castelnuovo magra

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mercoledì 22 ottobre 2014

L’ALLUVIONE DI GENOVA, LA CRISI DI ACAM, LA FUSIONE E LA STRADA DI TAVOLARA: tutte legate dal filo rosso dell’assessore Paita (Seconda parte)

La recente alluvione a Genova ha portato alla ribalta della cronaca l’attuale assessore regionale ligure (con delega alle infrastrutture, alla Protezione Civile, al ciclo dell’acqua e dei rifiuti), la quale è anche in corsa per le Primarie del Pd per la candidatura a Presidente della Regione alle elezioni del 2015. La Paita ha affermato, sul proprio sito aperto per gestire la propria campagna elettorale, che: “Voglio essere misurata sui contenuti.(...) Mi viene chiesta una cosa che chiamano discontinuità.  È la cosa meno nuova che si possa proporre. E’ vecchia politica politicante. E’ strumentale. L’ho sentita usare centinaia di volte soprattutto dalla nomenklatura. Piuttosto la sfida è sulla capacità di innovazione delle proposte e dei programmi. Misuriamoci su questi. E, per quanto mi riguarda, appunto, misuratemi su quello che propongo. Sui risultati di questi anni”.

Perfetto, condivido pienamente! Ci provo. Premetto che per le primarie del PD non ho alcun interesse né attenzione, ma interessa invece il ruolo svolto fino ad oggi dall’assessore regionale Paita per quel che riguarda le ricadute del suo operato sul nostro territorio, specie per: Acam, fusione Comune di Luni e strada di Tavolara.
Lascio, quindi, ad altri le polemiche sulle sue responsabilità inerenti il mancato allarme di Arpal inerente l’alluvione di Genova (http://notedimarcogrondacci.blogspot.it/) e le giustificazioni in risposta rilasciate dalla Paita (http://www.primocanale.it/notizie/paita-alluvione-non-sono-l-assessore-competente-ma-galletti-la-smentisce-147273.html).
Certo fa impressione leggere nel suo sito elettorale il suo slogan “Piedi per terra, occhi nel cielo Tocca a noi, Liguria!” … sarà anche bello e accattivante, ma è una palese presa in giro soprattutto dopo l’ennesima alluvione a Genova (http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/genova-affoga-polemiche-sull-allerta-mancata-assessore-regionale-86246.htm) e allora … battuta per battuta: piedi nel fango, occhi al cielo nella speranza che non piova più, tocca agli altri spalare il fango! Ma lascia stupiti la spiegazione che ne viene data: “Il nostro compito: costruire la Liguria delle prossime generazioni. La Liguria è una “grande regione”. Ora è in grado di svettare su punti strategici per il rilancio dell'Italia. Dopo la messa in sicurezza, la tenuta garantita dal lavoro di questi anni del governo regionale, dobbiamo costruire la Liguria del futuro. In questi anni l'istituzione Regione ha avuto il merito di essere un solido punto di riferimento per tutte le principali questioni strategiche. Nessuno e' stato lasciato solo. Ora tocca a noi, a una nuova classe dirigente, prendere le redini del futuro e costruirlo. Con coraggio, senza prudenze. Rompendo immobilismi e conservatorismi. Possiamo fare il salto. Non un salto nel buio, perché i piedi poggiano su un terreno meno incerto”. 
A parte l’infelice espressione “messa in sicurezza” (ma cosa? dove? quando? come?) alla luce appunto dell’alluvione (http://www.futuroquotidiano.com/musso-alluvionegenova-i-nomi-dei-responsabili/) e della crisi dei rifiuti (http://www.genova24.it/2014/10/emergenza-rifiuti-genova-paita-effetto-napoli-allarmismi-si-tratta-col-piemonte-73304/, fa impressione che la Paita si definisca come appartenente a “una nuova classe dirigente”, poiché basta leggere il suo curriculum per rendersi conto che svolge attività politica da oltre ventanni (per esempio: Berlusconi è impegnato in politica da minor tempo), tutti passati rivestendo ruoli con alti livelli di responsabilità crescenti (http://pdligure.it/gruppo-consiliare-regionale/246-profilo-raffaella-paita.html). E poi quel “tocca a noi” suona come una rivendicazione attuale da una precedente esclusione (ma da cosa?) che non esiste nel Suo percorso nella professione di dirigente politico di lungo corso, né è vero per il PD partito che da decenni governa la Regione. E’ uno slogan fuori posto … qualcuno potrebbe dire “ma perché tocca sempre a Voi?” (http://www.laspeziaoggi.it/news/2014/06/raffaella-paita-lunica-vera-novita-sarebbe-riconoscere-che-adesso-tocca-ad-altri/.
