Entro
il 16 di ottobre dovrà essere pagata la TASI, ci saranno nuove polemiche e
discussioni come in occasione del pagamento della TARI. Molti hanno posto
domande e, soprattutto, lamentele. Abbiamo quindi posto alcune domande sulla
TASI al Consigliere Comunale Euro Mazzi con l'avvertenza che in questa
prima parte si affrontano problematiche di carattere generale, mentre in altra
parte si affronteranno le problematiche locali, con particolare riferimento ai
Comuni di Castelnuovo Magra, Ortonovo e Sarzana.
1 - Cosa è la TASI?
La
TASI (TAssa Servizi Indivisibili) è stata istituita per
finanziare i servizi erogati dai Comuni alla propria comunità (secondo un
principio già enunciato nella soppressa TARES), individuati a titolo di
esempio: pubblica sicurezza e vigilanza locale; illuminazione pubblica; anagrafe
e servizi cimiteriali; manutenzione del verde pubblico; manutenzione stradale; tutela
edifici ed aree comunali; trasporto pubblico.
2 - Quale è il
presupposto della TASI?
Il
presupposto impositivo della TASI è il
possesso o la detenzione, a qualsiasi titolo, di fabbricati, compresa
l’abitazione principale, e di aree edificabili ad eccezione dei terreni
agricoli. Per fabbricato si intende
l'unità immobiliare iscritta o che deve essere iscritta nel Catasto Edilizio
Urbano, considerando l'area di pertinenza parte integrante del fabbricato. Per area
fabbricabile si intende l'area utilizzabile a scopo edificatorio in base
agli strumenti urbanistici generali o attuativi ovvero in base alle possibilità
effettive di edificazione determinate secondo i criteri previsti agli effetti dell'indennità
di espropriazione per pubblica utilità. In caso di demolizione di fabbricato e ricostruzione sull’area di risulta
oppure in caso d’interventi di recupero edilizio, per il periodo compreso tra
l’inizio dei lavori di demolizione o di recupero e la fine dei lavori di
ricostruzione o recupero, la base imponibile TASI si calcola sul valore venale
dell’area, poi a lavori ultimati la TASI si calcolerà sulla nuova rendita
catastale che sarà attribuita al fabbricato.
3 - Chi deve
pagare la TASI?
La
TASI è dovuta da chiunque possieda o
detenga a qualsiasi titolo fabbricati (compresa l’abitazione principale) e
aree edificabili, con l’eccezione di terreni agricoli. La TASI, pertanto,
sostituisce l’IMU sulla prima casa, mentre per gli altri immobili si somma ad
essa. Il carico impositivo della TASI deve essere suddiviso tra possessore
dell’immobile ed utilizzatore in tutti i casi in cui l’unità immobiliare sia
occupata da un soggetto diverso dal titolare del diritto reale (inquilino,
comodatario, ecc.). Per quest’ultima ipotesi, la normativa prevede infatti che
il possessore dell’immobile e l’occupante sono titolari di un’autonoma
obbligazione tributaria in relazione alla quale sarà il Comune, con propria
delibera di natura regolamentare, a stabilire la misura del tributo da porre a
carico dell’utilizzatore, da comprendersi fra il 10 e il 30 per cento
dell’ammontare complessivo della tassa TASI
4 – Come sono
articolate le aliquote della TASI?
Quanto
alle aliquote, la TASI prevista in misura base all’uno x mille, può
in realtà andare (a discrezione del comune) da zero al 2,5 x
mille (eccezionalmente sempre per quest’anno si prevede un possibile
aumento dello 0,8 x mille per finanziare le detrazioni, quindi
l’aliquota arriva al massimo al 3,3 x mille per il 2014). Per gli altri
immobili le aliquote vanno armonizzate con quelle IMU per rimanere nei massimi
di quest’ultima, notiamo che anche per la prima casa la TASI somiglia tanto
alla vecchia IMU prima casa, solo con aliquote un po’ più basse, ma in compenso
col grosso problema delle detrazioni. Il tetto massimo fissato dalla legge di
stabilità è lo 0,25% per l’abitazione principale. Per le seconde e altri tipi
di immobili la situazione è diversa; in sede di legge di stabilità si è deciso
che il gettito di Imu e Tasi non potrà essere superiore all’aliquota massima
dell’Imu del 2013.
5 - Come è
articolata la TASI?
