ancora che possano dimostrare di saperlo fare
veramente … poi si favoleggia sulle loro capacità indipendentemente dal loro
concreto operare.
Il
problema è che questa crisi interna alla coalizione che sostiene Montebello ha sorpreso
tutti per l’immediatezza con cui sono emerse delle divisioni e dei contrasti
interni alla coalizione proprio alla prima occasione, quando comunque sono
prevalenti gli aspetti cerimoniali dell’insediamento del Consiglio e non vi
erano ancora elementi concreti sia politici che amministrativi alla base della
divisione. In proposito Rifondazione precisa
che: “Nessuno dica che si tratta di una questione di poltrone, perché non è
questo lo stile che ci caratterizza. E se così fosse stato, avremmo agguantato
il poco o tanto che ci veniva offerto”. Il sospetto rimane, ma possiamo
comunque apprezzare che effettivamente potevano anche accettare proposte
alternative e così non è stato; dunque accettiamo per buono il motivo da loro
sollevato: “Qui si tratta di nobilitare
quella politica che troppo spesso viene svilita
in una pratica di scambio e di continua
disattesa di quanto viene promesso in campagna elettorale”. Dunque, può
essere accettata la sintesi politica che ha fatto Rifondazione nel titolo del
comunicato stesso: “La vecchia politica dei
"giovani-vecchi" e i patti non rispettati”; ma appunto, questi sono aspetti che
già l’ex assessore Dini Giovanelli aveva denunciato in alcuni interventi in
Consiglio Comunale e che sono stati postati sia nel nostro blog che sulle
nostre pagine facebook.
Ma
a questo punto occorre porre una questione: come mai Rifondazione e gli stessi
elettori castelnovesi non hanno creduto a quanto avevamo denunciato in
proposito sia prima che durante la campagna elettorale? Perché se ne accorgono
solo ora, cioè dopo il rifiuto a concedere una nomina da assessore? In tutto
ciò manca ancora la evidenza di un altro aspetto: il vuoto programmatico.
Infatti,
avevamo sottolineato che la lista Uniti per Castelnuovo non esprimesse un
programma ma solo “accenni di un
programma”, in quanto venivano riportati solo i titoli dei capitoli ma non
lo svolgimento del tema di ogni titolo, per cui ci si trovava di fronte a
“sacchi vuoti” di idee. Avevamo altresì denunciato che le divisioni interne sia
al PD che tra i vari partiti della coalizione costituivano un elemento di
disarticolazione e di debolezza che avrebbero rischiato di portare la
maggioranza ad una crisi interna e alla sua dissoluzione.
Si
spera, dunque, che Rifondazione mantenga la promessa di continuare “a vigilare con attenzione il suo operato
(di Montebello) e al contempo saremo molto propositivi, mettendo in campo le
tante idee che avevamo per nostro comune”.
Aspettiamo,
quindi, Rifondazione al “varco” delle concrete proposte, al dibattito per
esempio sul consumo del territorio, alle decisioni sulla raccolta
differenziata, sulla politica fiscale del comune, ecc. ecc..
Nel
frattempo manifestiamo apprezzamento per i propositi dichiarati da
Rifondazione: “Se non altro è stata
ribadita la nostra convinzione che la parte migliore della politica rimane
quella che non si lascia incantare da
una poltrona ma fa prevalere sempre gli ideali sugli egoismi e le piccole
arrampicate personali e che concepisce l'impegno politico non come una
realizzazione individuale ma come un dono del proprio tempo e delle proprie
capacità alla comunità, al bene comune”.
Concordiamo
e speriamo che Rifondazione abbia la forza di resistere alle “offerte” che il
PD sicuramente metterà in campo per farli recedere da questo loro decisione. Aspettiamo
e vedremo!!!
I
quattro consiglieri di minoranza non possono che prendere le distanze dalla ridicola
e goffa situazione che si è creata all’interno della maggioranza, ribadendo
l’impegno sulle questioni concrete presenti a Castelnuovo e, anzi, proprio per
rimarcare la nostra estraneità a queste logiche partitocratiche da
“poltronificio” decadente, partiremo
subito con la richiesta di un dibattito in Consiglio Comunale sul PUC … per
ritornare a parlare di problemi e di prospettive per la comunità castelnovese.
Euro
Mazzi
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