Oggi va di moda il “quarantenne” al comando (http://www.formiche.net/2014/02/23/i-nefasti-effetti-del-giovanilismo-renziano/), se poi è donna anche meglio, se poi è una famiglia al comando ancora di più (http://www.genova3000.it/politica/1531-in-casa-merlo-paita.html) … e la Paita ha tutte queste caratteristiche ... meglio per Lei!
Meglio soprattutto per le casse della loro famiglia: circa 125 €/mila annui Lei; circa 250 €/mila annui Lui. E in futuro la certezza che toccherà sempre a loro! (http://www.genova3000.it/politica/1531-in-casa-merlo-paita.html).
Fatta questa premessa, veniamo alle tematiche che riguardano direttamente il nostro territorio.
ACAM. Paita conosce benissimo la situazione di Acam essendo stata: dal 1997 - 2002 capogruppo DS del consiglio comunale della Spezia; dal 2002 - 2007 capo di gabinetto del sindaco Giorgio Pagano (vicesindaco il marito Luigi Merlo); dal 2007 - 2010 assessore del sindaco Federici con delega al riordino delle società partecipate; dal 2010 - 2014 in Consiglio Regionale, assessore. Sarebbe sicuramente in grado di spiegare le cause e la crisi di Acam. In una intervista del 2009 (http://www.lanazione.it/laspezia/2009/01/29/147790) parlava di tre cause principali: “la crisi di Acam viene da lontano con radici in tre principali questioni: la gestione sbagliata da parte del management che ha prodotto eccessivo indebitamento; una scarsa capacità di programmazione strategica della politica, in particolare sul ciclo dei rifiuti, e nei ritardi accumulati sulla scelta delle
aggregazioni; l’appesantimento dei livelli occupazionali". Tradotto: tutte motivazioni che ricadono sul Suo partito e la coinvolgono direttamente perché svolgeva un ruolo di responsabilità per l'incarico ricoperto. Poi ha partecipato al tentativo di aggregare Acam con Hera; in tale occasione dichiarava che "Oggi è il giorno più bello della mia vita” (http://www.cittadellaspezia.com/La-Spezia/Politica/Corbani-Pdl-Sui-rifiuti-Hera-ha-le-idee-74058.aspx) ma poi il progetto di aggregazione è saltato … Recentemente ha dichiarato prendendo le distanze che: “La mia generazione politica si è ritrovata un’azienda con circa 400 milioni di debito” ... dichiarazione comprensibile in bocca a un qualsiasi giovane spezzino, ma non a una giovane come Lei che ha rivestito incarichi diretti di responsabilità in merito. Ebbene la crisi è ora scoppiata a testimoniare che quel poco fatto non era comunque sufficiente. Ora si riparla di aggregazione con la genovese Iren (http://www.ilsecoloxix.it/p/genova/2014/07/20/AReuupIB-nessun_piano_segreto.shtml), ma intanto ai cittadini tocca pagare oggi una TARI assai salata, sapendo che domani la ripagherà nuovamente aumentata ...
La fusione: il nuovo comune di Luni. La Paita è stata una sostenitrice della proposta di fusione tra i due Comuni di Ortonovo e Castelnuovo (http://www.lanazione.it/sarzana/cronaca/2013/06/25/909045-comune-unico-luni-referendum.shtml), nulla di male se si è convinti della bontà di tale iniziativa. Ciò che però occorre rilevare come negativo sono state proprio le carenze della Regione in merito: a) La Regione ha facilitato l’intervento di Liguria Ricerche nel redigere in pochi giorni una specie di studio di fattibilità che in realtà tale non era per l’assenza di una vera analisi su opportunità e potenzialità della costituzione mediante fusione del Comune di Luni. Questo documento non era neanche una ricerca, in quanto solo un insieme di intestazioni di capitoli senza alcun svolgimento del tema proposto, appunto perché mancano dati e analisi conseguenti. Del resto, nelle sue premesse i redattori del documento avvertivano che “in considerazione dei tempi e del materiale a disposizione” sono state solo “delineate” le potenzialità “senza tuttavia entrare nel dettaglio”.
