In
Grecia ha vinto il «no». La gente, sopraffatta per sei anni dai sacrifici, ha
scelto di opporsi alle aspettative intransigenti dei creditori. Dopo la festa
di piazza … i problemi sono ritornati esattamente come prima.
Il
referendum è stato un momento di democrazia diretta, ma se si guarda bene è
stato anche un esempio di demagogia, in quanto viziato da una campagna
elettorale di pochi giorni; da un dibattito incentrato solo su paure, minacce,
ricatti e demagogia; da un quesito ambiguo, cioè il SI/NO alle condizioni dei
creditori, ben sapendo che la stragrande maggioranza dei greci non vuole
abbandonare né la moneta unica, né vuole uscire dalla Ue. Il quesito in
particolare chiedeva se doveva essere “accettato
il progetto di accordo presentato da Commissione europea, Bce e Fmi
nell’Eurogruppo del 25 giugno 2015”, non accennava né alla volontà di non
pagarlo, né di uscire dall’euro, né di ridiscutere le condizioni della
permanenza nell’UE.