In un suo intervento del 3/10/2014, Umberto Galazzo, a nome
del PD, è intervenuto sulla questione delle associazioni di funzioni tra Comuni,
affermando che “l'associazionismo comunale deve rappresentare una grande opportunità
di riforma e non il mero adempimento ad un obbligo” rivolgendo a tutti i Comuni, anche
quelli non immediatamente obbligati, l’invito ad esaminare la questione.
Mi fa piacere constatare che il PD, dopo aver
cavalcato in modo sconsiderato la fusione tra i due Comuni di Castelnuovo e di
Ortonovo (ipotesi sconfitta dal referendum popolare del 9/2/2014), ora ponga il
problema del “ventaglio di possibilità”
partendo dall'associazione di servizi e dall'unione di comuni quale opportunità
di riforma degli Enti Locali. Colgo positivamente questo cambiamento che
riprende totalmente l’impostazione che avevamo a suo tempo impostato noi del Comitato Teniamoci Castelnuovo nel
respingere una insensata proposta di fusione.

Galazzo imposta il problema solo come “governance”, cioè come governo dei
territori dimostrando di avere a cuore solo l’aspetto della direzione politica
e amministrativa, non cogliendo l’importanza strategica della necessità di
incidere e di rivedere profondamente l’organizzazione complessiva dei servizi
comunali e provinciali.

Ed è proprio questo il problema di fondo: i servizi
pubblici costano troppo e implicano per il loro mantenimento continui e
costanti aumenti della pressione fiscale, giunta oramai a livelli
insopportabili che incidono direttamente sulla già bassa domanda di consumi,
alimentando gli effetti recessivi che caratterizzano questo periodo di forte e
prolungata crisi economica italiana.

In particolare
occorre elaborare un
piano industriale per ognuna di queste aree che individui criteri, metodologie
e modelli organizzativi per la gestione di servizi pubblici, con l’obiettivo
della riduzione sia dei costi che della pressione fiscale. Un piano industriale
articolato e contenente:
A) la redazione di una strategia di sviluppo; B) il ri-disegno dei servizi e
della struttura, dei processi organizzativi e dei meccanismi di integrazione; C)
i progetti di innovazione tecnologica; D) le scelte politiche di gestione e di sviluppo
delle risorse umane; E) i progetti di comunicazione interna ed esterna; G) la redazione
di una strategia di sviluppo del territorio interessato.
L’azione
congiunta per l’erogazione di servizi pubblici a livello locale implica
processi di divisione del lavoro e di successiva riarticolazione dei compiti,
delle funzioni e delle responsabilità operative e gestionali. Impone in altri
termini strategie integrative di natura organizzativa e strutturale,
condivisione di risorse tecniche, professionali ed economiche.
Uno dei criteri
guida dell’azione dovrebbe essere infatti quello dell’efficienza amministrativa
che deve avere ampio risalto negli atti programmatici relativi a: efficacia; efficienza;
economicità; qualità dei servizi e soddisfazione percepita dagli utenti; capacità
di programmazione sovra comunale; immagine del territorio da tutelare e
sviluppare.

Dunque, non è
tanto il “campanilismo” il vincolo allo sviluppo di queste forme associative
tra i Comuni, quanto piuttosto la carenza di una visione progettuale e il
rischio del prevalere di tentazioni partitocratiche e clientelari, che
impediscono lo svilupparsi di questa opportunità rappresentata dalla gestione
associata dei servizi comunali.
Euro Mazzi
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