b) La Regione non doveva proseguire nella procedura in assenza di un vero studio di fattibilità, ma soprattutto in mancanza del tempo necessario per favorire un vero confronto e una estesa partecipazione sulla proposta e sulle sue opportunità, poiché la fusione non significava automaticamente convenienza e, a sua volta, convenienza non significava automaticamente fattibilità.
c) Proprio durante l’audizione in Regione come Comitato del NO avevamo richiesto una gradualità sia temporale che di procedure, privilegiando l’associazione dei servizi, poi l’unione comunale. Invece la regione è stata “sorda” a queste richieste di “buon senso”, anzi ha ridotto il quorum e indetto il referendum del 9/2/14 (http://www.regione.liguria.it/argomenti/media-e-notizie/archivio-comunicati-stampa-del-consiglio/archivio-comunicati-stampa-di-assemblea-e-commissioni-del-consiglio/item/38467-i-lavori-del-consiglio-regionale-di-marted-26-novembre-seconda-parte-pomeriggio.html) il cui esito fortunatamente ha posto fine ad una insensata proposta di fusione, di cui la Regione ha ampie responsabilità.
La strada di Tavolara. L’assessore Paita è stata sostenitrice del progetto di costruzione della strada di Tavolara e ne ha in parte trovato i finanziamenti per la realizzazione di tale opera (http://www.cittadellaspezia.com/La-Spezia/Cronaca/Viabilita-in-Val-di-Magra-il-84607.aspx).
L’urbanizzazione di questa area, parzialmente ancora agricola è un salto nel vuoto dimostrato dalla circostanza che dal 2001 ad oggi nessuno ha concretamente avanzato proposte di nuove costruzioni e tutto è rimasto lì … abbandonato nel degrado più assoluto … scheletri di disordinata edilizia industriale degli anni settanta (le segherie). I due comuni di Sarzana e Castelnuovo devono attrezzare
l’area di fognature, viabilità, allacci all’energia elettrica e al metano, ecc. cioè devono rendere l’area idonea dal punto di vista urbanistico. Le opere di urbanizzazione si aggirano tra gli 8 e i 10 milioni di euro, parte in carico al Comune di Sarzana e parte a quello di Castelnuovo, oltre alla Salt!!! Comunque sia le pagheremo noi cittadini!!! Una somma enorme che dovrebbe essere spesa per rendere appetibili le due aree e permettere ai privati di costruire, anche se non si sa a chi interessano questi capannoni e non si sa quali attività vi verranno svolte. Un vero disastro urbanistico. Un ulteriore consumo di territorio agricolo senza al momento uno scopo, una utilità sociale e/o economica!!! Questo meglio di ogni altra considerazione rappresenta il fallimento di una intera classe politica che da anni governa Castelnuovo e la Val di Magra: la “cementificazione” nel deserto delle idee e nell’assenza di progettazione di un futuro per i cittadini (http://castelnuovopertutti.blogspot.it/2014/04/la-nuova-zona-industriale-di-tavolara.html).
In sintesi è questo il mio  modo di rispondere all’assessore Paita che dichiara di voler “essere misurata sui contenuti”,  appunto proprio su questi risultati non può la Paita essere “orgogliosa dei risultati raggiunti”. Un consiglio all’assessore Paita: cambi uno degli slogan della propria campagna “La “grande” Liguria. Voglio una Liguria che cresca, si sviluppi e generi lavoro” è troppo simile a quello della fusione sulla “La Grande Luni” … poi gli è andata male!!!  
Il Consigliere Comunale Euro Mazzi

 

 

 

 
 

 

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