castelnuovo magra

castelnuovo magra

lunedì 23 marzo 2015

MARCIANO: UNA BELLA LOCALITÀ DEL COMUNE DI CASTELNUOVO CON UNA STORIA TUTTA DA RISCOPRIRE.

Marciano è una località del comune di Casteluovo posta in collina, in una bella posizione panoramica.
Marciano è un toponimo molto diffuso in tutta Italia; generalmente è un toponimo di tipo fondiario (prediale) tratto dal nome di persona latino di Marcius con il suffisso aggettivale –anus (–ana al femminile) e che indica terreno appartenente a Marcius, cioè "terreno di Marcius".
Ma per una attribuzione certa occorrerebbero dei ritrovamenti che riportassero iscrizioni di tale appartenenza; è questo il caso di Marciano sito nell’Agro Caiatino dove la Chiesa di S. Maria è sorta nella zona in cui era ubicata la villa della famiglia patrizia dei Marciano, come dimostra il cippo sepolcrale inglobato nel muro laterale della chiesa. Nella bolla (979) di Gerberto, metropolita di Capua, a S. Stefano Minicillo, vescovo di Caiazzo, la chiesa compare col titolo di S. Gennaro e S. Maria a Marciano. In questo caso, dunque, è certo che il toponimo “Marciano” deriverebbe dal nome di una famiglia latina, documentata da resti epigrafici.