La
formula del calcolo è questa: rendita catastale x coefficiente di rivalutazione
(1.05) x coefficiente moltiplicatore x aliquota. La base imponibile, ossia
l’importo sul quale va applicata l’aliquota, è lo stesso identico
dell’IMU, e cioè la rendita catastale rivalutata del 5% e poi moltiplicata
per i coefficienti previsti per l’IMU: 160 per i fabbricati classificati nel
gruppo catastale A e nelle categorie catastali C/2, C/6 e C/7, con esclusione
della categoria catastale A/10; 140 per i fabbricati classificati nel gruppo
catastale B e nelle categorie catastali C/3, C/4 e C/5; 80 per i fabbricati
classificati nella categoria catastale A/10 e D/5; 60 per i fabbricati
classificati nel gruppo catastale D (esclusi i D/5); 55 per i fabbricati
classificati nella categoria catastale C/1. I Comuni possono ridurre le
aliquote fino al loro azzeramento, o disporre specifiche detrazioni.
6 – Insomma si
paga di più o di meno rispetto all’IMU?
Nel
gioco delle aliquote, tetti alle aliquote, compensazioni e detrazioni,
l’incrocio fra TASI e IMU, alla fine è assai probabile che molte abitazioni
principali pagheranno un conto più salato. La TASI fa solo riferimento alla tipologia
immobiliare, esattamente come l'IMU. Dunque la Tasi non è una vera e propria
tassa sui servizi erogati dal Comune, ma risulta una IMU mascherata. Una IMU
che si aggiunge a un'altra IMU che continua ad esistere per tutte le tipologie
immobiliari a esclusione delle prime abitazioni (rimane solo per quelle di
lusso e per le seconde case e terze case).
7 – Quando si
paga la TASI?
L’acconto
della TASI per i Comuni che non hanno deliberato entro il 23 maggio si dovrà
pagare entro 16/10. A tal fine, i Comuni devono deliberare entro il 10
settembre le aliquote e le detrazioni.
Entro
il 16/12 deve essere pagato il saldo TASI, in cui si deve fare il conguaglio
sulla base delle aliquote nel frattempo decise dai singoli Comuni. In questa
data si paga anche la TASI sull'abitazione principale nei Comuni che non hanno
deliberato in tempo le aliquote.
8 – Come si paga
la TASI?
Il
Comune stabilisce il numero delle rate e le scadenze di pagamento del tributo,
consentendo di norma almeno due rate a scadenza semestrale e in modo anche
differenziato sia per la TARI che per la TASI. E’ comunque consentito il
pagamento di entrambi i tributi in un’unica soluzione. Il calcolo è a cura del
contribuente ed il pagamento deve avvenire a mezzo bollettino postale o modello
F24.
9 – Quali le
conseguenze della TASI sui redditi delle famiglie?
Con
la TASI si profila una stangata e la sensazione è che la discontinuità valga
solo negli annunci pubblici, mentre nei fatti pare esserci una assoluta
continuità: più tasse a danno degli italiani e una maggiore tassazione
equivarrà ad una ulteriore caduta dei consumi e ad un inasprimento delle
difficoltà per le aziende già in crisi. Inoltre, la TASI costerà più dell'IMU,
finendo per pesare di più sulle famiglie a reddito medio-basso rispetto a quelle
con redditi più elevati.
10 – Qualcuno ha
sostenuto che “gli immobili sono il vero bancomat del Fisco”, che ne pensa?
Concordo.
Le imposte in assoluto e prese singolarmente non sono elevate, ma colpiscono
sempre, in modo continuo, e per importi anche significativi (circa 50 miliardi
di euro all’anno). Ogni governo nega di aumentare le tasse, ma in effetti le
aumenta.
Per
effetto dell’impatto dei tributi sul valore degli immobili, l’aumento delle
imposte ha causato una riduzione di valore degli immobili stessi che la Cgia di
Mestre ha calcolato in circa 350 miliardi di euro. Una grande perdita di valore
che non ha avvantaggiato nessuno: le imposte totali sugli immobili per il 2014
ammontano a 52 miliardi, 3 miliardi in più rispetto al 2013.
Secondo
i dati della Cgia di Mestre negli ultimi cinque anni la tassazione sulla casa è
quasi raddoppiata, mentre il valore economico delle abitazioni è mediamente
sceso del 15%.
Tra
il 2010 e il 2014 c’è stato un incremento spaventoso del prelievo fiscale sulle
abitazioni e, parallelamente, una drastica riduzione del valore di mercato
delle stesse. Due fenomeni di segno opposto che hanno contribuito a ridurre la
ricchezza degli italiani. Anche perché ha colpito duramente anche le
abitazioni di tipo economico. Anche in questo caso, infatti, la contrazione
media del valore di mercato è stata del 15%. Per esempio le vendite immobiliari
sono nettamente diminuite passando a 448.000 nel 2012 rispetto alle 877.000 del
2006 (anno di massima circolazione degli immobili).
Euro Mazzi
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