Ma il nome latino Marcianus o Martianus che, per tramite del suffisso -anus, significa letteralmente "di Marcio (o Marzio)" porta anche per estensione al dio Marte, "di Marte", "sacro al dio Marte”.
Come Marzio, quindi, anche Marciano è uno dei vari nomi che riflettono il culto del dio romano Marte, alla stessa maniera di Marco, Marcello, Martino, Martana e Marziale.
Del resto in Castelnuovo Paese esiste la porta Martana che dovrebbe guardare proprio la località di Marciano.
In zona poi esiste anche Marciaso nel vicino comune di Fosdinovo che pare avere la stessa derivazione.
Anche il toponimo Marzano deriva dal nome della gens romana Marcia, stanziatasi nella Campania al tempo dell’impero e che, possedendo dei praedia nella zona dell'agro sarnese-nocerino, e quindi ha lasciato il proprio gentilizio al territorio.
Per esempio, per S. Marzano (quella famosa dei pomodori) si può pensare ad una statio ad Martiis ubicata nei pressi di Casarossa e quindi non deriverebbe dal prediale Marcianum. Il prefisso “San” starebbe per indicare la cristianizzazione del primo centro romano dedicato ad una divinità pagana (Marte). Nel Medioevo compare il toponimo Sancti Marzani o Sanctus Marzanus che è riconducibile all’originario Martianum e non Marcianum.
Marciano è anche usato come aggettivo, per indicare tutto ciò che si riferisce sia all'evangelista san Marco sia alla Repubblica Veneta.
Marciano, poi, potrebbe attestare non solo un romano fundus Marcianus, ma anche una chiesa dedicata a uno dei tanti San Marciano.
Esiste, per esempio, un San Marciano, vescovo di Frigento. La denominazione di Frigento deriverebbe dal toponimo Frequentum, Friquentum o Afrigentum, a loro volta derivanti dall'espressione latina A populi frequentia, così come menzionato nelle Rationes Decimarum della Campania (1308-1310). Il paese di Frigento emerse agli onori della storia nel 441; in quell'anno per volere del Papa Leone Magno divenne sede della diocesi del meritevole vescovo Marciano che scelse questo lungo come eremo e luogo di preghiera. Con l'avvento dei longobardi, Frigento grazie alla favorevole posizione geografica, divenne strategico luogo di difesa dei confini del Ducato di Benevento.
San Marciano è patrono di Taurasi che si trova nel Sannio, proprio la zona dove sono stati deportati i liguri apuani. Infatti, nella primavera del 180 a.C. con due eserciti comandati dai proconsoli Publio Cornelio Cetego e Marco Bebio Panfilo marciarono contro gli Apuani con l’ordine di risolvere definitivamente il “problema apuano”.
Il Senato romano, dopo la vittoria, prese la decisione di deportare circa 47.000 liguri (in due scaglioni ed anni successivi composti, se vogliamo dar credito alle cifre trionfalistiche di Tito Livio, di 40.000 e 7.000 individui, capifamiglia con mogli) e di deportarli nel lontano Sannio in una zona di ager publicus già appartenuto ai Taurasini vicino a Benevento. I Ligures Baebiani condivisero l’antico pagus Aequanus degli Irpini con la colonia di Benevento. Le rovine del loro centro urbano si trovarono in un bosco a tre chilometri da Circello. Qui vivranno per secoli in isolamento etnico col nome di Ligures Baebiani e Corneliani dal nome dei proconsoli che li avevano sconfitti. Nonostante questo radicale intervento e la fondazione delle colonie di Lucca e Luni, tappe fondamentali nell’espansione romana sul litorale alto tirrenico, gli Apuani continueranno a costituire un problema non completamente risolto fino al 155 A.C., quando il console Marco Claudio Marcello celebra il definitivo trionfo su questo popolo.
Gli Apuani (dopo un periodo di secoli in cui furono definiti Liguri Bebiani) si integrarono con le popolazioni dei Sanniti che di lì a poco avrebbero ricominciato ad impensierire i Romani come protagonisti della Guerra sociale, fino alla sconfitta per mano di Silla nella guerra civile tra Mario e Silla nell'82 a.C.
Nonostante la breve durata dei loro successi gli Apuani, uomini e donne, furono ricordati a lungo come valenti guerrieri dai romani e alcuni storici romani li descrivevano così: "Le donne combattono come gli uomini, spietate e feroci come fiere" e ancora, con riferimento alla sconfitta romana del 186 a.C., "si stancarono prima gli Apui di inseguire, che i romani di fuggire".
La località dove si svolse la battaglia (nel 186 a.C.) in cui i Liguri Apuani inflissero una grave sconfitta al console Quinto Marcio Filippo, ed alle sue legioni, dopo averle attirate nelle strette gole della zona (furono uccisi non meno di 4.000 legionari), fu successivamente chiamata "Saltus Marcius". Il problema è appunto individuare questa località.  
Per alcuni, questa zona è forse l'attuale località di Marciaso (che per alcuni deriverebbe da "Martii Caesio"); per altri, forse le strette gole sopra Seravezza, nel territorio del comune di Stazzema tra Pontestazzemese e Cardoso dove esiste un colle ancora oggi denominato "Colle Marcio"("saltus Marcius" nel senso di dislivello e Marcius dal nome del console romano). Altri luoghi possibili sono:  i Cerri di Marzo sul fianco orientale del monte Burello, nel territorio di Torrano nella stretta vallata del Gordana al confine tra i comini di Pontremoli e Zeri. Oppure la zona dei Mulini di Marzo nel comune di Bagnone.
Questa località potrebbe essere anche la Marciano castelnovese e il luogo della battaglia essere la sottostante gola del torrente Bettigna, ma non ci sono ritrovamenti archeologici che lo possono dimostrare o escludere.   
Un caso celebre di toponimo di una città è quello legato a Ulpia Marciana, Augusta dell'impero romano, sorella dell'imperatore Traiano che in Tracia, in onore della sorella Ulpia Marciana, diede il nome di  Marcianopoli ad una nuova città appena fondata.
Esiste poi una serie di toponimi legati alla radice mad-mara nel suo significato di “terreno paludoso” o “pieno di acqua”, dal latino marcidus, attraverso il medievale marzerutum (marzi arutum), ci rimanda ai prati acquitrinosi che segnavano il paesaggio; nel caso nostro potrebbe riferirsi al sottostante torrente Bettigna e alle sue frequenti inondazioni dei terreni circostanti.
L'onomastico si festeggia tradizionalmente il 4 gennaio in ricordo di san Marciano martire, ma sono numerosi i santi che portarono questo nome. La forma femminile è richiamata invece da due sole sante: santa Marciana, vergine e martire a Cesarea in Mauritania nel 303, ricordata il 9 gennaio, e santa Marciana, martire insieme alle sante Palladia e Susanna, commemorata il 25 maggio.
 
Euro Mazzi

Nessun commento:

Posta un commento